Need to know list: tutti i numeri dell’idrogeno

L’economia dell’idrogeno genererà quasi 2,5 mila miliardi di dollari di entrate dirette entro il 2050 e 11 mila miliardi di dollari di potenziali infrastrutture, secondo la Bank of America. Come investire?

Mercato dell’idrogeno centrale nel conseguimento dell’obiettivo condiviso di un mondo a zero emissioni. Ma con alcune condizionalità. Per comprenderne meglio il potenziale, partiamo dai numeri.

Idrogeno e quei 10 mila nuovi posti di lavoro

In natura, l’idrogeno è l’elemento chimico più abbondante nell’universo, pari a quasi il 75% della sua massa. Secondo le stime del governo britannico, calcolate a novembre 2020, il crescente impiego dell’idrogeno e della tecnologia green ad esso connessa porterà alla creazione di 8.000 posti di lavoro entro il 2030, sbloccando potenzialmente 10 mila nuovi posti di lavoro entro il 2050. Entro il 2030, inoltre, le stime parlano di 5,6 miliardi di dollari (4 miliardi di sterline) di investimenti privati complessivi nel settore, per un controvalore di 41MtCO2e (Metric tons of carbon dioxide equivalent) tra il 2023 e il 2032.

Zero emissioni: 4 poli economici, impegno globale

La crescente attenzione alla materia ha portato quattro dei maggiori poli economici al mondo a rivolgere l’attenzione sulla nuova commodity. Nel luglio 2020, l’Unione Europea ha pubblicato una strategia per promuovere l’idrogeno pulito come elemento chiave alla decarbonizzazione, lavorando ad una certificazione per attestare la bontà dei progetti e delle tecnologie ad idrogeno. Lo scorso novembre, il Regno Unito ha inserito la necessità di “promuovere la crescita di idrogeno a basse emissioni di CO2” seconda priorità su 10 punti del piano verso una “Rivoluzione industriale verde”. Già in corso di campagna elettorale, Joe Biden ha promesso di “commercializzare rapidamente” idrogeno rinnovabile nel quadro della propria campagna elettorale. Infine, anche la Cina ha elaborato diversi progetti per rendere Wuhan “capitale mondiale dell’idrogeno” entro il 2025.

Obiettivi 2050 (e 2060) sostenibili a lungo termine

Mentre i ministri dell’Ue lavorano a un accordo sull’obbligatorietà del target a zero emissioni entro il 2050, il Regno Unito è stato il primo stato ad approvare una legge sulle emissioni “zero”, Biden, in scia all’Ue, ha fissato l’obiettivo del 100% energia pulita e zero emissioni entro il 2050; termine spostato al 2060 per la Cina.

Le 3 sfumature dell’idrogeno: grigio, blu, verde

Come sottolineano gli esperti di Legal & General Investment Management (LGIM), in primo luogo è bene ricordare come l’idrogeno non sia necessariamente “pulito”. Secondo l’AIE, oltre il 99% dell’idrogeno viene prodotto a partire da combustibili fossili;  l’attuale produzione di idrogeno è inoltre responsabile del 2,2% delle emissioni di gas serra a livello mondiale,  più del settore aeronautico. Incentivare il passaggio all’idrogeno pulito (cosiddetto idrogeno grigio) significa quindi incentivare l’investimento, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, rispettivamente verso un idrogeno blu (prodotto a partire da combustibili fossili, dove le emissioni di CO2 vengono catturate e stoccate) e verde (prodotto con energie rinnovabili, tramite elettrolisi).

Economia dell’idrogeno: business da 2,5 mila miliardi

Un’attenzione crescente sarà poi rivolta al costo di produzione dell’energia pulita ad idrogeno. “Fortunatamente, la tecnologia necessaria esiste già, ma ha bisogno di essere perfezionata con ulteriore attività di ricerca e sviluppo, grazie anche al crescente sostegno delle politiche governative” sottolineano da LGIM. “La chiave è al momento riuscire ad abbattere il costo degli elettrolizzatori utilizzati per produrre idrogeno verde. In tal senso, osserviamo già una serie di cambiamenti in corso: il prezzo dell’energia solare ed eolica destinata ad alimentare gli elettrolizzatori è sceso del 70-90% negli ultimi dieci anni (Bank of America Research, settembre 2020), mentre il costo degli elettrolizzatori si è dimezzato negli ultimi cinque anni e si prevede che scenderà di un ulteriore 40-60% entro il 2030”. La stessa Bank of America stima che l’economia dell’idrogeno genererà quasi 2,5 mila miliardi di dollari di entrate dirette entro il 2050 e 11 mila miliardi di dollari di potenziali infrastrutture.
In uno scenario in cui il prezzo dell’idrogeno verde continuerà a scendere, “riteniamo che industrie come quella dei produttori di fertilizzanti, le raffinerie e le industrie siderurgiche saranno le prime a nutrire un rinnovato interesse verso l’idrogeno.

LGIM, 1° soluzione “pura” in Eu per investire in idrogeno

L&G Hydrogen Economy UCITS ETF di LGIM, al debutto sul mercato italiano a metà febbraio, offre agli investitori una esposizione alla catena di valore dell’idrogeno e a una gamma di attività passibili di beneficio dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Oggetto di interesse, quelle tecnologie e quelle realtà aziendali (in senso più ampio) che lavorano alla produzione di forme di idrogeno pulite e a costi più contenuti.

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