Giovedì 3 agosto è la data da segnare in rosso sul calendario, con l’arrivo delle trimestrali di Amazon e Apple.
Le trimestrali di Netflix e Microsoft non hanno convinto, ma Meta e Alphabet hanno mandato gli investitori in visibilio
Lo slancio dei titoli tecnologici è stato senza precedenti nel 2023: ora la domanda che gli investitori si pongono è se vale la pena portare a casa parte di questi guadagni, o se il meglio – con i tassi Fed prossimi a raggiungere il picco, sempre che non sia già arrivato – debba ancora venire.
Tipicamente le imprese innovative beneficiano di tassi d’interesse più bassi e l’aspettativa di una poderosa stretta monetaria aveva penalizzato il Nasdaq nel 2022. Quest’anno, nonostante ulteriori rialzi dei tassi, i mercati si sono già posizionati con forza sul tech: fra i maggiori indici internazionali la prima metà dell’anno è stata dominata dal Nasdaq, grazie alla straordinaria performance delle azioni collegate all’intelligenza artificiale (al 28 luglio, l’indice segna un +37%).
Nell’ultimo mese, però, la sovraperformance del Nasdaq Composite sull’S&P 500 non è stata molto evidente: fra il 28 giugno e il 28 luglio l’indice ad alta concentrazione tecnologica ha realizzato il 5,3%, circa mezzo punto in più dell’S&P 500 (nel momento in cui scriviamo la seduta è ancora aperta). Al 27 luglio, l’indice S&P 500 value ha realizzato una performance migliore della controparte growth, al cui interno prevale la componente tech: 2,4 contro 2,7%. Si tratta di un orientamento che potrebbe derivare da un posizionamento difensivo, in vista di un rallentamento economico negli Stati Uniti: i titoli value offrono dividendi più elevati e tendono ad essere meno volatili.
La corsa prosegue (?)
Quale atteggiamento è opportuno mantenere sul segmento tecnologico, fra i più popolari soprattutto fra gli investitori che scambiano singoli titoli azionari? “E’ molto difficile porre un tetto ai rialzi di alcune azioni su cui si concentrano i maggiori afflussi di denaro”, ha dichiarato l’analista di eToro, Javier Molina, notando come le valutazioni abbiano già raggiunto livelli elevati – il che espone a maggiori rischi di ribasso, in quanto il valore delle azioni è cresciuto molto più rapidamente degli utili aziendali nel comparto tech. “Dal mio punto di vista, ci troviamo in un momento molto complicato in cui le azioni sono salite molto e stanno portando risultati.
Il problema sorge quando un investitore si aspetta rendimenti futuri e questi non vengono raggiunti, è allora che arrivano la volatilità e le correzioni al ribasso”. D’altro canto, però, “la tendenza tecnica è ancora rialzista, il momentum è ancora positivo e i flussi continuano ad arrivare”, ha aggiunto Molina, riferendosi all’approccio di analisi che esamina graficamente la rotta verso la quale punta il settore. “Dal punto di vista della valutazione, ha aggiunto, “non si può dimenticare di indossare il paracadute e di essere molto consapevoli del fatto che se i rendimenti futuri che stiamo scontando ora dovessero essere diversi, ci potranno essere forti correzioni”.
Nell’ultima settimana Microsoft, Alphabet e Meta hanno pubblicato i risultati trimestrali, favorevoli soprattutto alle ultime due società. La guidance di Microsoft ha deluso le attese, anche se le perdite settimanali sull’azione si sono ridimensionate dopo un’accoglienza molto ostile (nell’ultima settimana il titolo cede circa lo 0,85%).
Per Alphabet ricavi e utili sono stati superiori alle attese, con un deciso contributo del business del cloud computing: in Borsa l’azione punta a sfiorare una performance settimanale del 12%. Considerando la corsa forsennata da inizio anno, tuttavia, è stata forse l’ennesima vittoria di Meta a catturare la maggiore attenzione, grazie ai risultati conseguiti dalle politiche di contenimento dei costi, e ricavi in crescita a doppia cifra.
Giovedì 3 agosto è la data da segnare in rosso sul calendario, con l’arrivo delle trimestrali di Amazon e Apple.
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Meta, una fenice dopo un 2022 da dimenticare
Le azioni di Meta hanno visto i livelli più alti mai toccati da quando, il 28 ottobre 2021, Facebook Inc ha cambiato nome: rispetto ad allora il titolo si trova in calo per meno dell’1%, grazie al recupero strepitoso di quest’anno, rafforzatosi ulteriormente dopo la pubblicazione della seconda trimestrale. La performance da inizio anno di Meta è poco al di sotto del 160%, la migliore nell’indice S&P 500 dopo quella di Nvidia (202%).
“Zuckerberg e soci”, ha commentato Josh Gilbert, market analyst di eToro, “hanno fatto un lavoro straordinario per risollevare le sorti di Meta negli ultimi 18 mesi”, dopo il calo del 64% osservato nel 2022 a Wall Street. Ora la società si concentrerà “su una crescita misurata attraverso l’intelligenza artificiale e, naturalmente, il metaverso. Con quasi 4 miliardi di utenti attivi, non si può negare che Meta abbia un futuro brillante davanti a sé, soprattutto dopo il lancio di Threads, l’app più scaricata della storia”.