Nella sua terra d’origine, Napoli, vi è un detto: ‘prendi la bella giornata, perché la brutta arriva’. Il sole, da quando Giuseppe Gentile è alla guida di Kruso Kapital (dal 2017, e come Direttore Generale dal 2019), ha brillato molte volte, anche se gli ultimi cinque anni hanno insegnato alla finanza l’importanza di portare sempre con sé un ombrello per proteggersi da precipitazioni più improvvise che mai. Tra le altre: una pandemia, due guerre, decine di elezioni nei principali stati internazionali. Ma soprattutto un nuovo ordine in cui imparare a orientarsi.
Molte le sfide, dalla quotazione in borsa di Kruso Kapital, prima matricola del 2024 a Piazza Affari, avvenuta in un contesto economico tutt’altro che favorevole, alle acquisizioni europee, che hanno portato a confrontarsi con modi diversi di lavorare, differenti fusi orari e nuove clientele con esigenze tutte da ascoltare. Altrettante, tuttavia, le opportunità, che hanno reso la società il primo operatore paneuropeo appartenente a un gruppo bancario attivo nel mercato del credito su pegno e che la vedono protagonista di una crescita basata su strategie limpide come la luce di quel sole di cui beneficiare sempre, appena si può. Con Gentile facciamo il punto sugli ultimi anni, approfondendo la materia prima che alimenta la maggior parte del business di Kruso Kapital: l’oro.
Negli ultimi anni, Kruso Kapital ha registrato una crescita significativa (si veda la crescita 35% anno su anno dell’utile netto adjusted nel 2024). Quali fattori hanno contribuito a questo successo?
“Sono tre gli eventi che hanno contribuito alla performance positiva di Kruso Kapital nel 2024. In primis, la crescita organica della società, resa possibile grazie all’acquisizione di due società attive nell’ambito del credito su pegno. La prima è Pignus – Credito Economico Popular, spin-off della banca d’affari portoghese Banco Invest, acquisita a novembre 2024 per 11,55 milioni di euro: un accordo che ha portato sotto l’egida di Kruso Kapital 16 filiali distribuite in tutto il Portogallo, incluse tre agenzie a Lisbona e due a Porto, insieme a un team di 44 dipendenti e un portafoglio di impieghi in credito su pegno per circa 16 milioni di euro al momento dell’acquisizione. La seconda era invece costituita da un importante portafoglio di credito su pegno il cui assorbimento ha portato in Kruso Kapital circa 1.100 polizze, rendendo la società il primo operatore appartenente a un gruppo bancario leader in Italia nel mercato dei prestiti su pegno. Un solo accenno al 2025: risale allo scorso febbraio l’acquisizione del portafoglio di crediti su pegno di Banco BPM, che ha aggiunto circa 8.000 polizze e 9 milioni di euro di impieghi originati nelle province di Pisa e Livorno, dove Kruso Kapital opera con due filiali a marchio ProntoPegno”.
Ma non si tratta solo di risiko aziendale…
“Certamente no. Il secondo fattore di crescita è infatti originato dalla scelta di quotarsi in borsa, un passo compiuto in un momento in cui il mercato era tutt’altro che favorevole, ma che ha permesso a Kruso Kapital di comunicare apertamente i suoi risultati finanziari e guadagnare maggiore fiducia sia da parte degli investitori che della clientela, oltre che di farsi conoscere da nuovi stakeholder. Così, il 24 gennaio 2024 abbiamo suonato la campanella di Piazza Affari, quotandoci sul segmento Euronext Growth Milan. Un doppio impegno a livello di comunicazione, che ha affiancato a quella istituzionale anche quella regolamentare, ma che ha senz’altro contribuito alla nostra crescita per l’anno appena passato”.
Ultimo, ma non per importanza?
“Il terzo fattore chiave nel successo di Kruso Kapital è relativo all’andamento del sottostante della maggior parte dei pegni sottoscritti dalla società: il metallo giallo. L’oro ha infatti scalato i record negli ultimi mesi (+21% nell’ultimo anno), arrivando oggi a toccare i 97,04 euro al grammo. Un trend al rialzo che, se da un lato ha contribuito a una maggiore fidelizzazione dei clienti (a oggi, ben l’85% della nostra clientela è ricorrente), dall’altro ha permesso alla società di erogare finanziamenti più elevati a fronte dello stesso valore di oro”.
