Il 13 marzo Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, portandosi a 73.678 dollari, secondo i dati della piattaforma CoinDesk. Con un ritorno superiore al 71% da inizio anno, se il Bitcoin fosse un’azione dell’S&P 500 risulterebbe seconda in termini di performance subito dopo la regina dei chip Nvidia (+85%).
In questa situazione di grande esuberanza per il mondo crittografico, sarebbe stato logico aspettarsi una notevole sovraperformance degli Etf tematici dedicati ai titoli crypto e blockchain. In verità, però, le performance da inizio anno sono state prevalentemente deludenti e spesso negative per questi prodotti.
Come sono andati gli Etf blockchai da inizio anno
Da inizio anno al 12 marzo, i cinque maggiori Etf a tema blockchain disponibili in Italia, che complessivamente gestiscono 852 milioni di euro, hanno realizzato ritorni inferiori a quelli dell’indice americano S&P 500, con l’unica eccezione del fondo con le masse più consistenti, Invesco CoinShares Global Blockchain, che ha realizzato una performance del 12,68%, a fronte del 9% circa dell’S&P 500. Proseguendo in ordine dimensionale l‘Etf VanEck Crypto and Blockchain Innovators, nonostante il rally di febbraio, ha ceduo il 2,95% da inizio anno; First Trust Indxx Innovative Transaction & Process ha realizzato un +6,80%, inferiore alla media di mercato; iShares Blockchain Technology segna un rosso del 3,21%; Global X Blockchain, infine, ha ceduto il 2,91%.
Questi risultati appaiono complessivamente deludenti non solo in relazione alla performance spettacolare messa a segno dal Bitcoin o a quella dell’S&P 500, ma anche rispetto alla più importante società crypto quotata in Borsa, l’exchange Coinbase, che ha registrato un massiccio rialzo del 60% da inizio anno.
Bitcoin e società blockchain non sono sovrapponibili
E’ evidente dalle performance degli Etf tematici che le società incluse negli indici tracciati dagli Etf tematici su Blockchain non riescono completamente a beneficiare della spettacolare corsa del Bitcoin. Ad esempio, l’Etf di iShares vede al suo interno proprio Coinbase come prima esposizione, ma anche molte altre società in territorio negativo da inizio anno come Marathon Digital Holdings, giù dell’11%, e Riot Platforms, a -22% da inizio anno. La salsa segreta dell’unico Etf blockchain che abbia sovraperformato su Wall Street, quello di Invesco, sembra rispondere al nome di Monex, una broker finanziario giapponese che, da inizio anno, ha fatto un balzo del 27%. Un’altra mossa astuta dell’Etf Invesco è consistita nella decisa allocazione in portafoglio sul colosso dei semiconduttori taiwanese Tsmc, più esposto all’esuberante trend dell’intelligenza artificiale, che non a quello della blockchain. Tsmc, ha realizzato una performance superiore al 30% da inizio anno.
Altro caso singolare è quello del fondo comune BNY Mellon Blockchain Innovation Fund, che un tempo vedeva nella banca preferita per i servizi cripto Silvergate (fallita lo scorso anno) la sua principale esposizione. Osservando le maggiori posizioni del portafoglio si scorge al primo posto il titolo Nvidia, che effettivamente produce processori utilizzanti nelle attività di mining, ma ben più collegata al trend AI.
Queste analisi sembrano suggerire come la ricerca di un’esposizione al tema cripto, conseguita acquistando società più o meno legate al successo di mercato del Bitcoin, sia una strategia che non dà troppe garanzie di una fedele correlazione. Tant’è che molti Etf Blockchain sono in rosso da inizio anno, nonostante un rialzo del 70% per il Bitcoin. La disponibilità di prodotti Exchange-traded che investono direttamente in Bitcoin offrono la possibilità di cavalcare questo trend, anche se con tutta la volatilità che deriva dal possesso diretto di criptovalute.