Fondi alternativi: l’italia è sesta in Europa per masse gestite con 45 miliardi di euro di Aum
Il controvalore delle operazioni di private capital completate nel primo semestre 2020 ammonta a 9 miliardi di euro
Con 45 miliardi di euro di Asset under management (dato aggiornato a dicembre 2019), il mercato italiano degli investimenti alternativi è il sesto in Europa. Al primo posto c’è il Regno Unito (con 1.180 miliardi di masse gestite). Seguono Francia (242 miliardi di euro), Germania, Svezia e Svizzera. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “2020 Alternative Assets in Europe”, realizzato da Preqin in collaborazione con Amundi. Stando allo studio, che esamina le prospettive dell’industria, le masse gestite dei fondi alternativi europei hanno superato per la prima volta la
soglia dei 2 mila miliardi di euro a fine 2019, in crescita rispetto ai 1.790 miliardi di euro dell’anno precedente.
Private capital: la pandemia non ferma i deal nel mercato italiano
Nei primi sei mesi del 2020, il mercato italiano del private capital ha registrato un’intensa attività di deal, per un controvalore di 9 miliardi di euro. Risultati che, a detta dello studio, prospettano un superamento dei 16 miliardi di euro registrati complessivamente nel 2019, “anche se il totale dell’intero anno difficilmente raggiungerà i 25 miliardi di euro del 2018”. Nonostante le forti ricadute economiche della pandemia sul Bel Paese (con un crollo del Pil del -5,3% nel primo trimestre e del -12,8% nel secondo trimestre – dati Istat), le grandi aziende italiane sono state prese di mira da fondi di private equity internazionali, con una serie di mega operazioni completate sia nei settori più tradizionali che in quelli emergenti. Tra queste, lo studio cita l’acquisizione per 1,28 miliardi di Golden Goose (marchio di abbigliamento famoso per le sneaker) da parte del fondo di private equity britannico Permira a febbraio. Affianco a settori di punta del “made in Italy” come la moda, gli investitori di private capital si sono mostrati attivi anche per quanto riguarda la new economy. Sempre a febbraio, Bain Capital ha acquisito per 1,6 miliardi di euro una partecipazione di controllo in Engineering Ingegneria Informatica, societa con sede a Roma che gestisce soluzioni di digitalizzazione in ambiti quali finanza digitale, smart government, e-health, smart energy, utenze e telecomunicazioni digitali.
L’italia: un Paese “emergente” negli asset alternativi
Sul fronte degli asset alternativi, l’Italia viene definita dallo studio come un “Paese emergente”, che “continuerà ad inseguire i mercati più consolidati d’Europa”. Questo – spiega il report – perché le grandi società di private capital continuano a puntare su “diversi settori, in tutto il Paese” nonostante le rilevanti sfide economiche che l’Italia si trova a dover affrontare. Attualmente, il numero di investitori e gestori di fondi attivi negli asset alternativi con sede in Italia sono rispettivamente 194 e 205.
“È necessario che le aziende, spesso sottocapitalizzate, affrontino quei processi di aggregazione, crescita, internazionalizzazione e innovazione tecnologica fondamentali per affrontare le sfide contemporanee. In questo contesto, il mercato del private capital può giocare un ruolo fondamentale nel rilancio della nostra economia, fornendo risorse e competenze per affrontare la crisi ed effettuare quel salto di qualità necessario per competere a livello internazionale” ha commentato Innocenzo Cipolletta, Presidente di Aifi, (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt).
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