Domanda: meglio un conto deposito che offre il 4% annuo per sei mesi o il 2% per dodici? Alla fine dell’anno, il guadagno sarà lo stesso, ma non ci vuole molto a capire quale delle due offerte suoni di gran lunga più attraente. Sono sempre più numerose le banche che, pur di mantenere la remunerazione annua molto elevata, riducono i mesi durante i quali viene percepita, creando nei meno esperti una possibile confusione. Inoltre, decorsi i sei mesi di rendimento, l’investitore si domanderà molto prima dove mettere al lavoro il suo denaro, aprendo la possibilità alla banca di vendere prodotti nettamente più profittevoli (anche per lo stesso istituto).
Il panorama di queste offerte è piuttosto variegato e We Wealth ha raccolto alcune delle proposte attive al momento della pubblicazione, 7 novembre 2024, notando come, fra i conti che offrono il fatidico 4% – il tasso a cui per mesi gli investitori si sono abituati – compaiano vari vincoli o durate brevi, o entrambe le cose. Ad esempio, il conto remunerato di Zurich Bank offre il 4% annuo per soli tre mesi, e solo vincolando le somme per quel periodo. Banca Sella offre il 3% per sei mesi, ma solo se si conferiscono somme da investire in risparmio gestito (fondi su cui la banca percepisce dal cliente commissioni periodiche).
Tutto regolare, se si guardano bene gli asterischi o se si ha una buona cultura finanziaria di base. Il problema è che il popolo dei conti deposito, spesso, cerca una soluzione semplice per risparmiare proprio perché in finanza non è molto ferrato.
“La battaglia delle banche per acquisire clientela, sfruttando i tassi da applicare sui conti, non accenna a rallentare”, ha raccontato a We Wealth Edoardo Fusco Femiano, fondatore di DLD Scf e consulente autonomo, “alla verifica delle condizioni di queste offerte immancabilmente si scopre che sono condizionate al rispetto di alcuni vincoli interni (limite d’importo, accredito dello stipendio, durata dell’offerta, sottoscrizione di prodotti finanziari collegati)”.
Con un 4% in bella mostra nella cartellonistica, si attira l'attenzione e si riesce più facilmente a battere la concorrenza del Bot a sei mesi, che per la cronaca rende oggi il 2,58% netto contro il 2,96% netto di un conto deposito al 4% lordo.
“Il problema di questo genere di pratiche commerciali risiede nell’illusione di una soluzione semplice e immediatamente vantaggiosa per chi desidera ottenere un rendimento rapido sui propri risparmi”, ha dichiarato Fusco Femiano, “il secondo effetto, quello peggiore, risiede nell’innesco di una serie di meccanismi psicologici e comportamentali che distolgono le persone dagli obiettivi finanziari di lungo periodo, compromettendone le scelte di pianificazione finanziaria, anche quando ben strutturata e sostenibile”.
Per le banche, fare raccolta diretta di liquidità pagando un interesse interessante per un breve periodo di tempo è una pratica commerciale volta a convertire, in un secondo momento, il risparmio in fondi e polizze di lungo periodo. È un processo virtuoso o crea problemi?
Queste offerte, ha aggiunto il consulente, favoriscono “uno spostamento dell'attenzione da una gestione patrimoniale globale a una visione frammentata e di breve termine” che incoraggia una “miopia finanziaria, che favorisce il rendimento immediato, compromette la coerenza di qualsiasi piano, con i risparmiatori che si ritrovano così a rispondere a stimoli esterni e non alle proprie necessità e obiettivi, mettendo spesso a rischio la loro stessa sicurezza finanziaria”.
Visto che questo novembre coincide con il Mese dell'educazione finanziaria, meriterebbe una riflessione la diffusa pratica delle offerte finanziarie effimere, nate con l'evidente obiettivo di ingolosire chi ha dei risparmi da parte. “È essenziale che le iniziative di educazione finanziaria, tanto promosse in sede pubblica, vadano oltre la teoria e trovino una corrispondenza nelle pratiche del mercato”, ha concluso Fusco Femiano, “solo così si potrà costruire quella consapevolezza tanto auspicata”.