Azioni: è ancora tempo di guardare verso il Giappone?

Matilde Sperlinga
14.9.2023
Tempo di lettura: 3'
Il mercato azionario giapponese sta attraversando un’enorme fase di cambiamento a lungo termine, è arrivato il momento per gli investitori di voltare lo sguardo verso il Sol Levante? Secondo Lazard Asset Management la risposta è sì, vediamo come mai

Il 2023 sembra essere un anno di record superati per il Giappone che, mese dopo mese, continua a migliorare le sue performance: già a maggio i principali indici azionari, Topix e Nikkei 225, hanno entrambi raggiunto i livelli più alti dal 1989, facendo meglio rispetto a quelli degli altri mercati sviluppati. Nella seduta dello scorso 6 settembre, l’indice Nikkei 225 è salito dello 0,62% a 33.241,02 punti, il livello più alto da un mese a questa parte, e il Topix non è stato da meno, con un rialzo dello 0,62 a quota 2.392,53, che non si vedeva da 33 anni. Una performance sostenuta anche da un cambio favorevole con il dollaro-yen che continua a salire, rendendo l’intero settore delle esportazioni giapponese molto competitivo.


Certo, i rialzi delle azioni nipponiche sono stati influenzati in gran parte dal contesto generalmente favorevole per l’azionario a livello globale, ma stanno comunque attirando una certa attenzione degli investitori, e pare che questa sia ben meritata. “Questo paese si trova nel bel mezzo di un cambiamento strutturale positivo a lungo termine, derivante dalle riforme aziendali iniziate più di dieci anni fa”, secondo June-Yon Kim, Managing Director e Portfolio Manager/Analyst Japanese Equity di Lazard Asset Management. Intanto dal fronte economico stanno giungendo segnali positivi. Dopo anni di deflazione, oggi il paese del Sol Levante si trova davanti a una modesta inflazione (del 3,3%), che potrebbe essere di buon auspicio per le società giapponesi.


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Insomma, secondo Kim, la Borsa di Tokyo racchiude opportunità interessanti da qualche tempo a questa parte e le argomentazioni a favore di una visione positiva nel medio e lungo termine sono diventate ancora più forti nell'ultimo anno. In particolare, sarebbero quattro le ragioni. Innanzitutto, delle valutazioni convenienti. Nonostante nell’ultimo anno le quotazioni delle azioni giapponesi si siano alzate, queste rimangono comunque più attraenti di quelle degli altri mercati sviluppati.




Anche lo yen sta giocando la sua parte. In base al tasso di cambio effettivo reale, la valuta giapponese si trova al livello più conveniente da cinquant'anni a questa parte, con il cambio dollaro-yen che è passato da 136 a giungo 2022 a 147,61 al 6 settembre. Di conseguenza, la competitività globale del Giappone risulta essere la più forte degli ultimi decenni. Ciò grazie anche a una politica monetaria ultra espansiva da parte della Bank of Japan, che si è distinta in un panorama in cui molte banche centrali si sono irrigidite negli ultimi 12 mesi.


Il terzo fattore riguarda invece il miglioramento della governance, in scia alle riforme strutturali che il governo ha iniziato a introdurre a partire dal 2012 allo scopo di creare un quadro per la governance aziendale più forte. Un impegno rinnovato lo scorso gennaio, quando la Borsa di Tokyo ha avviato una campagna volta a rendere le società nipponiche più interessanti per gli investitori stranieri, creano dei requisiti da seguire. Un esempio di questi è la richiesta, valida per tutte le società che scambiano costantemente al di sotto del valore contabile, di presentare un piano di miglioramento dove devono essere inserite le motivazioni e i passaggi necessari per conformarsi.


Infine, non per importanza, il fattore inflazione. Dopo decenni di deflazione, la tendenza si è finalmente invertita in Giappone, portando con sé diversi effetti positivi. Uno di questi, secondo Lazard AM, riguarda le decisioni di spesa. Con le aspettative di rialzo dei prezzi, i consumatori giapponesi tendono a spendere di più oggi, dando così il via alla ripartenza economica, a beneficio delle imprese.


Se tutto questo non bastasse, nel 2014 il governo giapponese ha finalizzato delle modifiche volte a rafforzare il Nippon Individual Savings Account, un programma che utilizza incentivi fiscali per incoraggiare i risparmiatori a investire in asset di rischio.


Insomma, da qualunque punto si guardi, “il mercato azionario giapponese sta attraversando una fase di enorme cambiamento nel lungo termine - avverte Kim - La sua portata non è ancora ben compresa dalla maggior parte degli investitori globali, né si riflette nelle valutazioni, a nostro avviso”. In altre parole, gli effetti non sono già visibili e non si vedranno tutti nel breve termine, ma vale la pena continuare a guardare a Oriente.


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