Secondo la survey di Spectrem, circa 6 Millennials su 10 tra gli High Net Worth Individual intendono rinunciare alla pensione per continuare a lavorare
Spectrem ha intervistato 443 Millennials ad alto patrimonio, con un reddito annuo minimo di 100.000 dollari (se single) o di 150.000 dollari (per chi è sposato o in una relazione)
I giovani “potrebbero non avere il patrimonio netto necessario” a un’adeguata pianificazione finanziaria e pensionistica, ha affermato Kathy Dordick, consulente senior di Spectrem
Se questa ipotesi non sorprende, è però insolito il fatto che quasi 3 Millennials ad alto reddito su 10 (in particolare chi ha tra i 30 e i 35 anni) ritengono di non poter andare in pensione perché non saranno in grado di mettere da parte il capitale necessario a mantenere un alto stile di vita. Spectrem ha intervistato 443 Millennials ad alto patrimonio, ovvero con un reddito annuo minimo di 100.000 dollari se single, e 150.000 dollari per chi è sposato o in una relazione.
Tra le cause che impedirebbero l’accumulo di capitale – considerando che il gruppo Spectrem è americano – ci sarebbero per oltre la metà dei Millennials intervistati i debiti legati alla propria istruzione. Questi oneri, secondo i giovani ricchi under 35, impedirebbero loro “di contribuire quanto vorrebbero al proprio programma pensionistico da 401.000 o più”, si legge nei risultati della survey.
I giovani “potrebbero non avere il patrimonio netto necessario” a un’adeguata pianificazione finanziaria e pensionistica, ha affermato Kathy Dordick, consulente senior di Spectrem. “Ma arriveranno a quel patrimonio netto molto più velocemente con la pianificazione finanziaria e pensionistica”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza – per consulenti finanziari e private banker – di intercettare i futuri bisogni dei più giovani.
Secondo Dordick la dicotomia tra Millennials più e meno ‘ottimisti’ – ovvero tra chi ritiene che non andrà in pensione per scelta e chi, invece, per mancanza di risorse – potrebbe essere dovuta in parte alla diversa situazione dei più giovani (under 30) rispetto a chi ha tra i 30 e 34 anni. Questi ultimi, secondo Dordick, potrebbero dover ancora affrontare le conseguenze della crisi del 2008, incontrata all’inizio della propria carriera professionale.
I giovani “vogliono sentire che stanno facendo un lavoro che amano e di cui sono appassionati, e penso che ciò spinga molto quella convinzione”, ha spiegato Dordick riferendosi al primo gruppo di Millennials. Ma i primi anni dei Millennials meno giovani “sono stati influenzati dalla Grande recessione. Anche se non sono così titubanti negli investimenti, hanno una visione più pessimistica rispetto alle proprie capacità di mettere da parte abbastanza e andare in pensione”.
Una dicotomia che si riflette anche nelle propensioni all’investimento, ma in modo contrario. I Millennials più giovani tenderebbero infatti a essere i più avversi al rischio. Il 69,3% dei Millennials under 30 si dichiara reticente a investire nel mercato azionario, contro il 55,5% dei Millennial tra i 30 e i 34 anni.