Secondo i presenti, “quella del 17 novembre 2022 al Rockefeller Plaza di New York è stata una traversata, più che una serata”. I milioni di dollari incassati dalle due aste (XX e XXI secolo) di Christie’s, che là ha sede, sono stati quasi 422. Non certo bruscoletti. La cifra ha portato le vendite autunnali della casa a oltre 2 miliardi di dollari. Lotto di punta della serata era il quadro Sugar Ray Robinson (1982) di Jean-Michel Basquiat, aggiudicato per 32,7 milioni di dollari, dunque al di sotto dell’obiettivo stimato (35 milioni) di incasso. Il risultato si è collocato sotto la performance media di mercato dell’artista, che nel 2021 è stato secondo al solo Pablo Picasso in termini di ricavi d’asta.
Certo sarebbe stato difficile (e lo sarà a lungo) replicare il successo-sbornia della collezione ultra miliardaria (1,62 miliardi di dollari) del cofondatore di Microsoft Paul Allen (9-10 novembre). La casa d’aste, come prevedibile, ha patito il suo stesso successo.
Untitled III di Willem de Kooning (fine anni Settanta), garantito dalla casa d’aste e con un prezzo richiesto superiore ai 35 milioni di dollari, è rimasto invenduto. In virtù della garanzia, il quadro ora è di proprietà di Christie’s. Stessa sorte anche per Paul Gauguin e Hans Hofmann, stima congiunta di 9,5 milioni di dollari e garantiti da Christie’s. Un dipinto di Clyfford Still, PH-69, (12-18 milioni di stima), è stato ritirato. Così come cinque lotti di artisti contemporanei un tempo molto richiesti, come Dana Schutz, Robert Gober e Albert Oehlen.
Da sola, l’asta di arte del XX secolo ha totalizzato 307,9 milioni di dollari, realizzando un calo del 27% rispetto ai 419,9 milioni di dollari di un anno fa. Il Jewish Museum di New York ha venduto una scultura di Henry Moore per 2,3 milioni di dollari, a beneficio delle acquisizioni. La Fondazione Agnes Gund si è separata da un disco giallo di Roy Lichtenstein, Mirror #5 (1970), per raccogliere fondi a favore dei diritti riproduttivi (3,2 milioni di dollari).
I lotti afferenti al collezionista Marsico erano garantiti da Christie’s, comprendendo opere di Monet, Manet, Degas, Matisse e Caillebotte. La selezione ha fruttato complessivamente 35,5 milioni di dollari, superando la bassa stima di prevendita di 31,5 milioni di dollari. Tuttavia, una natura morta floreale di Frédéric Bazille (5-7 milioni di dollari), è stata venduta a 3,7 milioni di dollari.
I venti avversi hanno colpito anche una superstar del mercato come Mark Rothko. Una sua tela del 1969 è stata battuta infatti a 17,6 milioni di dollari, metà della stima. Successo invece per Boetti anche in questa sede (dopo il record di Sotheby’s): il suo monumentale Tutto (1990) dell’artista, è stato acquistato per 6,1 milioni, superando la valutazione massima di 5,5 milioni di dollari.
Più tardi nella serata, la vendita di arte del XXI secolo ha avuto risultati contrastanti, per un totale di 114 milioni di dollari, il 48% in meno rispetto ai 219,3 milioni di dollari realizzati un anno fa. Cinque lotti sono stati ritirati dal catalogo originale contenente 40 opere, prima che l’asta iniziasse. Non sono stati venduti pezzi di On Kawara, Pat Stier e Liu Wei.
Ma qualche sorpresa positiva c’è stata. Un dipinto di Anna Weyant è stato aggiudicato per 1,5 milioni di dollari, cinque volte la sua stima minima. Rashid Johnson ha stabilito un nuovo record con 3 milioni di dollari per il suo Surrender Painting “Sunshine” (2022), venduto a più di tre volte la stima, per raccogliere fondi benefici.
La scultura in argento lucido Jim Beam – J.B. Turner Train (1986) di Jeff Koons, esemplare del periodo di massimo splendore dell’artista, è stata venduta per 17 milioni di dollari, collocandosi al centro della forchetta di stima (15-20 milioni).
Nemmeno agli artisti più giovani è andata meglio. Fallback, Back/Side di Christina Quarles è stato venduto a 480.000 dollari (604.800 dollari con il premio del compratore), superando di poco la stima minima di 400.000 dollari.