Rischio di inflazione? 3 modi per proteggere il portafoglio

Il rischio di inflazione potrebbe rappresentare una seria preoccupazione per mercati e investitori. Tre sono i principali modi con cui proteggere il portafoglio da tale rischio

“Per oltre un decennio l’inflazione non è stata considerata tra i principali rischi di investimento. Dalla crisi finanziaria globale in poi, la deflazione ne ha modificato la percezione” afferma Yoram Lustig, Head of EMEA Multi‑Asset Solutions e Michael Walsh, Multi‑Asset Solutions Strategist di T. Rowe Price. Tuttavia, “ora che le pressioni inflazionistiche stanno aumentando in tutto il mondo, lo scenario potrebbe cambiare, anche se è opinione diffusa che il rialzo sia temporaneo. A nostro avviso, l’inflazione a breve termine degli Stati Uniti sarà più alta rispetto agli ultimi dieci anni, ma non abbastanza per essere una grande preoccupazione”. Gli ultimi dati disponibili per ottobre 2021 hanno visto l’indice dei prezzi al consumo statunitense toccare il 6,2%, l’aumento più alto degli ultimi 30 anni.
Se l’inflazione dovesse rimanere elevata a lungo, sarebbe un problema per i mercati finanziari” continuano gli esperti. Infatti, un’alta inflazione comporta tassi di interesse più elevati: tutto questo potrebbe portare i mercati obbligazionari a un sell-off. Ma anche il comparto azionario potrebbe essere svantaggiato da una simile situazione e “la maggiore correlazione tra azioni e obbligazioni potrebbe ridurre i benefici della diversificazione di un portafoglio multi-asset” spiegano gli esperti, che però non si attendono un’inflazione strutturale.

Inflazione, la situazione attuale

A sostenere l’aumento dell’inflazione negli ultimi mesi sono stati tre fattori, affermano da T. Rowe Price: la riapertura delle principali economie dopo le restrizioni per la pandemia, la disruption nelle filiere di produzione e l’effetto di base (dato dal confronto del dato dell’inflazione anno su anno, considerato che nel 2020 domanda e prezzi erano crollati in seguito al Covid-19).
Tuttavia, “per quanto l’evidenza indichi che il picco di inflazione sia temporaneo, non ve ne è certezza, e non si può escludere un lungo periodo di prezzi in crescita” proseguono gli esperti. Per monitorare il futuro andamento dell’inflazione gli esperti controllano i costi degli alloggi, componente significativa dei prezzi al consumo, e l’inflazione salariale. “Anche se ci auguriamo livelli ragionevoli di inflazione, ovvero non troppo bassa da diventare deflazione e non troppo alta da ostacolare la crescita degli investimenti, i portafogli dovrebbero includere una certa protezione, in equilibrio con il suo costo” spiegano gli esperti.

3 modi per proteggere il portafoglio

In questo contesto, sono 3 i principali modi per proteggere il proprio portafoglio dal rischio di inflazione secondo Lustig e Walsh.

1. Acquistare bond sovrani indicizzati all’inflazione

Si tratta di obbligazioni sovrane indicizzate al livello dei prezzi, così che i pagamenti in linea capitale e gli interessi seguano l’andamento dell’inflazione. “Un problema però è il loro costo, che in molti mercati è alto” affermano dalla società. “Offrono perciò rendimenti al netto dell’inflazione bassi o negativi, portando a un rischio di ritorni totali negativi in termini reali”. Inoltre, questa tipologia di bond “sovraperforma i titoli di Stato nominali standard con duration simile solo se l’inflazione effettiva è più alta rispetto al tasso di inflazione breakeven, riflesso nella differenza tra il rendimento delle obbligazioni nominali e i bond indicizzati all’inflazione. I tassi breakeven sono piuttosto alti, il che rende difficile per questi bond sovraperformare”.

2. Investire in azioni cicliche

“Le azioni cicliche tendono a performare bene in un contesto di prezzi crescenti. Infatti, l’inflazione aumenta nei periodi di espansione economica, quando gli asset ciclici vanno bene” spiegano gli esperti. Tra questi si possono trovare titoli value, titoli a bassa capitalizzazione, titoli giapponesi, europei e dei mercati emergenti.

3. Acquistare asset ad alto rendimento con duration relativamente breve

Un esempio di questa tipologia sono i bond globali high yield e il debito dei mercati emergenti.
“I rendimenti più alti rappresentano un cuscinetto da aggiungere ai ricavi totali, rispetto al riscatto dei coupon tradizionali. Entrambi gli asset sono collegati ai mercati azionari, e quindi non diversificano il rischio, ma implicano al contempo anche un rischio di credito, rendendo quindi l’analisi creditizia necessaria per mitigare le perdite” concludono gli esperti.

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