I token dal valore “ancorato” potrebbero marginalizzare i sistemi di pagamenti tradizionali e diventare un’alternativa funzionale alla moneta fiat
Le possibili conseguenze di questo fenomeno preoccupano i banchieri centrali, che potrebbero rispondere con le loro monete digitali “di Stato”, le Cbdc
Per le banche centrali, infatti, la vera minaccia proveniente dalle criptovalute non è rappresentata dalla speculazione, ma dal loro utilizzo nel mondo reale, come forma di pagamento. Per ora le monete digitali hanno poca rilevanza in questo campo, ma i token dal valore stabile, assai più affini per questa caratteristica ad una moneta tradizionale, sono già una realtà. E per la Fed è importante affrontare in fretta le possibili conseguenze.
“Ciò di cui ci si può preoccupare, dal punto di vista della stabilità finanziaria, non sono le cose che sono più rischiose, ma quelle che sono tipicamente sicure – e cosa potrebbe accadere durante una crisi, quando ciò che si pensava fosse sicuro non si dovesse rivelare tale“, ha detto a Politico un funzionario del Tesoro, anticipando i contenuti del rapporto in arrivo.
Secondo di dati della società di ricerca Messari, l’utilizzo delle stablecoin sta crescendo rapidamente: dai 250 miliardi di dollari in transazioni del 2017 ai mille miliardi del 2020. E nei soli primi due trimestri del 2021 si sarebbe già passati a 1.700 miliardi di dollari. Il loro utilizzo, tuttavia, si concentra ancora nel dominio delle piattaforme di scambio per le criptovalute, anche come strumento di diversificazione del rischio.
La velocità delle transazioni di questi token, tuttavia, pone le basi per una loro crescente diffusione. Per questo, le autorità americane stanno riflettendo su come reagire. Una possibile contromossa esplorata già da decine di banche centrali nel mondo è quella di sviluppare una moneta digitale “di stato” (Cbdc) in grado di avere le caratteristiche funzionali di una stablecoin, anche in termini di velocità, ma con tutte le garanzie di una moneta garantita dalla banca centrale. Lo stesso presidente della Fed, Jerome Powell, aveva affermato come lo sviluppo delle Cbdc avrebbe rimosso alla base “il bisogno delle stablecoin”. Anche la Bce ha esplicitamente citato le stablecoin nei suoi studi preparatori in vista dell’eventuale introduzione dell’euro digitale. In Cina, nel frattempo, lo yuan digitale è già a uno stadio di sperimentazione avanzato, mentre le criptovalute sono andato incontro a crescenti restrizioni negli ultimi mesi.