Dazi, Trump dichiara guerra: le prospettive per azioni, oro e bitcoin
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Scopri di piùScattano i dazi di Donald Trump su Canada, Messico e Cina. Nonostante la clausola anti ritorsione, la reazione delle nazioni coinvolte non si è fatta attendere. E neppure quella dei mercati finanziari. Le prospettive per azioni, oro e bitcoin.
A meno di due settimane dall’insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump ha dichiarato “guerra” a tre dei suoi maggiori partner commerciali. L’ordine esecutivo firmato dal presidente statunitense sabato contiene dazi del 25% contro Messico e Canada (con una riduzione al 10% per il petrolio canadese) e del 10% per la Cina. E una “clausola di escalation”: se le nazioni attaccate avessero risposto con misure simili, Washington avrebbe alzato ancora il tiro delle tariffe. Ma la reazione delle capitali attaccate non si è fatta attendere.
Dazi: la reazione di Messico, Canada e Cina
Il premier canadese, Justin Trudeau, ha annunciato “dazi doganali del 25% sui prodotti americani” per un totale di 102 miliardi di dollari. L’accusa mossa da Trump nei confronti del governo del Messico su “un’alleanza con i cartelli della droga” è stata definita dalla presidente Claudia Sheinbaum come calunniosa. “Respingiamo categoricamente la calunnia della Casa Bianca che accusa il governo messicano di avere alleanze con organizzazioni criminali”, ha scritto la Sheinbaum in un post su X. Poi, ha ordinato al ministero dell’Economia di lavorare a “dazi e altre misure di rappresaglia”. La Cina ha intanto dichiarato che farà ricorso alla World trade organization (lo stesso farà il Canada) e prenderà le contromisure “necessarie”.
Lo shock dei dazi di Trump colpisce i mercati
La guerra dei dazi spaventa i mercati, con la Borsa di Tokyo che chiude la prima seduta della settimana in pesante calo: il Nikkei cede il 2,66% a quota 38,520.09. Hong Kong, Shanghai e Shenzhen, che riaprono dopo il Capodanno cinese, lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,6%, 0,1% e l’1,3%. Anche l’Europa apre negativa, mentre i future su Wall Street mostrano il Nasdaq cedere il 2,4% e l’S&P l’1,9%. “La mossa di Trump era prevedibile”, dichiara Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia intervenuto in occasione dell’ultima puntata di Weekly Bell, la trasmissione di We Wealth sui mercati finanziari e gli appuntamenti macroeconomici della settimana.
“Quello che ha un po’ sorpreso è che siano stati colpiti in maniera molto forte i suoi vicini, che hanno un rapporto con gli Usa importante”. L’attenzione si sposta ora sulle ulteriori ritorsioni in arrivo. “È chiaramente un passo importante, che spaventa gli altri mercati”, sostiene Diodovich. “Trump non ha escluso dazi neppure nei confronti dell’Unione europea. Si apre dunque un nuovo scenario, che potrebbe avviare una guerra commerciale molto più ampia rispetto al primo mandato del repubblicano e che potrebbe avere effetti molto più importanti sulla domanda globale”, avverte l’esperto.
Oro sopra i 2.800 dollari: e adesso?
L’oro ha intanto segnato nuovi record storici, superando i 2.800 dollari l’oncia. “È chiaro che in una situazione di incertezza e tensioni commerciali, molti investitori si rivolgano all’oro, considerandolo il principale bene rifugio”, afferma Diodovich ai microfoni di We Wealth. “Non sono soltanto i dazi di Trump a incidere, ma anche i rapporti sempre più tesi tra vari paesi”. Molte banche centrali stanno diversificando e aumentando le proprie riserve auree, ricorda lo strategist. Oltre all’India, la Turchia e la Polonia, anche la Cina ha iniziato ad acquistare oro in maniera importante. “Tutto questo porta chiaramente il lingotto a salire notevolmente”, afferma Diodovich. “Mi aspetto tra l’altro anche una risalita dell’argento. I metalli preziosi potrebbero essere molto interessanti come tema di investimento nel corso del 2025”, aggiunge.
Bitcoin, il crollo di oggi sulla scia dei dazi Usa
Il bitcoin cede invece quasi il 3% a 92mila dollari nella tarda mattinata di lunedì. Anche il futuro della criptovaluta, sostiene lo strategist, dipenderà dalle intenzioni di Trump. “Sembra intenzionato a trasformare gli Stati Uniti nella capitale della criptovaluta. Quindi credo che si tratti di prese di profitto importanti, ma non lo darei per finito. Aspetterei di capire quali saranno le reali scelte di Trump soprattutto in merito alla deregulation, al cambiamento della tassazione degli investimenti in criptovalute ed eventualmente al lancio di nuovi prodotti derivati sulle cripto. Ad ogni modo, il mio consiglio è trattare sempre i bitcoin come strumenti finanziari ad alto rischio. Possono essere interessanti in ottica di diversificazione, ma attribuendogli una bassissima percentuale del portafoglio”, suggerisce Diodovich.
I dazi di Trump colpiranno anche i titoli tech?
Lanciando infine uno sguardo ai titoli tech, dopo che la cinese DeepSeek con il suo modello di intelligenza artificiale a basso costo ha fatto vacillare la fiducia degli investitori. “A mio avviso il settore rimane comunque molto forte, perché si tratta di passi innovativi. La bolla dell’Ai si è un po’ sgonfiata, è vero. E anche i dazi di Trump potrebbero impattare sul settore tecnologico, soprattutto in caso di una guerra commerciale nei confronti della Cina molto forte. Ma se guardo al medio-lungo periodo, l’Ai ha mostrato quali effetti può avere sul mercato e sulla nostra vita quotidiana. Quindi la bolla si potrà anche sgonfiare, ma rimarrà uno dei comparti più interessanti nei prossimi anni”, conclude lo strategist.
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