- Dal più recente picco del 10 luglio all’8 agosto l’indice Morningstar Us Technology ha perso l’11,9%. Nello stesso periodo il Morningstar Us Market ha lasciato sul terreno il 5,1%
- Morningstar ha individuato 10 fondi azionari statunitensi che hanno prosperato durante la cosiddetta rotazione dai titoli tecnologici
Prima la lunga corsa, poi il crollo: i titoli tecnologici hanno recentemente subito una battuta d’arresto. Dal più recente picco del 10 luglio all’8 agosto l’indice Morningstar Us Technology ha perso l’11,9%. Nello stesso periodo l’indice Morningstar Us Semicondutors ha perso il 20,9% mentre il mercato generale, misurato dall’indice Morningstar Us Market, ha lasciato sul terreno il 5,1%. Al momento sembra che i timori di recessione che hanno travolto Wall Street a inizio mese si siano placati, ma tra le cause della bufera che ha colpito i listini c’erano proprio le trimestrali delle big tech, che hanno alimentato i sospetti sulla profittabilità dei titoli legati all’intelligenza artificiale.
La metodologia adottata da Morningstar
Per chi sposa ancora questa teoria, Morningstar ha individuato 10 fondi azionari a stelle e strisce che hanno prosperato durante la cosiddetta “rotazione settoriale”, ovvero il passaggio di testimone dai titoli tech ai titoli finora rimasti indietro. La selezione tiene conto solo dei prodotti con un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari e un “Morningstar medalist rating” pari o superiore a “bronzo”: una valutazione prospettica di quanto ci si attende che un fondo sovraperformi il suo indice di riferimento, al netto delle commissioni, nell’arco di un intero ciclo di mercato. Le valutazioni ottenibili sono cinque (oro, argento, bronzo, neutro o negativo) sulla base di tre pilastri: analizzando l’organizzazione incaricata della gestione del fondo, valutando i manager responsabili delle decisioni chiave relative al prodotto e infine determinando se la strategia applicata dal gestore sia efficace e ripetibile.
Fonte: Morningstar
Il fondo che ha registrato le migliori performance è l’Invesco S&P SmallCap 600 Revenue Etf da 1,5 miliardi di dollari, con un rendimento del 9,1%. Segue il Franklin U.S. Low Volatility High Dividend Etf con l’8,2% e l’Spdr Ssga Us Small Cap Low Volatility Etf con l’8,1%. Sei dei 10 fondi nella lista detengono meno del 5% dei loro portafogli in titoli tecnologici, ma non mancano eccezioni. Il Df Dent Small Cap Growth da 208 milioni di dollari, per esempio, detiene il 26,6% del suo portafoglio in azioni tech. Ad ogni modo, nessuno dei prodotti selezionati da Morningstar detiene più dell’1% del proprio portafoglio nell’industria dei semiconduttori, una delle aree trainanti del recente boom dell’intelligenza artificiale.
Fonte: Morningstar
Cinque fondi non investono affatto in questo settore. Il Franklin Us Low Volatility High Dividend Etf da 595 milioni di dollari, per esempio, segue un indice di titoli che presentano una bassa volatilità e pagando dividendi elevati e sostenibili. Come dichiarato da Zack Evens, manager research analyst di Morningstar, le partecipazioni del fondo sono caratterizzate da un “posizionamento conservativo che favorisce utility e titoli difensivi”. Un altro caso è quello del Virtus Kar Small-Cap Growth da 2,8 miliardi di dollari. Il team considera “società con ricavi affidabili, alti margini di profitto e bassi rischi finanziari con un promettente potenziale di rialzo”, afferma Tony Thorn, a sua volta manager research analyst della società di rating.