Crollo del Bitcon: il rischio non è solo la volatilità

Negli ultimi giorni il mercato è andato incontro ad un picco negativo e le criptovalute non sono riuscite a evitare la caduta. Ma come mai il Bitcoin continua a rubare l’attenzione di tanti investitori?

Microsoft e Intel hanno pubblicato risultati del secondo trimestre deludenti, Nvidia è stata fortemente penalizzata dalle aspettative di un imminente taglio dei tassi, i dati sull’occupazione statunitense sono deboli e iniziano a riaccendersi i timori per una recessione anche per gli States. In una simile situazione, era impossibile che il mercato rimanesse impassibile ai cambiamenti, infatti questo è crollato. E anche il mercato delle criptovalute, tra cui il Bitcoin, non ne è uscito incolume, anzi. Negli ultimi tre giorni, con il calo dei listini azionari, sono andati in fumo 313miliardi di dollari e questo potrebbe essere solo l’inizio.

Il mercato cripto ha appena registrato il più significativo sell-off in quasi un anno, perdendo 510miliardi di dollari della sua capitalizzazione di mercato totale. Anche il Bitcoin, ovvero la criptovaluta più famosa al mondo, per la natura altamente speculativa, è crollato a un minimo di oltre cinque mesi. Negli ultimi giorni è scivolato di più del 16%, scendendo ben sotto i 50k nella giornata di ieri.

Volatilità e incertezza: gli effetti sul Bitcoin

L’investimento in valute è spesso visto come un modo per diversificare il proprio portafoglio, uscendo anche dal mercato più tradizionale. Ma i rischi che gli investitori si trovano di fronte sono molto simili a quelli della finanza classica: come volatilità e potenziale di perdere il capitale.

Ma criptovalute e azioni, sono davvero così diverse? Prendiamo l’esempio del Bitcoin, una classe di attività relativamente giovane, la prima cosa che viene in mente è il fortissimo rischio dato dalla sua volatilità e, decisamente, il crollo degli ultimi giorni non lascia gli investitori tranquilli. Eppure, sembra che questa stia rallentando negli ultimi anni: per i primi anni la volatilità di questa cripto è stata anche superiore al 200%, negli ultimi anni invece si è stabilizzata tra il 40% e il 70%. Insomma, l’investimento in Bitcoin continua a comportare, senza dubbio, un’elevata volatilità, ma allora come mai continua ad essere aggiunta nei portafogli? Perché nonostante questa sua innata caratteristica continua ad offrire rendimenti elevati, compensando i rischi assunti. “Basandosi solo sull’Indice di Sortino (una metrica utilizzata per determinare il rendimento aggiuntivo per ogni unità di rischio di ribasso) ad esempio, si scopre un fenomeno interessante: il Bitcoin ha migliorato e sovraperformato rispetto alle attività tradizionali”, spiega Giselle Lai, esperta di Fidelity International.
Questa classe di attività sembra infatti registrare dei rialzi significativi che risultano in un’inclinazione positiva dei rendimenti, ma non si possono ignorare anche i crolli negativi.

In generale, guardando oltre quello che sta accadendo in questi giorni, durante i suoi 15 anni di esistenza, il Bitcoin ha dimostrato una crescita resiliente e segni di maturazione insieme allo sviluppo normativo e al miglioramento dell’accesso al mercato.

Rischio di sicurezza: attenzione a chi ci si affida

Negli ultimi anni la stampa ha spesso parlato di furto di asset digitali, allontanando l’investitore medio dalle opportunità che offre il mercato delle criptovalute . In realtà, nel 2023 il totale di furti dalle piattaforme è diminuito di circa il 54% rispetto all’anno precedente. Questo non deve però renderlo un rischio ignorabile. Nonostante i notevoli miglioramenti, il rischio di sicurezza esiste ancora e ha causato la perdita di oltre 1,7miliardi di dollari. Sicuramente, la mancanza di una regolamentazione completa e di un accesso sicuro al mercato dei Bitcoin continua ad essere una delle principali sfide da affrontare per tutti gli investitori che vogliono cogliere le opportunità di questo mercato.

Esistono tre soluzioni di protezione delle criptovalute:

  • Custodia autonoma, che consente agli individui di gestire in autonomia le proprie criptovalute. In questo caso, gli utenti sono gli unici responsabili della sicurezza e della supervione, quindi la mancata salvaguardia delle chiavi private può comportare la perdita irreversibile del patrimonio;
  • Semi-custodia da parte di terzi, con questa opzione gli utenti mantengono il controllo sulle proprie chiavi private, ma vengono condivise con il depositario. Ovvero, per effettuare transazioni, sia l’utente che il depositario devono approvare la transazione, aumentando la sicurezza, ma anche i tempi e i costi:
  • Custodia completa di terze parti, questa è l’opzione che offre sicurezze maggiori, perchè le chiavi provate vengono affidate ad un professionista, ma l’utente finale ha un controllo limitato sulle sue attività. Un esempio potrebbe essere l’investimento in Etf di criptovalute, come quello sul Bitcoin lanciato quest’anno negli stati uniti.

In generale, una buona polizza assicurativa dovrebbe sempre essere tra le componenti fondamentali quando si parla di custodia dei beni digitali, ancora di più nel caso di prodotti così nuovi e non ancora ben conosciuti.

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