Il panorama dei family office sta cambiando, poiché nuovi aspetti della vita dei membri della famiglia vengono messi a fuoco. La gestione dello stile di vita è la chiave per gestire le aspettative dei clienti al di fuori della loro sfera finanziaria e sta rapidamente passando dall’essere opzionale all’essere essenziale per i family office. Nascono così nuove figure professionali come ad esempio il lifestyle manager.
Il lifestyle manager e il suo ruolo nei family office
Gli asset alternativi comprendono anche i beni di lusso, molti dei quali hanno superato gli strumenti di investimento tradizionali negli ultimi 10-15 anni. Quando si parla di automobili, orologi o opere d’arte, il lifestyle manager è una risorsa strategica per decidere sia cosa abbia senso come investimento sia cosa scegliere per non discostarsi dallo statement della famiglia o per assecondare le passioni delle generazioni future. Non a caso, i lifestyle manager si confrontano quotidianamente con i desideri d’acquisto dei membri della famiglia e proprio i beni di lusso sono anticiclici, a prova di recessione e non seguono necessariamente l’andamento del mercato.
Best practice nella gestione ideale dei pleasure asset nei family office
Secondo il Single Family Office Best Practices Report di Morgan Stanley, non esistono ricette da seguire per creare e gestire un family office, oltre all’importanza di formulare un Family Mission Statement, scritto e aggiornato periodicamente; per gli investimenti in arte, il decalogo evidenzia che arte e collectibles costituiscono il 5-10% del patrimonio di una famiglia UHNW. Il valore di una collezione deve essere ben tenuto in considerazione all’interno del complessivo bilancio patrimoniale familiare. Inoltre, si dovrebbe prendere in considerazione, con molta attenzione, il modo in cui i beni di lusso, come arte e altri passion asset, possono essere trasferiti in modo efficiente dal punto di vista fiscale tra le generazioni.
Queste sono alcune delle questioni che emergono nella gestione patrimoniale e che possono essere particolarmente complesse nel caso in cui un collezionista divida la ricchezza tra attività finanziarie e le preziose collezioni. Il Report di Morgan Stanley sottolinea anche l’importanza delle regole di governance nella gestione di una collezione: se l’intenzione è quella di preservare tutta o parte della collezione per le generazioni future, occorre costruire strutture giuridiche appropriate per possedere e conservare le opere d’arte ed avvalersi di esperti per guidare i membri della famiglia nelle fasi di acquisizione, di gestione e di valorizzazione delle opere e collezioni, da parte di professionisti indipendenti che non hanno un legame emotivo con le opere d’arte e che possono contribuire a mitigare o evitare il sopraggiungere di oneri fiscali o finanziari.
Il trasferimento delle collezioni
Trust, tasse e pianificazione successoria sono alcuni degli aspetti da tenere presente nella gestione quotidiana di una collezione; così, ad esempio, il tema della tassazione nella cessione di opere d’arte da parte di privati (si veda, da ultimo, la Cassazione, sez. V, 16 gennaio 2024, n. 1603). Allo stesso modo, collezionisti che intendano donare la propria collezione devono programmare e documentare il trasferimento, nell’ambito delle più ampie attività di filantropia strategica.
In tutti questi casi, la valutazione delle opere assume importanza non solo ai fini patrimoniali ma anche per la validità degli atti di cessione che, oltre alla forma dell’atto di donazione notarile alla presenza di due testimoni, dovrà documentare la valutazione economica dei beni donati a valore di mercato reda da un esperto indipendente. Anche la scelta dell’istituzione culturale ricevente, museo o fondazione privata che sia, dovrà essere ponderata anche alla stregua dell’importanza e del valore della donazione. Estremamente importante, dunque, accordi che forniscano termini chiari sulla visibilità dell’opera donata nelle sale espositive del museo ricevente e della sua conservazione secondo gli standard internazionali di cura e custodia delle collezioni. La stessa prudenza deve essere prestata nel caso in cui il collezionista intenda creare un proprio museo privato: costituire e mantenere una fondazione comporta costi elevatissimi non solo in termini di investimenti iniziali ma anche e soprattutto di gestione della struttura nel tempo e per le generazioni future.
L’importanza di affidarsi agli esperti
Perché le famiglie dovrebbero, nella gestione di una collezione, farsi assistere da un advisor indipendente (es. art advisor, art collection manager)? Un bravo consulente non solo può aiutare il collezionista a decidere quali opere alienare e a quali condizioni (es. in asta o per trattativa privata), ma anche determinare costi e benefici connessi alla vendita delle opere d’arte (ad es. commissioni di vendita in asta, IVA, ecc.). Allo stesso modo, un avvocato specializzato in arte può fornire una prospettiva legale sulla valutazione delle opere d’arte per finalità di pianificazione fiscale e successoria. Può anche aiutare a districarsi nelle complesse e più sofisticate questioni giuridiche nel caso di protezione, detenzione e alienazione di opere d’arte da parte di esecutori testamentari, amministratori fiduciari o i trustee.