l mestiere del consulente finanziario sta diventando sempre più̀ un lavoro di squadra, con i banker sempre più interessati a formare team per combinare le loro migliori competenze e offrire un servizio sempre più d’eccellenza ai clienti. Banca Generali, terza private bank italiana per masse gestite, è in pole position in questo percorso di trasformazione, come rimarcato dal vicedirettore generale della banca del Leone, Marco Bernardi: “per noi di Banca Generali il lavoro di squadra è una grande opportunità, che permette di combinare le migliori competenze di diversi professionisti, con il risultato di aumentare la qualità del servizio offerto ai clienti e di migliorare i risultati”.
Un’opportunità che gli stessi consulenti colgono con sempre più entusiasmo: secondo i dati AIPB, ben l’80% dei banker mostra interesse a lavorare in team. Non solo, secondo diversi studi accreditati, team diversificati per età e genere tendono anche a garantire performance del 20% migliori rispetto a squadre omogenee e a chi sceglie di lavorare in solitaria.
“Negli ultimi due anni, si è registrato un forte incremento del numero di attivazioni di team rispetto agli anni precedenti, con le squadre che sono arrivate a essere quasi 200. I nostri team, che sono formati da un minimo di due banker a un massimo di quattro, coinvolgono ormai circa 400 professionisti, il 20% della nostra rete. Questa evoluzione del modello di lavoro del consulente, che sosteniamo con convinzione e forza, non serve solo a combinare le competenze di consulenti esperti, ma può anche essere la finestra ideale di accesso alla professione per i giovani”, continua Bernardi.
Marco Bernardi, Banca Generali: team di banker formati dell’ottica del ricambio generazionale
In questa direzione vanno i team “verticali” di Banca Generali, che si formano in un’ottica di ricambio generazionale, combinando professionisti d’esperienza con banker più giovani, spesso provenienti dal settore bancario ma non ancora totalmente formati, al fine di assicurare ai consulenti junior crescita professionale e supporto alle figure più senior. “Lavoriamo in un settore che ha un’età media elevata e in aumento. Per questo è indispensabile fare dei team uno strumento di ricambio generazionale. In questo modo si può realizzare un fondamentale travaso di competenze, esperienza e professionalità.
I colleghi junior a loro volta possono fornire un contributo cruciale, integrando le competenze dei professionisti senior grazie alla familiarità con le opportunità offerte dal digitale. I banker più giovani sono poi fondamentali per costruire e sviluppare il rapporto con la componente più giovane della clientela, spesso costituita dai figli dei clienti storici”, racconta il vice-dg di Banca Generali. Un tema fondamentale se si pensa che, sempre secondo i dati Aipb, solo il 23% degli eredi mantiene lo stesso consulente finanziario, a fronte di un trasferimento di ricchezza senza precedenti: nei prossimi cinque anni passeranno di mano 180 miliardi di euro di ricchezza e nei prossimi 10 più di 300 miliardi.
Scopri le altre interviste in esclusiva raccolte nella collana i grandi protagonisti del Wealth! Leggi cosa ci hanno raccontato Gianni Franco Papa (Bper Banca), Lucio Izzi (Gruppo Banca Finint), Hermes Bianchetti (Valsabbina), Roberto Arosio (Banca Aletti, gruppo Banco Bpm), Gianluca Serafini (Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking).