Presidenziali Usa, lezione 3: non c’è solo la Casa Bianca

Le presidenziali Usa in cinque settimane. Obiettivo, accompagnare l’investitore al 3 novembre facendo luce su uno dei temi chiave del 2020. Il tutto grazie alle analisi di Capital Group, condotte su più di 85 anni di dati. La terza lezione? Non c’è solo la Casa Bianca

A tre settimane dal voto, i cittadini americani si preparano alle elezioni in un contesto ad alta incertezza. Ci sarà un risultato chiaro la notte del 3 novembre? Il sistema postale sarà in grado di reggere l’oltre 60% di elettori che sceglierà di non votare di persona? Quando sapremo il nome del vincitore?
L’attenzione è altissima sul prossimo inquilino della Casa Bianca. Tuttavia, per una amministrazione efficace ed efficiente il partito che la occuperà conta tanto quanto il colore di cui si tingeranno Camera e Senato dopo il voto. La questione tiene anche i mercati col fiato sospeso: “una delle maggiori preoccupazioni che gli investitori nutrono in questo ciclo elettorale è la possibilità di una conquista totale della Casa Bianca e del Congresso da parte dei democratici”, commentano gli esperti di Capital Group.

Congresso diviso o ‘blue wave’? Tassazione nel mirino

Sono due gli scenari che potrebbero verificarsi dopo il voto. Il primo vede tutti gli organi di governo unificati sotto una ‘Blue wave’, un’onda blu (i democratici), il secondo un Congresso diviso proprio come in questi ultimi quattro anni, possibilità che potrebbe verificarsi sia con una vittoria di Trump che di Biden.
Nel primo caso, “molti presumono che una ‘blue wave’ porterà a un’inversione delle politiche come la deregolamentazione del Tax Cuts and Jobs Act del 2017”. Buona parte della campagna elettorale di Trump si basa proprio sul fatto che un’amministrazione democratica potrebbe rialzare le tasse ai cittadini e alle imprese. È proprio grazie ai tagli sulle tasse di Trump che i contribuenti americani sono ora abituati a pagare meno imposte sul reddito rispetto al passato (64 miliardi di dollari risparmiati nel 2018 secondo l’Internal Revenue Service).
D’altra parte, il programma di Biden non si basa tanto sulla riduzione delle tasse ma su un uso estensivo del credito d’imposta, misura che farebbe ottenere ai cittadini una serie di benefici, dalla pensione all’assicurazione sanitaria, dalla prima casa ai debiti studenteschi. Una misura, inoltre, investirebbe i proventi in innovazione, energia pulita e infrastrutture. Ciò sarebbe possibile grazie a una tassazione più aggressiva per le fasce e aziende dal reddito e fatturato più alto e più accomodante per le famiglie del ceto medio-basso.

Congresso diviso o ‘blue wave’? L’effetto sui mercati

A prescindere dai colori di cui si tingeranno Casa Bianca, Camera e Senato, però, i mercati dovrebbero comunque uscirne indenni. “La storia dimostra che le azioni ottengono buoni risultati indipendentemente dalla composizione di Washington”, aggiungono da Capital Group.
“Dal 1933, ci sono stati 42 anni in cui un partito ha controllato la Casa Bianca ed entrambe le camere del Congresso allo stesso tempo. Durante tali periodi, le azioni hanno registrato rendimenti per una media a due cifre, ma un risultato praticamente identico si è verificato negli anni in cui il Congresso è stato diviso tra i due partiti. Generalmente i risultati ‘meno buoni’ si ottengono quando il Congresso è controllato dal partito in opposizione a quello del presidente. Ma anche in questo scenario si è registrato un solido rendimento medio, del 7,4%”.

Le presidenziali Usa “più importanti della storia”

L’appuntamento del 3 novembre vedrà sfidarsi il presidente uscente, il repubblicano Donald Trump, 74 e lo sfidante democratico Joe Biden, 78. Da molti definite come “le elezioni più importanti della storia”, quelle del 2020 saranno di certo tra le presidenziali più particolari di sempre. Dopo la positività di Trump al Covid-19, il ricovero-lampo in ospedale e il suo rientro alla Casa Bianca, il confronto virtuale previsto per il 15 ottobre è stato prima rinviato e poi cancellato. Gli occhi sono quindi puntati all’ultimo dibattito televisivo del 22 ottobre. Nel frattempo, il 7 ottobre si è svolto il primo (e unico) confronto tra il vicepresidente in carica Mike Pence e la candidata e senatrice Kamala Harris.
Come stanno influenzando i mercati le presidenziali Usa? Quali sono le scelte degli investitori? Se rimanere investiti, al netto dell’incertezza, è consigliato, la prudenza solitamente caratterizza gli anni delle elezioni. Sarà così anche nel 2020? La risposta, secondo Capital Group, al prossimo appuntamento.

 

Leggi anche le altre lezioni:

Presidenziali Usa, lezione 1: i mercati predicono il vincitore

Presidenziali Usa, lezione 2: rimanere investiti nell’azionario

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