Si tratta di strategie che combinano caratteristiche di tipo obbligazionario e azionario. La componente obbligazionaria ha le qualità difensive delle obbligazioni ordinarie, mentre l’opzione “call” incorporata consente un’esposizione all’andamento delle azioni
A parità di altri fattori, per ogni movimento a salire o a scendere delle loro azioni sottostanti, le obbligazioni convertibili tendono a catturare più il lato positivo che il lato negativo
Nell’ultimo ventennio, le obbligazioni convertibili globali hanno risentito mediamente del 53% dei ribassi dei mercati azionari e allo stesso tempo sono riuscite a catturare il 65% dei rialzi
Il brusco scossone azionario del 2018 ha spaventato sufficientemente gli investitori, che ora guardano con sempre maggiore interesse al mercato obbligazionario. E’ anche vero però che le obbligazioni spesso sono appetibili in termini di protezione, ma non di guadagno, soprattutto in Europa. Come ovviare allora a questa contrapposizione fra il guadagno e la protezione del capitale? Secondo Nicolas Delrue, head of investment specialists & convertible bond investment specialist di Union Bancaire Privée (Ubp), la risposta è quella delle obbligazioni convertibili.
Guadagno senza rinunciare alla protezione
Si tratta di strategie che combinano caratteristiche di tipo obbligazionario e azionario. La componente obbligazionaria conferisce loro qualità difensive delle obbligazioni ordinarie, ad esempio, un “pavimento” e una cedola regolare. L’opzione call incorporata consente invece un’esposizione all’andamento del prezzo delle azioni sottostanti. Il che costituisce un’alternativa appetibile per gli investitori.
A parità di altri fattori, per ogni movimento a salire o a scendere delle loro azioni sottostanti, le obbligazioni convertibili tendono a catturare più il lato positivo che il lato negativo. Storicamente, la struttura delle obbligazioni convertibili ha fornito agli investitori benefici a lungo termine, sia rispetto alle azioni sia rispetto alle obbligazioni.
Relativamente alle azioni, le obbligazioni convertibili hanno dimostrato infatti di essere in grado di offrire rendimenti simili o più elevati, con una volatilità dimezzata, in un intero ciclo economico. Nell’ultimo ventennio, le obbligazioni convertibili globali hanno risentito mediamente di solo il 53% dei ribassi dei mercati azionari e allo stesso tempo sono riuscite a catturare il 65% dei rialzi.
Volatilità contenuta
Le obbligazioni convertibili hanno anche dimostrato la loro capacità di migliorare il profilo di rendimento di un puro investimento a reddito fisso nel lungo periodo. Il tutto, a fronte di un contenuto aumento della volatilità.
Nella fase attuale del ciclo economico, matura e lenta, il mercato privilegiato dalle obbligazioni convertibili è quello delle società legate ai trend secolari. Ossia quelli meno correlati ai frangenti di attualità economica. Si tratta quindi per esempio dei settori della digitalizzazione, della transizione demografica, dell’economia, dell’aumento dei consumi della classe media in Asia. Ultimo ma non ultimo, le obbligazioni convertibili offrono alle imprese condizioni di finanziamento interessanti grazie alla riduzione degli interessi in cambio dell’opzione di conversione.