Bitcoin in caduta: una (nuova) prova che con l’oro non c’entra nulla

A poche ore dall’attacco russo all’Ucraina il Bitcoin è tornato ai minimi da luglio, mentre l’oro si è riavvicinato ai massimi storici

In una giornata di fibrillazione sui mercati, il blocco delle crypto si unisce a quello azionario, e in particolare alla caduta dei titoli tech che si è rivelata superiore alla media

Il Bitcoin, pur avendo rivisto i minimi dal luglio 2021, è caduto meno della maggioranza delle altre criptovalute

Se altre conferme fossero mai state necessarie, sono arrivate adesso: nella circostanza drammatica della nuova guerra in Ucraina. Mentre l’oro e le prospettive dell’inflazione, con i rincari energetici, vanno a rafforzarsi, le criptovalute crollano. Come, e molto di più, delle azioni. Il Bitcoin ha toccato un minimo di giornata (dato aggiornato alle 14 e 40) a 34.338,57 dollari, il livello più basso dal luglio 2021, cancellando tutto il rally accumulato nei mesi a ridosso del lancio del primo Etf basato su Bitcoin future. Il calo del Bitcoin, nel momento in cui scriviamo, è del 9,47%. Ancor più gravi le perdite per Ether, -13,2% a 2.376,71 dollari e per varie altre criptovalute emergenti, che si sono spesso dimostrate ancora più volatili del Bitcoin e che ora segnano perdite a doppia cifra: da Solana, a Xrp, a Stellar, a Cardano. Nella giornata del 24 febbraio l’oro è arrivato a toccare quota 1.976,50 dollari l’oncia.

E’ una reazione di mercato che, come aveva indicato in un recente rapporto l’Esma, conferma le maggiori parentele fra il Bitcoin e l’andamento del mercato azionario, piuttosto che con l’oro e gli altri beni rifugio. L’analogia fra oro Bitcoin si è sempre alimentata sulla base della ristrettezza programmata dell’offerta di Bitcoin, che avrebbe reso questo asset una protezione naturale nei confronti della svalutazione progressiva delle monete emesse dalle banche centrali.

Negli ultimi 12 mesi il Bitcoin ha ceduto il -27%, con un calo superiore al 23% solo da inizio 2022. Questo è avvenuto nonostante la parallela corsa dell’inflazione, che secondo alcuni dovrebbe incoraggiare il possesso di Bitcoin a discapito delle monete tradizionali.

La stessa Esma aveva denotato, comunque, una notevole decorrelazione di Ether e Bitcoin dalle altre principali asset class, citando esplicitamente potenziali benefici dal loro inserimento in portafoglio.

In questa circostanza specifica, tuttavia, la crisi geopolitica si è abbattuta su tutto il mondo crypto e con grande forza – con le alt-coin rivelatesi più vulnerabili del Bitcoin. A rafforzarsi, invece, sono stati, ad esempio, il dollaro (+1%, relativo all’index) o lo yen (1,40%), considerate le vere monete di riparo nei momenti d’incertezza.

Mentre le vendite sul fronte azionario sono giustificate dall’impatto che una nuova guerra e le sanzioni sulla Russia potrebbero avere sugli utili societari, le reazioni del mondo crypto sono, come sempre, più difficili da interpretare. Le vendite possono essere ricondotte al clima generale di fuga dagli asset più volatili, che premia, ad esempio, i beni rifugio e i titoli di stato particolarmente solidi. Come indicato in un precedente articolo, le crypto si stanno muovendo ancora una volta in tandem con le principali azioni tecnologiche, che oggi perdono quota oltre la media del mercato.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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