Per guardare meglio all’Europa, gli investitori stanno mettendo a fuoco l’identikit del nuovo governo tedesco, che potrebbe influenzare non poco la politica economica di tutta l’Unione Europea. Al secondo posto le elezioni francesi, con un primo turno il 10 aprile e un secondo il 24 dello stesso mese. Gli osservatori dicono che la campagna elettorale sarà animata da immigrazione e sicurezza, potere d’acquisto delle famiglie e transizione verde, anche se poco si sa ancora dei programmi elettorali e nemmeno tutti i nomi dei candidati sono noti.
La frammentazione sembra non contribuire a chiarire le idee sia a destra che a sinistra, salvo osservare un aumento di popolarità dei verdi e a un calo di popolarità di Marine Le Pen a favore dell’estrema destra anti-immigrazione. Macron, dal canto suo, gode in questo momento di maggiore consenso rispetto ai precedenti presidenti nello stesso momento della loro esperienza presidenziale. I mercati, si sa, tifano sempre per la conservazione dello status quo. In Italia, probabilmente a febbraio, si eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica, con la grande incognita dell’eventuale (m improbabile) switch di Draghi dalla presidenza del Consiglio dei Ministri a quella della Repubblica e le inevitabili ripercussioni che ciò avrebbe sulla stabilità di governo.
D’altronde il Portogallo fa scuola: una legge di Bilancio non digerita dai partiti di sinistra che sostengono il governo socialista di minoranza ha causato le elezioni anticipate al 30 gennaio 2022. Un momento delicato per il Paese che ha una battuta di arresto proprio quando si sarebbero dovuti distribuire i 45 miliardi di euro del Pnrr. In questa nebulosa tutto sommato rassicurante, We Wealth ha chiesto un parere fuori dagli schemi a Francesco Caruso, analista indipendente premiato due volte con il Siat Award. “Tra gli eventi politici quello che potrebbe condizionare maggiormente i mercati è la formazione del Governo tedesco con conseguenti scelte finanziarie. Ma in questo momento la politica, qualunque politica, è totalmente allineata alle scelte delle banche centrali, nelle cui mani si trovano i mercati finanziari.
A mio parere, c’è il rischio concreto di una sopravvalutazione dei mercati: le borse non stanno prezzando nessun tipo di rischio. E le istituzioni finanziarie promuovono uno scenario rassicurante che dice che l’inflazione rimane sotto controllo, i tassi bassi, liquidità e banche centrali continueranno a tenerci la mano, eliminando qualunque situazione possa rallentare o frenare i consumi ed opporsi alla crescita economica”.
Le statistiche, però, dicono che storica mente il secondo anno del ciclo presidenziale americano è l’anno più complesso. Senza contare gli altri possibili rischi. Uno su tutti, la Cina. “Per esempio con un peggioramento eventuale delle relazioni con USA ed Europa o il rischio bolla immobiliare: una situazione come il caso Evergrande la puoi nascondere sotto il tappeto per un po’, ma poi finisce per ingombrare”, dice Caruso, che individua un altro possibile rischio nella nuova serie di varianti del Covid 19.
“Oggi paradossalmente colleghiamo il Covid a una situazione positiva dei mercati, ma non sappiamo quale possa essere l’evoluzione della pandemia legata alle nuove varianti del virus. Inoltre, il protrarsi a lungo della stretta regolamentare, con il green pass rafforzato, potrebbe finire per alimentare nuove tensioni sociali”. È evidente che in questo tipo di situazione le banche centrali stanno vivendo un dilemma enorme.
Se l’inflazione continua a crescere devono accelerare la normalizzazione della politica monetaria. Se restano ferme è perché sanno che gli effetti della cura possono essere peggiori della malattia.
“È un momento tra i più critici, anche se non lo sembra perché siamo tutti affetti da una sindrome molto diffusa di ottimismo: 12 anni di quantitative easing hanno avuto, a dir poco, un effetto anestetico – commenta l’analista – Se devo dire qual è ora l’output a qualche mese dei miei modelli, indicano un rischio, ma non rischio crash, rischio improfittabilità.
Per il resto l’unica cosa che mi sento di dire è che tutti quelli che hanno provato a fare previsioni negli ultimi anni hanno sbagliato. Non si può guardare ai mercati con lo specchietto retrovisore e giudicare una situazione fortemente mutata con gli stessi parametri di un’altra epoca”.