Visual Capitalist ha analizzato 20 anni di dati di Jp Morgan, confrontando i rendimenti totali di un investimento di 10mila dollari nell’S&P 500 tra il 2003 e il 2022
Se un risparmiatore fosse rimasto sempre investito, avrebbe ottenuto un capitale pari a 64.844 dollari, con un rendimento annualizzato del +9,8%
Vendere subito prima di un ribasso e acquistare prima di un rialzo, cercando di anticipare i movimenti dei mercati finanziari (strategia nota come “market timing”), non è semplice. Nel tentativo di evitare i peggiori giorni di Borsa, spesso gli investitori rischiano di perdere anche i migliori, senza dimenticare lo stress di investire quando i listini crollano. Tra l’altro ottenendo, nel tempo, rendimenti più bassi rispetto a coloro che lasciano il proprio capitale investito.
Per dimostrarlo, Visual Capitalist ha analizzato 20 anni di dati di Jp Morgan, confrontando i rendimenti totali di un investimento di 10mila dollari nell’S&P 500 tra il 1° gennaio 2003 e il 30 dicembre 2022. Come si evidenzia nella tabella sottostante, se un risparmiatore fosse rimasto sempre investito, avrebbe ottenuto un capitale pari a 64.844 dollari, con un rendimento annualizzato del +9,8%. In altre parole, il suo investimento iniziale sarebbe cresciuto di oltre sei volte. Se al contrario avesse mancato anche solo i 10 migliori giorni di Borsa lungo tutto il ventennio, avrebbe perso oltre il 50% del valore finale del suo portafoglio; di fatto, nel tentativo di prevedere l’andamento dei mercati finanziari, avrebbe ottenuto 29.708 dollari, con un ritorno del +5,6%. Ancor peggio, perdendo 60 dei giorni migliori, l’investitore avrebbe perso il 93% del valore rispetto a quello che avrebbe ottenuto se fosse rimasto investito.
Fonte: Visual Capitalist, dati Jp Morgan
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Il punto, si legge nell’analisi, è che spesso i giorni migliori si verificano durante i mercati ribassisti (o “mercati orso”). Nei 20 anni considerati sette delle 10 sedute migliori si sono manifestate in contesti di questo tipo. Inoltre, molti dei giorni migliori si verificano dopo i giorni peggiori. Nel 2020, per esempio, il secondo giorno migliore è caduto subito dopo il secondo giorno peggiore dello stesso anno. Analogamente, nel 2015, il giorno migliore dell’anno si è verificato due giorni dopo il giorno peggiore. “Come dimostrano i dati storici, i giorni migliori si verificano durante le turbolenze e i periodi di maggiore volatilità di mercato”, confermano da Visual Capitalist. Perdere i giorni migliori danneggia le performance nel lungo termine, aggiungono, spiegando come il market timing non richieda “solo una notevole abilità, ma anche temperamento e un track record costante”. Al contrario, rimanere investiti durante gli alti e i bassi dei listini genera rendimenti competitivi, soprattutto sui periodi più lunghi.
Fonte: Visual Capitalist, dati Jp Morgan