Il 94% delle donne crede che il proprio potere finanziario sia sottovalutato, mentre solo il 17% degli uomini ritiene che saranno le donne le maggiori beneficiarie del prossimo imponente travaso di ricchezza. La ricerca di Ellvest, che traccia la strada al fenomeno della femminilizzazione del wealth management, fotografa una forza motrice che ha il potenziale di rimodellare completamente la società e le sue credenze sulle donne e il benessere finanziario.
Questa forza risiede nel trasferimento di ricchezza in atto, un tema dominante del prossimo ventennio, con il potenziale per cambiare radicalmente il wealth management, un settore vissuto finora su un ordine costituito apparentemente immutabile. Secondo Knight Frank, negli USA si parla di 90 mila miliardi di asset destinati a passare di mano da Silent Gen e Boomer verso Millennial e Gen Z. Anche in Italia il trend è in linea con i volumi internazionali: circa 2 mila miliardi di dollari sono i risparmi destinati a transitare da genitori e nonni a figli e nipoti entro il 2030.
La centralità delle donne nel wealth transfer
Di questo travaso generazionale si parla molto, ma spesso si trascura un aspetto: prima di finire in mano ai più giovani, questa ricchezza transiterà per anni nelle mani delle donne (mogli e figlie), la cui vita media è di 7-10 anni più lunga rispetto a quella degli uomini. Secondo Bank of America Private Banking, già oggi il 33% della ricchezza finanziaria degli HNWI è in mani femminili. Negli USA si stima che entro i prossimi dieci anni le donne erediteranno 30 mila miliardi di dollari, pari a un terzo del wealth transfer previsto.
Un settore che deve evolvere
Questo cambio epocale comporta una sfida per il wealth management: senza cambiamenti strategici, il settore rischia di non essere pronto ad affrontare le nuove esigenze. Le donne, una volta che riceveranno ingenti guadagni finanziari, potrebbero trovarsi senza un supporto adeguato. Secondo l’indagine Ellvest, solo il 38% delle donne ha un consulente finanziario di riferimento, e appena il 40-45% delle Millennial e Gen Z sa a chi rivolgersi per gestire un aumento improvviso di ricchezza.
Un nuovo approccio per il futuro
Le donne cercano meno trading, meno gergo tecnico, meno rischi inutili. Vogliono educazione finanziaria, pianificazione basata su obiettivi, investimenti ESG e filantropia. Inoltre, le donne HNWI sono più filantropiche e più propense a investire in famiglie, comunità e cambiamento climatico, contribuendo a uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
Il wealth management è pronto per questo cambiamento? Se la domanda è retorica, la risposta è obbligata: il settore deve superare gli ostacoli e dare vita a un wealth management a misura di donna, per cogliere le enormi opportunità di questa rivoluzione.