La grande scommessa delle casse di previdenza non è stata poi tanto diversa da quella di molti altri italiani: nel 2023 hanno puntato con decisione sui Btp, quasi raddoppiando gli acquisti netti di titoli di Stato italiani, che sono saliti a 3,8 miliardi. La composizione del portafoglio dei fondi pensione di categoria si è quindi ulteriormente spostata verso i titoli di Stato italiani, la cui quota sul portafoglio obbligazionario è aumentata dal 25,5% al 33,5% tra il 2022 e il 2023. Questo si traduce in un valore attuale degli investimenti in titoli di Stato italiani che è cresciuto da 9,92 a 14,47 miliardi di euro, con un balzo di circa il 45%. Lo mostrano i dati di un nuovo rapporto presentato dalla Covip, l’ente di vigilanza sui fondi pensione.
La maggior parte dei titoli di Stato italiani è acquistata direttamente dalle casse di previdenza, senza ricorrere a fondi terzi. Considerando solo i bond detenuti direttamente dai fondi pensione di categoria, i Btp rappresentano il 57,2% del portafoglio obbligazionario, in aumento rispetto al 45,4% del 2022.
Azioni italiane nei fondi pensioni, home bias o risorsa?
Anche le azioni italiane sono diventate relativamente più importanti nella composizione del portafoglio, passando dal 36,3% al 37,1% del portafoglio azionario complessivo (ben oltre le azioni statunitensi, al 26,8%). Come per i Btp, le casse di previdenza tendono a comprare direttamente le azioni italiane, senza passare attraverso i fondi comuni: i titoli italiani rappresentano il 78,7% del portafoglio azionario detenuto direttamente. Nel 2023, “le casse di previdenza sono state acquirenti nette di azioni italiane per 500 milioni e di obbligazioni societarie per 180 milioni”, mentre, per quanto riguarda i titoli non domestici, “le casse risultano venditrici nette di titoli di Stato per quasi un miliardo di euro”.
In totale, gli investimenti delle casse di previdenza nell’economia italiana ammontano a 44 miliardi di euro, pari al 38,6% delle attività, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2022. In questo contesto, predominano ancora gli investimenti immobiliari (17,1 miliardi, pari al 15% delle attività totali), seguiti dai titoli di Stato (13,8 miliardi, il 12,1% delle attività totali).
Mentre da un lato è utile per la politica nazionale che il risparmio venga impiegato su imprese e titoli di Stato italiani, dall’altro, una visione più egoistica potrebbe portare gli investitori a preferire casse previdenziali più orientate ai mercati storicamente più performanti. Si tratta di un dilemma complesso, tra il sostegno all’economia nazionale e la ricerca di migliori ritorni per la propria pensione
Casse di previdenza, i numeri complessivi
Gli attivi totali delle casse di previdenza sono cresciuti a 114,1 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 9,9% rispetto all’anno precedente, pari al 5,4% del Pil. Negli ultimi dieci anni, le risorse complessive del settore sono aumentate di 48,4 miliardi di euro, con una crescita media del 5,7% annuo.
La composizione del portafoglio vede le obbligazioni al 37,9%, con 43,2 miliardi di euro; le azioni, che rappresentano il 21,6%, sono salite da 17,4% del 2022 a 21,6 miliardi; mentre gli immobili, con 18,8 miliardi, hanno ridotto la loro incidenza al 16,5% (-1,3 punti percentuali).