Occorre aumentare il bacino degli iscritti ai fondi pensione. A tal proposito, è necessario comprendere le esigenze e i bisogni dei giovani e andare loro incontro
Sostenere il secondo pilastro significa sostenere, anche, il benessere dell’intera collettività. Non è un caso se, nel 2020, anche nel pieno della pandemia, le adesioni ai fondi pensione hanno continuato a crescere; toccando cifre ancora più alte nel 2021
Le riflessioni di Lucia Anselmi hanno fornito utili spunti per comprendere in che modo il mondo della previdenza complementare si sta muovendo e quali sono gli orientamenti che intende assumere, anche Covip, per affrontare le sfide future che l’attendono.
In questi termini, il Direttore Generale Covip, ha sin da subito chiarito che “è necessario incrementare l’interesse generale verso la previdenza complementare”, in quanto, sostenere il secondo pilastro significa sostenere, anche, “il benessere dell’intera collettività”. Non è un caso se, nel 2020, nel pieno della pandemia, le adesioni ai fondi pensione hanno continuato a crescere; toccando cifre ancora più alte nel 2021.
Ebbene, in questo senso, non si può sottovalutare il peso attualmente ricoperto dal settore anche dal punto di vista economico. Il mondo della previdenza complementare può contare su cifre importanti: oltre 8 milioni e mezzo di iscritti; oltre 9 milioni di posizioni attive; flussi contributivi fino a 16 miliardi annui; risorse per 200 miliardi. Cifre, queste, che permettono al settore di occupare un’ampia fetta del Pil.
È opportuno, però, non fermarsi a questi dati (che pure raccontano di rendimenti positivi e di ottimi risultati), ha osservato Anselmi. Occorre riflettere sulle prospettive del mercato italiano, sui possibili ambiti e margini di miglioramento del settore e, dunque, sui passi da intraprendere per fare in modo che, nel prossimo futuro, vi sia una sempre maggiore adesione ai fondi pensione.
Ciò considerato, per raggiungere più adesioni e rendere più solido il secondo pilastro, come è stato segnalato dai relatori – esponenti del mondo dell’asset management e dei fondi pensione -, sono diversi i fattori su cui bisogna investire.
Segnatamente, è stato rilevato che: in prima battuta, occorrerebbe promuovere, già nella scuola, dei percorsi di formazione sui concetti finanziari e assicurativi, per offrire ai ragazzi gli strumenti di base atti a comprendere come ottimizzare le proprie risorse e come investire consapevolmente nel proprio futuro; in secondo luogo, è necessario continuare ad investire nel digitale e nella telematizzazione dei servizi di fondo pensione per facilitarne l’utilizzo; infine, occorre strutturare una seria riforma fiscale, volta ad aumentare i vantaggi tributari (ad esempio superare la soglia di deducibilità ferma da anni a 5164 €) e quindi incentivare l’accesso dei giovani, assicurando altresì la permanenza dei soggetti già iscritti.
Con specifico riferimento agli aspetti fiscali, è stato posto l’accento sul fatto che, in un’ipotetica prospettiva di riforma della previdenza complementare, si dovrebbe intervenire per modificare la tassazione dei rendimenti. Altrimenti detto, si dovrebbe portare anche sui rendimenti una tassazione sul realizzato, che – in buona sostanza – deve colpire il capital gain solo quando si manifesta come tale. In alternativa, nell’ambito di una possibile riforma, si dovrebbe insistere per assicurare, come già ora avviene in altri Stati europei, l’esenzione fiscale del rendimento.