Come (e perché) investire nelle small cap europee

Le small cap europee hanno tradizionalmente dimostrato di saper partecipare alle politiche di rilancio, seppure con un rischio maggiore. Quale sarà il loro ruolo nella ripresa? Attenzione a innovazione e sostenibilità

La ripresa economia favorirà le small cap europee? Dal confronto tra i rendimenti dell’indice dedicati alle imprese a piccola capitalizzazione rispetto alla controparte focalizzata su large e medium, la risposta potrebbe essere affermativa. Negli ultimi dieci anni, l’indice MSCI Europe Small Cap NR Eur, che riporta l’andamento delle small cap nei 15 mercati sviluppati europei, ha infatti registrato una crescita del +196%, un distacco di 96 punti percentuali dall’indice MSCI Europe Large NR Eur secondo i dati elaborati da Bloomberg a maggio 2021.
Dati, questi, che potrebbero beneficiare dell’attenzione legislativa posta sull’innovazione, la sostenibilità e le piccole e medie imprese europee grazie al NextGenerationEU. “Secondo le nostre analisi, le small cap hanno tradizionalmente dimostrato di saper partecipare alle politiche di rilancio, essendo tra i principali destinatari delle politiche fiscali espansionistiche dei governi, in quanto generalmente strettamente legate alle aziende locali”, spiegano gli esperti di ODDO BHF Asset Management. “Secondo le nostre analisti, abbiamo osservato che la performance delle small cap europee rispetto alle large cap è infatti aumentata dopo gli interventi della Banca centrale europea (e dei governi). Come nell’agosto del 2007, quando la Bce, la Federal reserve americana e altre principali banche centrali si coordinarono per iniettare liquidità nel mercato, ma anche nel marzo 2020 quando, in seguito allo shock derivante delle restrizioni imposte dalla pandemia, Bce e Fed proposero interventi funzionali alla ripresa”.

I punti di forza delle small cap europee

Tra i punti di forza di una strategia mirata al segmento delle piccole imprese, secondo gli esperti di ODDO BH AM, vi sono profili di crescita potenziali. “Le small cap europee sono infatti titoli potenzialmente interessanti sotto questo punto di vista, presentando un potenziale di crescita organica solitamente più elevato rispetto alle large cap europee. Lo dimostra la crescita storica annualizzata degli utili nel periodo 2015-2019, dove le prime hanno superato le seconde (10,4% rispetto al 5,7%)”. Altro punto di forza, la maggiore attenzione all’innovazione e all’imprenditorialità. “Le small cap europee spendono spesso di più in ricerca e sviluppo rispetto alla loro controparte large. Inoltre, gran parte delle società small cap sono a conduzione familiare, beneficiando di una gestione più imprenditoriale e di modelli di business flessibili inerenti alle loro dimensioni più piccole”, proseguono dalla società. Interessante anche la scarsa attenzione riservata alle small cap dagli analisti, un fatto che “può portare ad una maggiore probabilità di avere un prezzo errato, il che potrebbe rappresentare una opportunità di selezione più forte”. Da non dimenticare, infine, il forte potenziale per attività di m&a: “le small cap europee in crescita che mostrano innovazione e un posizionamento di nicchia sono potenziali obiettivi di m&a interessanti per le aziende più grandi e ricche di liquidità”.

ODDO BHF Active Small Cap

Alle small cap europee ODDO BHF AM dedica dal 2013 il fondo ODDO BHF Active Small Cap. Composto da un portafoglio di circa 60 titoli in media, la strategia azionaria investe almeno il 75% in azioni small cap europee con l’obiettivo di sovraperformare l’indice, l’MSCI Europe Small Cap Hedged Euro, su un orizzonte temporale minimo di 5 anni. “Attraverso una gestione attiva, puntiamo a selezionare le migliori opportunità di titoli growth (società in crescita strutturale o ristrutturazione) e, in base alla congiuntura, a esporci alla tematica dell’m&a. Nella costruzione del portafoglio, la gestione privilegia il momentum, la liquidità e la valorizzazione dei titoli, secondo l’approccio GARP (Growth at Reasonable Price, ovvero di crescita a prezzi ragionevoli).
Il rigoroso processo di investimento si articola in quattro fasi: screening dell’universo investibile in base a nuovi temi e opportunità; analisi dei fondamentali basata su innovazione, rendimento del capitale investito, trend di crescita e valore nascosto; valutazione e momentum; e infine costruzione del portafoglio. “Tradizionalmente, il fondo ha una forte esposizione nei settori tecnologia, industriale, ciclici di consumo e health care, e beneficia attualmente di alcuni micro temi selezionati, come catena di fornitura farmaceutica locale, cura intelligente del paziente, software, semiconduttori, trend “resta a casa” (video games, media e intrattenimento) e sicurezza IT”, spiegano dalla società. “All’inizio della crisi di Covid, il fondo era sovrappesato in segmenti difensivi. Alla fine del 2020, abbiamo preso profitto sui titoli più cari e abbiamo gradualmente aumentato la nostra ponderazione ciclica inserendo società. Inoltre, il 29% del fondo è oggi investito nei ciclici di consumo, poiché, secondo la nostra analisi, riteniamo che diversi miliardi siano in attesa di essere reinvestiti dalle famiglie nell’economia”.

Esg: la chiave per sbloccare le opportunità

In un momento storico in cui è crescente l’attenzione alla sostenibilità anche da parte delle piccole e medie imprese, è centrale è l’integrazione secondo i principi ambientali, sociali e di governance (Esg). In ODDO BHF AM, tale processo si sviluppa in tre fasi. In primis, il team di gestione esclude gli investimenti in aziende non rispettose di alcune normative, come quella contro le armi chimiche (Parigi, 1993), che operano in settori specifici (ad esempio l’estrazione del carbone, la produzione di armamenti o l’industria del tabacco) o oggetto di controversie (come quelle che non rispettano il Global Compact delle Nazioni Unite). L’integrazione Esg prosegue poi con un processo di scoring condotto grazie a un modello interno basato su dati MSCI che copre almeno il 75% del patrimonio netto del fondo e ha un impatto sulla costruzione del portafoglio. Infine, l’attenzione ai fattori Esg è portata avanti attraverso un dialogo sistematico con le aziende a rating più basso. I titoli small cap non godono di un’ampia copertura da parte degli analisti fondamentali, ancora meno da quelli Esg. Avere un’analisi Esg interna permette di catturare aspetti che spesso sfuggono ai mercati.

 

La performance passata non è un’indicazione affidabile del rendimento futuro e non è costante nel tempo.
Le small cap sono più volatili delle large cap e presentano un rischio di perdita di capitale.
In quanto fondo azionario, ODDO BHF Active Small Cap comporta un rischio di perdita di capitale.

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