Il 90% del valore di un’azienda? Reputazione, brevetti e capitale umano

Il valore di mercato di una società è sempre più legato alle intangible asset, ovvero le sue attività immateriali. A trainarne la crescita sono anche gli investimenti nel capitale umano

Nei bilanci aziendali, una voce ha un peso sempre più importante: quella relativa alle intangible asset, ovvero le attività immateriali di una società. Qualche esempio? La reputazione e la percezione del brand, i brevetti depositati, i software sviluppati e utilizzati, ma anche l’impegno di un’azienda nei confronti del suo capitale umano. Secondo la ricerca Intangible asset market value study 2020 di Ocean Tomo, società statunitense specializzata in consulenza societaria legata agli aspetti finanziari della proprietà intellettuale, lo scorso anno circa il 90% del valore di mercato delle società all’interno dell’indice Standard & Poor’s 500 era infatti costituito da attività immateriali, in netto contrasto con il 32% del 1985 e in crescita rispetto all’84% del 2015.

Aziende, in crescita gli investimenti dedicati al capitale umano

Una delle ragioni di tale crescita è da ravvedersi nell’incremento degli investimenti dedicati al capitale umano di un’azienda. “Con la graduale diffusione di trend come la digitalizzazione e l’automazione, la forza lavoro è destinata a cambiare radicalmente” spiegano Emma Doner, Esg senior manager e Matt Lanstone, Responsabile di ricerca e investimenti Esg di Capital Group. Da diverso tempo, infatti, le aziende stanno investendo sempre più in attività di formazione dedicate ai dipendenti e verosimilmente incrementeranno i propri sforzi per assumere e fidelizzare i dipendenti più qualificati.

Amazon e Pwc e l’upskilling dei dipendenti

“Ne sono esempio le scelte di grandi società come Amazon e PricewaterhouseCoopers (PwC), che hanno deciso di non assumere nuovo personale, ma di ‘riqualificare’ quello attuale” continuano Doner e Lanstone. Nel primo caso, nel 2019 la società ha annunciato di voler investire 700 milioni di dollari entro il 2025 nell’upskilling (ovvero l’adeguamento e arricchimento delle competenze) di 100 mila suoi collaboratori, indipendentemente dal background e dal ruolo svolto. Sempre nel 2019, la società di consulenza ha invece allocato 3 miliardi di dollari che durante i successivi 4 anni saranno destinati al training digitale dei propri dipendenti e all’upgrade tecnologico a supporto dei clienti e delle comunità coinvolte.

 

 

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