Negli ultimi tempi il Venture Capital nel nostro Paese è cresciuto in maniera sorprendente sia come numero di aziende sia come transazioni e investimenti. Tuttavia lo scorso anno ha registrato un fermo rispetto al 2023.
I problemi non mancano: dalle dimensioni ancora distanti da quelle dei Paesi più sviluppati nel comparto come Inghilterra, Francia e Germania alla non adeguatezza al potenziale della 4a economia europea. Ad oggi gli investimenti hanno raggiunto quota 7 mld circa collocando l’Italia al decimo posto in Europa; purtroppo a livello individuale scendiamo a 115 euro, agli ultimi posti della classifica europea. Il che vuol dire meno operatori economici per lo più con organici inadeguati alle effettive esigenze, difficoltà di crescere all’estero e fasi di crescita imprenditoriale più articolate.
Lo scorso anno gli investimenti sono calati del 10% circa attestandosi a 1 mld di euro con oltre 600 operazioni (-30%) compiute da oltre 100 operatori. Il capitale investito si assesta mediamente intorno ai 500m euro, raddoppiato rispetto all’anno precedente ma 5 volte superiore rispetto al 2015. Nonostante ciò rimaniamo indietro rispetto a Spagna, Francia e Germania. Oltre il 50% delle operazioni si riferiscono al punto di partenza nel ciclo di vita di una startup, il momento in cui l’idea imprenditoriale inizia a prendere forma e si pone le basi per il suo sviluppo futuro; queste però rappresentano solo il 5% del capitale a disposizione.
Invece le transazioni riferibili alle imprese in fase avanzata di sviluppo che si sono già assicurate un primo successo sul mercato e che presentano un modello di business testato e in forte crescita rappresentano quasi il 70% del capitale investito.
Tra i settori vincono le startup che usano tecnologie ad alto impatto fondate su scoperte scientifiche o innovazioni ingegneristiche che tentano di risolvere grandi problemi nel campo della medicina, dell’agricoltura rivoluzionando le soluzioni tecnologiche. In Italia non sfonda l’intelligenza artificiale a differenza di Francia e Germania mentre quadruplica i volumi il comparto della sicurezza informatica. In Europa la raccolta ha raggiunto i 20 mld di euro.
L’Italia flette sul 2023 (-30%) anche se meno rispetto ad altri Paesi europei. I fondi per 2/3 sono made in Italy, percentuale più alta rispetto alla Germania. Sono perlopiù banche mentre l’interesse da parte delle compagnie assicurative è decisamente basso.