Gli asset manager europei chiedono più tempo per assolvere ai loro doveri di verifica della sostenibilità dei propri investimenti
Il greenwashing dell’industria è però ancora un problema reale: secondo Barclays molti fondi che portano la dicitura Esg non sono per niente sostenibili
Secondo il Forum per la Finanza Sostenibile rimandando la scadenza imposta da Bruxelles si rischia solo di perdere tempo
Esg di nome e non di fatto
Il problema sussite. Secondo un report Barclays la grande maggioranza delle partecipazioni dei fondi Esg non può vantare punteggi più alti in fatto di sostenibilità rispetto ai prodotti finanziari standard. Vantano però, questo sì, costi più elevati. “L’investimento responsabile è diventato un tema caldo negli ultimi anni, e molti investitori si affrettano a integrare le questioni Esg nel loro processo di investimento”, si legge nel rapporto Esg funds: Looking beyond the label. “In questo report abbiamo setacciato due decenni di dati e riscontrato una mancanza di differenze nelle partecipazioni e negli stili di investimento tra i fondi azionari statunitensi incentrati su Esg e non Esg”. Allo stesso tempo, però, la banca sottolinea come i gestori di fondi abbiano reso più attraenti i propri prodotti marchiando le proprie strategie con un’etichetta green.
Il Forum per la finanza sostenibile
È un bene che qualcuno si preoccupi della tassonomia ma non si può prescindere dal dialogo con gli operatori finanziari e il mercato. Secondo Gian Franco Giannini Guazzugli, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile “è importante che ci sia una regolamentazione, non se ne può più fare a meno”. Certo per chi da anni lavora con gli investimenti sostenibili, adeguarsi alle definizioni che le istituzioni propongono non è facile né rapido. Ma bisogna distinguere gli operatori che devono eseguire piccole correzioni alla struttura dei portafogli da chi ha fatto della sostenibilità una mera scelta di marketing e si trova con un grande lavoro da fare. “Quello che ci lasciamo alle spalle è un anno non certo semplice, nessuno poteva prevedere l’arrivo della pandemia”, prosegue Guazzugli. “Ma anche tenendo conto delle complicazioni che il 2020 ha portato all’industria dell’asset management, è opportuno procedere rapidamente per completare il processo di riforma dei mercati finanziari e dare un quadro chiaro agli investitori sugli investimenti sostenibili. L’Efama è un’associazione molto rappresentativa:ci auguriamo che tutte le difficoltà nell’adempiere ai nuovi requisiti possano essere rapidamente superate”.