Il Bitcoin ha toccato brevemente, nel corso del trading pomeridiano di martedì, un nuovo record storico a 69.208 dollari, secondo i dati della piattaforma CoinDesk, per poi rientrare nei minuti successivi attorno ai valori di 24 ore prima, sotto i 67.000 dollari. Lo slancio degli ultimi giorni, a scoppio ritardato rispetto all’autorizzazione degli Etf spot negli Stati Uniti di inizio gennaio, ha portato la criptovaluta per eccellenza a un guadagno settimanale superiore al 20%, con una performance da inizio anno oltre il 55%.
I 10 Etf che investono direttamente in Bitcoin negli Stati Uniti, hanno raccolto un controvalore pari a circa 50 miliardi di dollari, di cui solo 10 miliardi al fondo targato iShares BlackRock, seguito dai 6 miliardi dell’Etf Fidelity. Lo spunto rialzista sembra essersi posizionato in vista dell’halving di aprile, l’appuntamento quadriennale che da protocollo riduce i premi in Bitcoin che viene riconosciuto ai miner. Questo passaggio riduce l’estrazione di nuovi Bitcoin e l’offerta, diventando spesso un impulso rialzista per gli speculatori.
L’analisi tecnica aggiornata sul Bitcoin
“Ritengo in questa fase valori a 70.000 dollari più che idonei per il Bitcoin, anche sulla base di un modello di valutazione detto “Stock-to-Flow” di cui vi sono differenti valutazioni”, ha affermato a We Wealth, Eugenio Sartorelli, consigliere Siat (Società italiana analisi tecnica), “ma la mia interpretazione porta ad un valore fair pre-halving intorno ai 65.000”. Secondo Sartorelli, “valori ben oltre i 70.000 dollari in questa fase li considero più frutto di una fase di risk-on eccessiva”, un atteggiamento “che si vede anche su alcuni indici azionari (Dax e Nikkei su tutti)”.
L’accesso facilitato al Bitcoin, altrimenti acquistabile verso exchange spesso tacciati di scarsa trasparenza (e oggetto di importanti indagini negli Stati Uniti), avrebbe sbloccato nuove risorse per alimentare le fasi di rally. E’ di questo avviso ad esempio, il fund manager cripto-entusiasta di lunga data Mike Novogratz, per il quale Bitcoin è “attualmente in una fase di scoperta di prezzo”, nella quale è difficile predire prossime mosse.
Il trend rialzista, sulla base dell’esperienza del 2021, potrebbe aver beneficiato anche di un appuntamento sempre più vicino con il taglio dei tassi Fed, il cui orientamento sembra aver avuto un’influenza simile a quella osservata sulle azioni tecnologiche.
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Oro e Bitcoin in tandem, per questa volta
In una particolare coincidenza, oro e Bitcoin si sono portati vicini o oltre i record nelle stesse ore. Secondo alcuni esponenti del mondo cripto, la scarsità “programmata” del Bitcoin, unita alla laboriosità nell’utilizzo diretto nelle transazioni, lo renderebbe simile a un “oro digitale”, inteso come riserva di valore di lungo termine destinata a un fisiologico apprezzamento. Le differenze sostanziali fra i due “oggetti”, però, sono molte secondo Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote specializzato nel mercato aureo.
“Il paragone non regge a parer mio: al di là della quantità limitata dei Bitcoin disponibili, l’oro ha una storia millenaria alle spalle e la diffusione del Bitcoin come strumento accettato dalla comunità è ancora molto più indietro”, mentre l’oro è virtualmente un bene di valore accettato in qualunque angolo del mondo, ha dichiarato l’analista a We Wealth. In particolare, però, è l’effetto dell’inserimento in portafoglio ad essere diverso: nel bene e nel male, il valore dell’oro fluttua molto meno. “Se l’oro fa un +5% in un paio di mesi lo consideriamo un grande rally, mentre per il Bitcoin le oscillazioni sono molto più estreme, sia al rialzo sia al ribasso”.