Investire sostenibile con le utility, primo passo verso la transizione

Luce e riscaldamento rappresentano la principale causa di emissioni di gas serra. Da qui l’importante ruolo che le utility possono svolgere verso il cambiamento. NN Investment Partners spiega come

Luce e gas per cucinare, illuminare e riscaldare rappresentano la quota maggiore di emissioni dirette di gas serra rispetto a qualsiasi altro settore. Secondo un articolo della Energy Research & Social Science, le famiglie sono responsabili del 72% delle emissioni. Una percentuale enorme che evidenzia, senza alcuna scappatoia, quanto siano importanti le abitudini di consumo. Proprio in questa direzione, un aiuto fondamentale arriva dalle utility. Le società pubbliche e gli operatori di rete che forniscono energia alle nostre case svolgono un ruolo centrale nei piani di transizione energetica, proprio perché influiscono anche su altri ambiti. Sono quindi decisivi per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050.

Ma queste realtà hanno un posto centrale anche nel portafoglio di un investitore responsabile? NN Investment Partners ritiene che il semplice disinteresse sia un’opportunità persa. “Proprio utilizzando la nostra influenza come azionista guidiamo le utility verso strategie di business più sostenibili – spiega la società di gestione olandese – e verso piani di transizione energetica coerenti con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”.

Insomma, l’investimento sostenibile spingerebbe le utility a sviluppare piani di decarbonizzazione, coerenti con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.

Qualche esempio concreto? “L’anno scorso abbiamo continuato a raggiungere e persino superare i nostri obiettivi di coinvolgimento, con più utility, tra cui il conglomerato ceco CEZ Group, che si sono impegnate a raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. – racconta NN IP – La società elettrica italiana Enel è andata oltre, anticipando il suo obiettivo di zero netto al 2040”.

Ma non solo. Alcune aziende, come l’indiana NTPC, hanno aumentato i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio dopo aver raggiunto gli obiettivi precedenti prima del previsto. L’utility portoghese EDP Group ha annunciato un piano per ridurre le emissioni di gas serra del 98% entro il 2030. La società energetica polacca PGE Group ha compiuto progressi in materia di trasparenza climatica partecipando a un sondaggio internazionale sulla protezione del clima e la gestione delle risorse idriche condotto da CDP (Cassa Depositi e Prestiti).

Spesso il successo dipende non solo dall’ambizione di un’azienda, ma anche da fattori esterni che influenzano la transizione. Basti pensare ai regolamenti e alle decisioni politiche del governo, alle mutevoli condizioni di mercato e alla capacità di un’azienda di aumentare la propria offerta di energie rinnovabili e lo sviluppo della rete. Ma tra questi fattori anche gli investimenti sostenibili possono fare la loro parte, incoraggiando le utility a intraprendere il cammino verso la transizione verde.

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