L’indice Stoxx Europe 600 è uno dei benchmark principali del mercato paneuropeo ed include le principali società ad elevata, media e bassa capitalizzazione appartenenti a 17 paesi europei
Il nuovo Etf è caratterizzato da un tracking error basso: 0,48% annualizzato negli ultimi cinque anni. La sua performance inoltre non si discosta molto da quella dell’indice Stoxx Europe 600
State Street più forte negli Esg
State Street Global Advisors ha annunciato oggi il lancio su Borsa Italiana di Spdr Stoxx Europe 600 Esg Screened Ucits Etf.
Si tratta del primo Etf Esg che replica l’indice Stoxx Europe 600 applicando criteri di esclusione trasparenti. L’obiettivo è quello di eliminare l’esposizione alle armi controverse, al tabacco e al carbone termico. E anche alle società che non rispettano i principi del Patto Mondiale delle Nazioni Unite (Global Compact).
L’indice Stoxx Europe 600 è uno dei benchmark principali del mercato paneuropeo ed include le principali società ad elevata, media e bassa capitalizzazione appartenenti a 17 paesi europei. L’indice Stoxx 600 Esg-X (lanciato nel 2018) adotta criteri di esclusione basati sui dati di Sustainalytics. Quest’ultimo è un fornitore leader di rating Esg che svolge un’attività di screening sui titoli. L’assessment riguarda le politiche responsabili più comunemente adottate dai principali investitori istituzionali, riducendo anche i rischi reputazionali e idiosincratici.
L’Etf, che ha un Ter dello 0,12%. E’ inoltre caratterizzato dal meccanismo di “Fast Exit” che consente di reagire rapidamente a controversie improvvise relative ai criteri Esg. Qualora il rating Sustainalytics per il rischio di controversia di un titolo sia 5 (il livello di rischio più alto), il titolo sarà cancellato dall’indice due giorni dopo l’annuncio del cambiamento di rating.
Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Italy
“Gli investimenti sostenibili non sono più considerati una scelta di nicchia. Sono oggi una delle maggiori aree di interesse da parte degli investitori. Il panorama degli Etf Esg si sta pertanto sviluppando rapidamente con il lancio di nuovi prodotti in grado di rispondere a questa domanda, che in questo contesto riteniamo non possa che crescere.
L’impegno delle società che controllano asset per circa 90 mila miliardi di dollari a livello mondiale per includere i criteri Esg nei loro processi sottoscrivendo i Principi di Investimento Responsabile delle Nazioni Unite (Pri) è forte. Però solo il 20% di esse rispetta tali criteri. Questo dato dovrebbe comunque crescere rapidamente. Infatti i requisiti per essere un firmatario, come la comunicazione degli indicatori sul rischio climatico, diventeranno più severi dal 2020”.
Mandy Chiu, Head of ETF Product for EMEA and APAC
“Poiché l’innovazione dei fondi risponde alle nuove capacità e alle richieste degli investitori, prevediamo uno sviluppo dell’offerta di Etf in generale. A fine gennaio 2019, erano 210 gli Etf/Etp classificati come Esg. Dato il corpus crescente di ricerche accademiche che evidenzia un rapporto positivo tra punteggi Esg e performance, stimiamo che entro la fine del 2020 gli Etf Esg saranno 265, con l’Europa sempre in prima linea sulle problematiche relative alla sostenibilità”.
Il nuovo Etf è caratterizzato da un tracking error basso (0,48% annualizzato negli ultimi cinque anni). La sua performance inoltre non si discosta molto da quella dell’indice Stoxx Europe 600. La sovra o sottoesposizione per settore dovuta alle esclusioni è sempre inferiore al 2%. La più elevata è quella del settore sanitario al -1,68%, seguita dai titoli finanziari al +1,32%. I titoli attualmente esclusi in quanto non conformi ai criteri Esg dell’indice sono in totale 19. Fra le prime 10 società più importanti oggetto di esclusione figurano Novartis, British American Tobacco, Airbus, Safran, Volkswagen Pref.