Quando il Tesoro ha proposto ai risparmiatori italiani un nuovo titolo di Stato riservato specificamente a loro, i timori sarebbero stati più che giustificati. L’esperimento precedente, infatti, non era andato benissimo per gli investitori, alla luce del crollo di prezzo cui è andato incontro il Btp Futura. Al contrario, tutte e quattro le emissioni del Btp Valore che si sono susseguite fra 2023 e 2024 si sono finora confermate un buon affare: oltre ad aver pagato puntualmente le cedole promesse, sono attualmente tutte scambiate sopra la parità. Il che, in parole semplici, vuol dire che potrebbero essere vendute in anticipo rispetto alla scadenza, ottenendo indietro un capitale superiore a quello investito.
Ma che cosa ha favorito il Btp Valore rispetto al Btp Futura, suo predecessore come forma di risparmio “popolare”? Da una parte, l’architettura del tutto prevedibile delle cedole, così come l’assist che la Bce ha lanciato ai bond tagliando i tassi. Ma ad aver fatto la vera differenza fra i due titoli è stato il momento storico in cui sono stati emessi: il Btp Futura è stato lanciato prima della clamorosa fiammata dell’inflazione del 2022, che ha devastato il suo rendimento reale. Nessuno, oggi, lo comprerebbe senza un sontuoso sconto sul prezzo d’acquisto.
Btp Valore o conto deposito? Il confronto con il senno di poi
I quattro Btp Valore finiti sul mercato, invece, stanno tutti rendendo bene, anche se alcune emissioni sono state nettamente più vantaggiose di altre. E non solo perché alcuni titoli hanno già un anno di vita o quasi, mentre altri sono in circolazione solo da qualche mese.
Nella tabella che We Wealth ha realizzato, visibile in basso, è possibile verificare gli attuali prezzi di mercato dei vari Btp Valore e il rendimento totale (al lordo delle tasse), che un investitore avrebbe ottenuto vendendo oggi il titolo, includendo le cedole ricevute dall’emissione.
In cima alla lista dei buoni affari, compare la seconda emissione del Btp Valore: un buon affare perché paga già dal primo anno una sostanziosa cedola del 4,1% e che al momento vanta una quotazione superiore a 105 (lo ricordiamo, 100 è il livello di parità, al quale si vende allo stesso prezzo di acquisto). La somma di cedole ricevute (tre su base trimestrale) e performance di prezzo vale un 8,13% realizzato in poco meno di un anno: nessun conto deposito, per fare il classico raffronto, sarebbe stato altrettanto generoso nell'ottobre 2023. E un titolo di Stato italiano a un anno di scadenza sottoscritto a inizio settembre 2023 avrebbe reso circa il 4%: meno della metà. Insomma, davvero niente male.
Molto meno vantaggioso, ma sempre rispettabile, il rendimento che porterebbe a casa chi vendesse oggi i Btp Valore acquistati nella prima emissione del giugno 2023. Dopo aver incassato due cedole semestrali e con un prezzo di mercato intorno a 102, realizzerebbe un rendimento totale del 5,7% ottenuto in poco più di 15 mesi.
L'ottima performance di prezzo, nonostante la “tenera età” delle altre due emissioni di Btp Valore, porta il rendimento assoluto a poco più del 4% per la terza e del 3% per la quarta emissione. Considerando l'orizzonte temporale percorso da questi due titoli, l'equivalente annualizzato (cioè esteso su 12 mesi di vita) sarebbe non molto inferiore a quello dell'esuberante seconda emissione.
Vendere adesso o aspettare
Tirando le somme, chi ha investito nei vari Btp Valore finora ha beneficiato di favorevoli condizioni di mercato. Perciò, chi non desiderasse più impegnarsi fino alla scadenza, può decidere con profitto di vendere in anticipo i suoi titoli. Di certo, il governo Meloni ha fatto il possibile per dissuadere i risparmiatori dal considerare questa opzione, offrendo cedole crescenti dopo qualche anno e, a scadenza, il premio fedeltà finale.
L'opportunità di vendita con profitto, in ogni caso, è lì. E sapere che c'è fa sempre bene allo spirito.