I nuovi dati sull’inflazione europea accrescono le probabilità di un deciso rialzo dei tassi da parte della Bce a settembre, quando sul tavolo del board ci sarà probabilmente una scelta fra un rialzo da 50 o da 75 punti base
L’Italia, fra le grandi economie europee, risulta fra quelle più colpite dall’accelerazione dei prezzi ad agosto, con un aumento mensile dello 0,8% superiore alla media dell’Eurozona (+0,5%)
I nuovi dati sull’inflazione europea accrescono le probabilità di un deciso rialzo dei tassi da parte della Bce a settembre, quando sul tavolo del board ci sarà probabilmente una scelta fra un rialzo da 50 o da 75 punti base.
Secondo le stime flash pubblicate il 31 agosto da Eurostat, il tasso di inflazione annuo armonizzato (Hicp) ha raggiunto il 9,1% questo mese, superando di un decimale le attese degli analisti. Su base mensile l’incremento è stato di mezzo punto percentuale, con un contributo preponderante dei prezzi alimentari (+1%) più rilevante rispetto alla variazione nulla registrata dall’energia su luglio. Nel confronto annuo, come prevedibile, l’energia risulta la componente più colpita dai rincari (38,3%) anche se rispetto a luglio non si è osservato alcun un aumento.
Anche i servizi hanno visto un rincaro mensile dello 0,4% e un tasso annuo del 3,8%, segno che dal costo dei prodotti l’inflazione sta lentamente adeguando anche il prezzo dei servizi allargando la sua influenza sulle spese dei cittadini europei.
Il fatto che ad aver guidato l’accelerazione dei prezzi siano state componenti diverse da quelle energetiche è tutt’altro che tranquillizzante per i banchieri centrali. L’inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili del paniere e che può essere considerata la componente più persistente dei rincari è ben al di sopra dei target Bce, con un tasso annuo del 5,5% (in aumento dal 5,1% di luglio).
L’inflazione in Italia, massimo dal 1985
L’Italia, fra le grandi economie europee, risulta fra quelle più colpite dall’accelerazione dei prezzi ad agosto, con un aumento mensile dello 0,8% superiore alla media dell’Eurozona. Su base annua, il tasso italiano risulta appena al di sotto della media, attestandosi a +9%.
Secondo l’indice Nic elaborato dall’Istat (che prevede un paniere leggermente diverso) il tasso annuo di agosto è risultato dell’8,4%, spinto “dall’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati” e dagli “alimentari lavorati e i beni durevoli”. E’ l’inflazione più elevata che il Paese abbia mai visto dal 1985. Al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi l’aumento dei prezzi annuo è stato del 4,4% ai massimi dal maggio 1996. Inoltre la crescita dei prezzi del “carrello della spesa” elaborato dall’Istat segna un + 9,7%, ai massimi dal giugno 1984. In Italia l’inflazione acquisita da inizio anno è pari al 7% per l’indice generale e al 3,5% per la componente di fondo
Sono tutti segnali che potrebbero spingere anche i membri più “colomba” del board Bce, come l’italiano Ignazio Visco, a supportare un più deciso intervento di rialzo dei tassi. Una mossa che, d’altro canto, rischia di penalizzare la crescita economica e di mettere in difficoltà le aziende e, di conseguenza, l’azionario europeo. L’Euro Stoxx 600, partito in territorio verde a inizio seduta, è virato sotto la parità e intorno alle 12 e 15 risulta in calo dello 0,8% circa.