Anno nuovo, vita nuova: vale anche per i mercati finanziari? A giudicare dal contesto che sta dominando le prime settimane del 2025, sembrerebbe di no. L’incertezza ereditata dal 2024 continua a farsi sentire, soprattutto nei mercati azionari statunitensi.
Questi, infatti, risultano fortemente influenzati dal sentiment, esposti a un rischio di concentrazione e vulnerabili a valutazioni eccessive. Per gli investitori è quindi fondamentale riconoscere questi rischi e prepararsi alle sfide che li attendono nel nuovo anno. Ma come farlo? La parola a Amadeo Alentorn, lead investment manager di Jupiter Systematic Equities.
Azionario USA: rischio di valutazioni eccessive?
Attualmente i titoli azionari americani sono caratterizzati da valutazioni storicamente elevate.
“Al 1° novembre 2024, il CAPE Ratio (Cyclically Adjusted PE), ideato dal Prof. Robert Shiller dell’Università di Yale, ha raggiunto il valore di 38 per l’indice S&P 500. Questo indicatore, che misura i profitti aziendali medi degli ultimi 10 anni corretti per l’inflazione, è oltre il doppio della sua media storica di lungo termine (17,5). E sebbene in passato siano stati registrati picchi superiori, come durante la bolla delle dot-com nel 1999, il livello registrato negli ultimi mesi solleva preoccupazioni – spiega Alentorn – soprattutto in un contesto di mercato dominato dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale”.
Figura 1. Andamento PE di Shiller

La teoria del Mean Reversion
Il PE, rapporto prezzo-utili, assieme al CAPE Ratio, tende a ritornare verso la media storica nel tempo. Questo fenomeno è anche conosciuto come “mean reversion”.
“Anche se i ricavi e i profitti aziendali possono crescere in periodi prolungati, il PE non si espande all’infinito. Questo rapporto tra due variabili economicamente correlate può oscillare nel breve termine e differire in base alle tipologie di azioni o alle aree geografiche, ma in esso è sempre presente un elemento di mean reversion. Per questo, comprendere questa dinamica è cruciale per gli investitori che vogliono capire quali sono i rischi legati a valutazioni eccessive”, continua.
Distorsioni cognitive e limiti psicologici
Oltre a dati, numeri e ricerche, c’è un’altra faccia della medaglia da considerare quando si parla di strategie di investimento per navigare i mercati nel 2025: le distorsioni cognitive. La psicologia, infatti, può influenzare notevolmente le scelte degli investitori e questa è la teoria alla base della finanza comportamentale, un altro ambito di competenza del Prof. Robert Shiller.
“Secondo Shiller, i mercati finanziari non sono sempre governati da logiche razionali – spiega Alentorn – ma riflettono spesso i limiti psicologici degli investitori. Ad esempio, due studiosi dell’Università della California, Brad Barber e Terrance Odean, hanno dimostrato che gli investitori tendono a privilegiare i titoli azionari che catturano maggiormente l’attenzione, come quelli più pubblicizzati, con rendimenti estremi o volumi di scambio elevati”.
Inoltre, nel suo libro intitolato “Euforia Irrazionale. Alti e bassi di borsa”, Shiller spiega che l’entusiasmo degli investitori si diffonde attraverso una sorta di contagio psicologico da persona a persona. Come fossero in una “bolla di mercato”.
“Le narrazioni che giustificano un aumento dei prezzi si diffondono molto velocemente e, in questi casi, questa emozione può coinvolgere un insieme di investitori molto vasto. Questi ultimi, infatti, magari per l’invidia dei successi altrui o semplicemente per l’eccitazione, sono portati ad avvicinarsi a un determinato investimento per l’entusiasmo comune. Senza tenere conto, magari, del valore reale dell’investimento in sé. Per esempio – continua – nel contesto attuale, l’interesse per l’AI potrebbe portare a una sovrastima delle sue potenzialità nel breve termine”.
Un altro fenomeno di distorsione emotiva della realtà riguarda il fenomeno del cosiddetto “ancoraggio” che, nel caso degli investimenti, porta a fare valutazioni su prezzi recenti anche quando questi risultano irrazionalmente alti. Si ancorano, per l’appunto, le proprie opinioni da un punto di vista familiare, senza considerare la situazione in sé o, in questo caso, l’asset in cui si sceglie di investire.
Il rischio di concentrazione nei portafogli
Comprendere appieno le dinamiche dei mercati, anche nel 2025, non è così facile. Ecco perché le scelte compiute dagli investitori dovrebbero sempre essere ponderate e informate.
“Molto spesso gli investitori non sono completamente informati sul rischio di concentrazione che corrono posizionando i propri investimenti. Ad esempio, nell’azionario, i Magnifici Sette della tecnologia rappresentano quasi ⅓ della capitalizzazione di mercato dell’S&P 500. Una situazione simile esporrebbe gli investitori a rischi specifici legati a un unico settore e a un unico stile di investimento (growth)”, spiega Alentorn.
“Il mercato ha diverse sfaccettature, è suddivisibile in tante piccole parti e in modi diversi. Può essere ponderato per capitalizzazione di mercato, per qualità, valore o volatilità, per fare qualche esempio. Per questo una riflessione attenta è imprescindibile per chi investe”.
Strategie per un approccio consapevole
Secondo gli esperti di Jupiter Asset Management, per affrontare le sfide che i mercati potranno presentare nel 2025, è fondamentale che gli investitori valutino attentamente ogni scelta, evitando di affidarsi esclusivamente a strumenti passivi che replicano indici ponderati per capitalizzazione.
“Esistono molteplici strategie da considerare, ognuna con caratteristiche e implicazioni diverse in termini di rischio e rendimento. La diversificazione rimane un principio chiave per gestire l’incertezza,” conclude Alentorn.