Introduzione alla regolamentazione delle cripto attività in Italia
Nell’agenda legislativa del Consiglio dei Ministri, la regolamentazione dei mercati delle cripto attività continua ad avere un ruolo predominante. Se il 24 maggio scorso, il Consiglio dei Ministri ha dato luce verde alla Legge di delegazione europea 2024, con la quale è stata recepita nel nostro ordinamento la direttiva (Ue) 2023/2226 in materia di scambio automatico di informazioni ai fini fiscali in materia di cripto attività (per una maggior trattazione rimandiamo al nostro articolo “Cripto attività e rischi fiscali: la sfida della nuova direttiva Ue”, We-wealth.com, del 30.08.2024), il 30 agosto è toccato al Regolamento (Ue) 2023/1114 passare sotto l’esame dell’esecutivo.
La Legge di delegazione europea 2024 e il suo impatto
Il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato in via definitiva il decreto legislativo relativo all’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (Ue) 2023/1114, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2023, sui mercati delle cripto attività e che modifica i regolamenti (Ue) n. 1093/2010 e (Ue) n. 1095/2010 e le direttive 2013/36/Ue e (Ue) 2019/1937. Il decreto legislativo è stato poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 215 del 13 settembre, entrando in vigore dal giorno successivo, pur se per l’integrale applicazione si dovrà attendere il 30 dicembre 2024.
Cosa prevede il Regolamento Ue 2023/1114 (MiCar)
Il decreto legislativo n. 129 del 5 settembre 2024 introduce nel nostro ordinamento il Regolamento Ue 2023/1114, anche conosciuto con l’acronimo MiCar – Markets in crypto asset regulation. Quest’ultimo, come spiegato nel Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 92 del 30 agosto scorso, si pone l’obiettivo di introdurre “una regolamentazione minima valida per tutte le cripto attività”, agendo su:aspetti di particolare rilevanza quali:
- gli obblighi di trasparenza informativa per l’emissione, l’offerta al pubblico e l’ammissione di cripto attività su una piattaforma di negoziazione;
- l’autorità e la vigilanza dei prestatori di servizi per le cripto attività e per gli emittenti di token in moneta elettronica;
- il funzionamento, l’organizzazione, la governance degli emittenti e dei prestatori di servizi per le cripto attività; la tutela dei possessori di cripto attività e dei clienti dei prestatori di servizi;
- le misure per prevenire l’abuso di informazioni privilegiate, la divulgazione illecita di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato.
Obblighi di trasparenza e vigilanza per i prestatori di servizi
Un’esigenza, quella di arginare i rischi legati a tali strumenti, nata dalla stessa natura delle cripto attività. Il Regolamento, infatti, si assume il compito di definire le diverse tipologie di crypto asset in relazione alle caratteristiche che le connotano, alle funzioni da esse assunte, nonché ai profili di rischi e alla loro idoneità (o meno) di assolvere a finalità di pagamento.
I poteri di intervento e i compiti di costante vigilanza da parte della Banca d’Italia e della Consob, le Autorità competenti per l’Italia, variano a seconda della tipologia di cripto-attività.
Tipologie di cripto attività e i rischi associati
Un esempio: con riferimento ai token Art (asset-referenced tokens, ossia token collegati a una o più attività sottostanti), alla Banca d’Italia, d’intesa con la Consob, è attribuita la competenza ad autorizzarne l’emissione, l’offerta al pubblico e la richiesta di ammissione alla negoziazione da parte dei relativi emittenti.
Le competenze di Banca d’Italia e Consob nella regolamentazione: Prospettive d’intervento
Il MiCar non agisce da solo, bensì si inserisce in un’orchestrale disegno regolamentativo del settore delle cripto attività e dei rischi che esso può comportare. Ciò è ancora più evidente se si esamina il contesto europeo, dove la ricerca di competitività non resta slegata alla garanzia di protezione dei consumatori e di stabilità finanziaria.
Prospettive future e sfide del Regolamento MiCar
L’individuazione di due istituzioni, come la Banca d’Italia e la Consob, a cui demandare poteri autorizzativi e di vigilanza, promuoverà certamente lo sviluppo di un ambiente nazionale più favorevole all’utilizzo di strumenti connessi alle cripto attività.
Critiche e suggerimenti per una regolamentazione efficace
Non mancano, tuttavia, alcune osservazioni critiche, soprattutto alla luce degli sviluppi tecnologici che impongono nuovi modelli economici e finanziari, svincolandosi dagli attuali standard regolamentativi dei legislatori europei e nazionali. La Banca d’Italia, per intendersi, reclama già un “MiCar 2”.