La malattia più diffusa al mondo è l’obesità e la pandemia ha contribuito ad aggravarne il peso.
L’obesità ha “significative implicazioni sanitarie, sociali ed economiche”. Tuttavia, commentano da Legal and General Investment Management (LGIM) “riteniamo che molti investitori non riconoscano la sua rilevanza finanziaria come un problema Esg, né il ruolo che loro stessi possono svolgere nell’affrontare tale condizione”.
L’obesità è una malattia
Il report The State of Obesity 2020 curato dalla Trust for American Health (Tfah) ha rivelato una percentuale di obesi negli Stati Uniti che ha toccato nel periodo 2017-2018 il 42,2%, prima volta oltre la soglia del 40%. Il tasso nazionale di obesità è cresciuto del 26% dal 2008. Anche i tassi di obesità infantile sono in aumento, con gli ultimi dati che mostrano il 19,3% dei giovani statunitensi di età compresa tra 2 e 19 anni soffrire di obesità; a metà degli anni ’70, ne era affetto il 5,5% dei giovani.
Ma l’obesità non è solo un problema americano. Secondo l’aggiornamento di giugno 2021 dell’organizzazione mondiale della sanità (Wto), più di 650 milioni di persone erano obese nel 2016, con il 13% di obesità globale sul totale degli adulti sopra i 18 anni. A cosa corrisponde questa percentuale? Al 36% degli adulti negli Usa, a più del 25% degli adulti nel Regno Unito, al 44% delle donne in Arabia Saudita.
L’obesità è a caro costo
L’aumento strutturale del tasso di obesità si deve, secondo gli esperti, ad una minore attività fisica e all’assunzione di cibi più ricchi di energia ma con un basso valore nutritivo. Una situazione che potrebbe peggiorare a seguito della pandemia, dove permanenza in casa, isolamento preventivo o forzato e perdita del posto di lavoro potrebbero aver aggravato la situazione di base. Se non affrontato, riportano studi Harvard del 2020, si stima che 1 miliardo di adulti nel mondo sarà obeso entro il 2030.
“L’obesità è collegata a molteplici cause di morte, tra cui diabete, malattie cardiache e ictus. Di conseguenza, ha implicazioni economiche significative: l’Ocse stima che l’8% dei bilanci sanitari dei paesi membri sarà speso per curare le conseguenze dell’obesità e delle condizioni correlate nei prossimi 30 anni”.
La malattia frena inoltre la crescita economica ostacolando una forza lavoro in salute. Questo complica la strada verso una serie di obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, tra cui il conseguimento dei Sustainable Development Goals (Sdg) “lavoro dignitoso e crescita economica” e “buona salute e benessere”.
Obesità come problema Esg
“In LGIM, riteniamo che, data l’importanza del problema, sia importante considerare l’obesità come un fattore chiave, sia nel nostro processo di investimento, che nei nostri impegni con le società in cui investiamo per conto dei nostri clienti. Abbiamo già iniziato a confrontarci sull’argomento con aziende di diversi settori”. Un esempio arriva da Tesco, maggior rivenditore inglese, che si è data un obiettivo nutrizionale ambizioso, impegnandosi a ricavare il 65% delle vendite totali da prodotti sani entro il 2025 (rispetto al 58% attuale).
“Collaboriamo anche con l’Initiative Access to Nutrition, impegnandoci nel fissare obiettivi sostenibili in ambito nutrizionale con le 25 più grandi aziende alimentari e di bevande al mondo”.
Investire contro l’obesità
In quest’ottica, il team Active Strategies di LGIM ha riconsiderato i propri criteri di valutazione di aziende che operano nel settore degli alimenti e delle bevande confezionate, per informare le nostre opinioni sugli investimenti e il programma di coinvolgimento. “Riteniamo che le aziende con un’elevata esposizione dei ricavi a prodotti non salutari debbano affrontare il doppio giro di vite della crescente regolamentazione e delle limitazioni sulla commercializzazione di alimenti non salutari”. Inoltre, “vediamo interessanti opportunità di investimento nel settore sanitario, dove il mercato dei farmaci anti-obesità sta vivendo una svolta in termini di sicurezza ed efficacia”.
Secondo le ricerche del National Center for Biotechnology Information, oggi, solo il 2% circa dei pazienti obesi viene trattato con farmaci anti-obesità (Aom). “Con l’arrivo sul mercato di farmaci anti-obesità più sicuri ed efficaci, prevediamo che questa percentuale aumenterà in modo significativo, guidando la crescita del mercato Aom nel prossimo decennio”.