A proposito di oro: osservando l’andamento di questa importante materia prima da un punto di vista privilegiato, qual è la vostra visione del trend a rialzo che vede protagonista il metallo giallo?
“Il trend rialzista dell’oro, che ha visto un aumento significativo nelle ultime settimane, è stato alimentato da una serie di fattori macroeconomici, in primis l’annuncio lo scorso 2 aprile del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump circa l’imposizione di elevati dazi sulle importazioni, poi messi in pausa per 90 giorni. Gli indici correlati all’oro, dollaro in primis, hanno mostrato delle flessioni significative, un andamento che solitamente vede il metallo giallo al rialzo, mentre (rimbalzo degli ultimi giorni a parte) l’oro ha mostrato una certa stabilità. Una spiegazione a questo fenomeno potrebbe arrivare da UBS, i cui analisti suggeriscono che a dettare il passo siano stati i fondi di private equity e gli hedge fund, costretti a vendere le proprie riserve d’oro per far fronte alle perdite subite in altri comparti, facendo salire l’offerta. Il prezzo dell’oro ha comunque mostrato una performance decisamente migliore rispetto ad altri asset: il mercato azionario ha visto ad esempio un calo del 12,1% year to date nell’indice S&P 500”.
La crescita sarà sostenibile nel lungo termine?
“No, potrebbe non esserlo. Il prezzo dell’oro è stato spinto in parte dalle incertezze economiche globali e dalle politiche monetarie delle banche centrali, ma la crescita del prezzo potrebbe stabilizzarsi man mano che i fattori che la alimentano si normalizzeranno. In particolare, la flessione del dollaro e la vendita di oro da parte di grandi fondi potrebbero attenuarsi. Nonostante ciò, l’oro continuerà a essere un bene rifugio per gli investitori, specialmente in periodi di incertezze politiche ed economiche. Le banche centrali, ad esempio, stanno diversificando le proprie riserve, sostituendo il dollaro con l’oro: si parla di mille tonnellate d’oro acquistate negli ultimi tre anni, oltre il 40% rispetto alla media dei dieci anni precedenti. In particolare, l’oro continuerà a essere considerato un asset strategico soprattutto per le economie con valute più deboli, come Cina e Giappone, che figurano in cima alle classifiche dei paesi dalle maggiori riserve di oro dal punto di vista valutario. In questo scenario, il trend rialzista del metallo giallo potrebbe non essere sostenibile nel lungo termine, ma l’oro rimarrà comunque un asset di riferimento per gli investitori, anche con oscillazioni di prezzo più contenute. Una dinamica, questa, che fa uscire questa materia prima dal classico preconcetto del bene rifugio, dimostrando come questo porti con sé ragionamenti molto più complessi, oltre che opportunità”.
Tornando a Kruso Kapital: da quanto tempo è alla guida della società e quali sono state le maggiori soddisfazioni che ha tratto dal suo ruolo?
“Sono entrato a far parte di Kruso Kapital nel 2017, quando era ancora una linea di business all’interno di Banca Sistema, e ho visto l’azienda evolversi in modo straordinario, finché la divisione “credito su pegno” è stata conferita, ad agosto 2019, nella società Kruso Kapital: ho avuto quindi l’opportunità di essere parte della sua crescita da zero, assistendo a ogni fase di sviluppo. Tra le maggiori soddisfazioni del mio ruolo c’è sicuramente l’opportunità di vedere crescere l’azienda in modo organico: affrontare acquisizioni significative come quella del ramo d’azienda di Intesa Sanpaolo dedicato al credito su pegno nel 2020, avviare un processo di digitalizzazione e non ultimo arrivare alla quotazione in borsa in un mercato complesso. In soli cinque anni, Kruso Kapital è riuscita a espandersi in Europa, con una crescita dell’organico da 17 a 140 dipendenti, incluse le controllate. Risultati, questi, che di solito si osservano in 20 anni di carriera: quale soddisfazione migliore di questa? (sorride, ndr)”.