Parlando a un’audizione del comitato del Tesoro inglese il Governatore della Bank of England Mark Carney ha accusato i fondi a liquidità giornaliera di essere “costruiti su una menzogna: cioè che si possa avere liquidità giornaliera per attività che fondamentalmente non sono liquide”. La struttura dei fondi aperti, ha ribadito, “porta i risparmiatori ad avere le stesse aspettative di chi deposita denaro in banca”. Carney ha sottolineato i problemi sistemici derivanti dagli equivoci scatenati dalla poca trasparenza riguardo il problema della liquidità, emersi nelle ultime settimane con il caso Woodford. Il rischio è che se i fondi che si dichiarano liquidi possiedono in realtà attività illiquide, nell’ipotesi di richieste simultanee di liquidazione, potrebbe verificarsi una situazione pari alla corsa agli sportelli vista durante la crisi finanziaria. Quello che potrebbe essere solo un difetto strutturale (una troppa alta percentuale di investimenti illiquidi) rischia di diventare un grosso problema per e con il consumatore. Il governatore sostiene che sia necessario un cambiamento delle regole, “qualcosa che allinei meglio i termini di rimborso con l’effettiva liquidità dell’investimento sottostante”. Ma anche il passaggio a un sistema normativo nazionale basato su principi piuttosto che il quadro normativo stabilito a monte dall’Unione Europea, in modo da facilitare l’intervento in fase preventiva.
Anche l’Investment Association si è di recente occupate del tema, provando a capire come realizzare un fondo patrimoniale a lungo termine che faciliti gli investimenti in attività illiquide. Voci di stampa parlano di un fondo che consentirebbe agli investitori di effettuare rimborsi solo durante alcunefinestre durante l’anno – mensilmente o a ogni trimestre.
Mark Carney – governatore della Bank of England
I commenti del governatore Carney arrivano in seguito alla sospensione del fondo di punta del più noto gestore di fondi della Gran Bretagna, Neil Woodford. Un lungo periodo di scarso rendimento ha provocato il disinvestimento in massa dei risparmiatori, che però il gestore non è riuscito a rimborsare. Sebbene questo tipo di fondo aperto possa essere normalmente negoziato facilmente, alcuni detengono una quota significativa di attività illiquide che possono essere difficili da vendere in caso di aumento della domanda di rimborso.
Il caso Woodford
Woodford Investment Management, creatura del noto finanziere Neil Woodford, nella prima settimana di giugno ha “sospeso l’emissione, la cancellazione, la vendita, il rimborso e il trasferimento di azioni” del suo fondo di punta Equity Income dopo una serie di scarsi risultati e ritiri degli investitori. Secondo Morningstar il fondo, cha al suo apice ha gestito masse per oltre 10 miliardi di sterline, a fine maggio ne aveva solo 3,7 miliardi. Catalizzatore per la sospensione è stato il disinvestimento di un singolo operatore per 250 milioni di sterline. Alla fine, dopo aver scaricato la maggior parte delle sue liquidità, il gestore non è più stato in grado di soddisfare i rimborsi sul fondo.
La sospensione durerà almeno 28 giorni. Tempo durante il quale, ha dichiarato Woodford, “sarà possibile riposizionare l’elemento del portafoglio del fondo investito in titoli non quotati e meno liquidi, in investimenti più liquidi”.