Non male per i tempi che corrono, un 23% di guadagno, come ha fatto?
Basta fare qualche ricerca per rendersi conto che viviamo in tempi bui
Io stesso sono una persona che si fa travolgere dagli eventi, sempre di corsa, che non si rende conto che il tempo vola e che spesso sfugge di mano, del resto credo sia naturale concentrarsi sul qui ed ora.
Lo sosteneva anche Orazio!
Siamo perennemente in attesa di una stabilità finanziaria e sociale che probabilmente non arriverà mai e difficilmente riusciremo a seguire le orme dei nostri genitori e dei nostri nonni, non ci sono le condizioni adatte per poterlo fare ma soprattutto non abbiamo più la mentalità giusta.
E’ finito il tempo delle formiche, siamo nell’era delle cicale!
Allora mi chiedo: come riuscirò a garantirmi il mantenimento di questo tenore di vita, dei miei hobby, e se dovessi mai mettere su famiglia?
Ho letto molto, approfondito, parlato e discusso fino a quando ad un certo punto ho sbattuto la faccia contro un’ovvietà: la previdenza complementare.
Ovvio si, ma non per tutti.
Generalmente un ragazzo pensa alla previdenza complementare come a qualcosa di lontano, quasi di irraggiungibile quindi inutile per soddisfare un bisogno immediato e imminente, anzi, un sacrificio, una privazione.
Ma pensiamoci bene: se io non affronto oggi quello che potrebbe servirmi domani, come farò a pagarmi l’affitto, il telefono, Spotify, Netflix, o molto più realisticamente mantenere la mia futura famiglia?
Chi va in pensione di questi tempi, generalmente gli viene riconosciuto il 75% dell’ultima busta paga, ma quel 25% mancante magari un giorno rappresenterà la retta dell’università di mio figlio; come la pagherò il giorno dopo che andrò in pensione? Come colmerò questo gap?
Basta fare qualche ricerca per rendersi conto che viviamo in tempi bui.
I dati pensionistici peggiorano di anno in anno. Aumenta l’età media e di conseguenza aumentano le pensioni da mantenere, pensioni mantenute da noi lavoratori.
Un perfetto ingranaggio sociale se non fosse per un piccolo particolare che spesso viene sottovalutato: il numero dei lavoratori e dei contributi che versano quest’ultimi sono inferiori al numero delle pensioni da sostenere dei nostri tanto amati nonni, di conseguenza il gap è destinato ad aumentare, diventa quindi vitale pensare al nostro futuro.
Lo Stato è consapevole di questo enorme problema sociale ed è proprio per questo motivo che ha deciso di giocare diverse carte per far si che la gente si avvicinasse sempre di più alla previdenza complementare.
Un vantaggio su tutti è rappresentato dalla fiscalità. Non voglio scendere troppo nello specifico, il discorso andrebbe affrontato con il proprio Consulente Finanziario però voglio incuriosirvi con un pratico esempio:
“Tosca è una giovane libera professionista. Ha 24 anni e come molti suoi coetanei ha una carriera discontinua e lo stipendio che percepisce non le consente di accantonare con costanza i contributi nel Fondo Pensione.
Tuttavia, sotto consiglio per proprio Consulente, ha deciso di aprire una posizione previdenziale. I genitori decidono per il suo compleanno di regalarle 1000,00 euro.
Nel corso del 2019, a fronte di un reddito IRPEF dichiarato di 16’000,00 euro ha risparmiato grazie alla sua deducibilità 230 euro sulle tasse.”
Non male per i tempi che corrono, un 23% di guadagno in un anno, come ha fatto?
Beh, questo lo dovete chiedere al Vostro consulente.