Moody’s ha deciso di non fare alcun cambiamento su rating e outlook per il debito pubblico italiano: la soglia resta pericolosamente vicina, ma al di sopra del livello spazzatura, a Baa3. L’Italia si è presentata all’appuntamento con Moody’s mostrando apparente tranquillità. Nonostante il promemoria di fine aprile, quando l’agenzia di rating aveva ricordato agli investitori che l’Italia è l’unica economia avanzata ad avere un outlook negativo con un giudizio appena al di sopra della soglia “spazzatura” (Baa3), lo spread Btp-bund non ha avuto grandi oscillazioni.
Anzi, rispetto al 25 aprile, quando gli analisti di Moody’s avevano espresso queste considerazioni, il differenziale fra i rendimenti dei titoli decennali italiani e tedeschi si è ridotto da 188 a 182 punti base, un dato che precede di poche ore la diffusione del giudizio sull’Italia da parte della società di rating. Parallelamente, il rendimento del Btp decennale italiano è sceso di 5 punti base nella giornata del 19 maggio, portandosi al 4,251%.
Downgrade, eventualità giudicata improbabile
Questo comportamento del mercato dice una cosa molto chiara sulle aspettative degli investitori: pochi avevano creduto che Moody’s avrebbe tolto all’Italia quell’etichetta di investment grade che le sue colleghe S&P e Fitch non considerano attualmente in dubbio. Infatti, uscire dall’universo investibile dei fondi d’investimento che evitano i titoli high yield comporterebbe un deciso aumento per i costi di finanziamento del Paese, ovvero rendimenti dei Btp decisamente più alti. Un’eventuale mossa negativa di Moody’s, avrebbe sicuramente colto di sorpresa gli investitori e potrebbe avere un impatto notevole sui Btp proprio quando il Tesoro si appresta a lanciare una nuova campagna di finanziamento rivolta alle famiglie con il Btp Valore. Lasciare invariata la posizione sul rating e l’outlook italiano da parte di Moody’s, invece, difficilmente provocherà grandi movimenti sullo spread, che pareva aver prezzato già il mantenimento di questo status quo.
Anche dal Tesoro erano arrivate parole rassicuranti in attesa della decisione di Moody’s: “Abbiamo un moderato ottimismo che si basa sui dati di fatto: il calo del debito di questi anni, un andamento della crescita molto più soddisfacente di quanto potevamo attendere”, ha affermato a SkyTg24 Davide Iacovoni, direttore del Debito pubblico del Ministero dell’Economia, “ricordo che la stessa Moody’s in pochi mesi ha rivisto nettamente al rialzo le proprie aspettative di crescita che solo a dicembre erano ancora di crescita negativa nel 2023”. In ogni caso, “sapremo sicuramente gestire qualunque decisione presa”, aveva affermato Iacovoni.
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La crescita italiana che lascia Moody’s perplessa
Le ragioni che avevano spinto Moody’s verso il suo outlook negativo sull’Italia avevano coinvolto le capacità di successo nell’implementazione del Pnrr e il relativo impatto sulla crescita economica italiana – lo ricordiamo, la sostenibilità del debito è collegata alla capacità di produrre reddito (Pil) da parte del Paese. A proposito di prospettive di crescita, una serie di fattori favorevoli, fra cui una crisi energetica più moderata del previsto nei mesi scorsi ha spinto la Commissione europea a rivedere al rialzo le previsioni sull’Italia. Nel 2023 Bruxelles vede un Pil italiano in aumento dell’1,2%, anziché dell’0,8% stimato lo scorso inverno. Anche nel 2024 la Commissione ha rivisto la stima leggermente al rialzo lunedì scorso, portandola dall’1 all’1,1% – si tratterà, però, del tasso più modesto fra le economie europee.
Insomma, prima di procedere con un eventuale downgrade è probabile che parte dei rischi messi in conto da Moody’s debbano in parte realizzarsi – e per ora la situazione resta ancora stabile.