L’idea di potersi permettere ferie illimitate senza doverne dare conto al datore di lavoro è indubbiamente un sogno non così tanto nascosto della maggior parte dei dipendenti. E negli ultimi anni, complici anche i lockdown legati alla pandemia, questa prospettiva è diventata concretamente la realtà in diverse società, tra cui colossi globali quali Microsoft e Netflix, che offrono ai propri dipendenti il cosiddetto paid time off (PTO) illimitato.
Le ferie illimitate offrono ai dipendenti maggiori possibilità di avere più tempo da dedicare a sé stessi, senza alcun limite apparente, mentre per i datori di lavoro la concessione ai dipendenti più tempo libero sufficiente per rilassarsi si può tradurre in una maggiore produttività. Inoltre, una politica di PTO illimitate può portare a un risparmio sui costi per un’azienda che va a snellire le pratiche amministrative e inoltre non è più tenuta a pagare le ferie non utilizzate ai dipendenti quando andranno in pensione o si licenzieranno.
Ma la concessione di ferie illimitate può diventare un elemento per valutare le future performance di un’azienda? Stando all’ultimo sondaggio Markets Live Pulse (MLIV Pulse) condotto da Bloomberg la maggior parte (64%) degli oltre mille investitori interpellati afferma che le aziende che offrono questa opzione faranno meglio dell’S&P 500.
Le ferie illimitate sono viste quindi come un potenziale punto di forza. La convinzione prevalente è che questo tipo di politica di gestione altamente flessibile della forza lavoro consente alle aziende di attrarre i migliori talenti contribuendo anche a ridurre i costi associati al risarcimento per le ferie non utilizzate.
La politica delle ferie illimitate è “una specie di coltellino svizzero per i reclutatori, che la usano per competere per i migliori talenti”, rimarca Rich Fuerstenberg, senior partner della società di consulenza Mercer, che però ritiene difficile asserire che le ferie illimitate porteranno direttamente a un aumento delle performance.
L’evidenza che esce da questo sondaggio rispecchia anche la tendenza ad associare queste politiche flessibili a società tech. “Stanno sovraperformando l’S&P 500 a causa della loro politica PTO illimitata o perché sono il tipo di datore di lavoro che avrà una politica PTO illimitata?”.
Pratica ancora poco diffusa
Ad oggi solo l’8% circa delle aziende negli Stati Uniti offre PTO unlimited, secondo un sondaggio del 2023 della Society for Human Resource Management.
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Le ferie illimitate chiaramente ad oggi non sono la norma. Circa il 12% degli intervistati di MLIV Pulse ha affermato che la propria azienda ha questa politica. I due terzi degli intervistati ha affermato che la loro azienda concede loro più di 20 giorni di ferie pagate all’anno. Tuttavia, meno del 40% degli intervistati ha riferito di essersi preso più di 20 giorni di ferie.
Ma nella pratica i dipendenti delle aziende che hanno introdotto questa politica che uso fanno di questa ‘concessione’? Mercer rimarca come più di due terzi delle aziende che hanno implementato la politica afferma che la quantità di tempo impiegata dal personale non è cambiata. Di quelli che hanno segnalato un cambiamento, la maggioranza ha affermato che i dipendenti hanno effettivamente preso meno congedi.
Va ricordato che i lavoratori statunitensi sono poco propensi a prendere ferie, con solo un terzo degli intervistati statunitensi che dichiara di prendersi una settimana intera di ferie più di una volta all’anno, rispetto a circa i due terzi dei lavoratori in altre regioni.
Dal survey condotto da Bloomberg emerge comunque che gli investitori non vedono le ferie illimitate come il vantaggio più interessante in prospettiva. Gli intervistati credono che prenderà maggiormente piede la settimana lavorativa corta, ossia di quattro giorni.