Le previsioni sui tempi del taglio dei tassi da parte della Federal Reserve si sono spostate ancora una volta, questa volta in avanti, in seguito a una serie di dati macroeconomici positivi per l’economia statunitense e un indice dei prezzi Pce calato meno del previsto. Se in seguito all’ultima riunione del Fomc le probabilità di un taglio a giugno superavano il 70%, il 3 aprile si è nuovamente scesi in area 60%, stando alle posizioni degli investitori sul mercato dei future. Il risultato è stato un prevedibile aumento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro Usa, tornati ai massimi da novembre. Meno prevedibile, come abbiamo osservato ieri, il rialzo dell’oro che ha aggiornato ancora una volta il suo massimo storico, toccando quota 2.309,20 dollari l’oncia.
Un rendimento che può insidiare le azioni
“Il rendimento del Treasury decennale è salito fino al 4,40%, confermando l’andamento ribassista delle ultime sessioni, mentre a fine marzo si attestava al 4,20%”, ha affermato a We Wealth il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich. “La principale ragione è l’aumento dei dubbi degli investitori sulle tempistiche del taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Al momento lo scenario più probabile è una riduzione del costo del denaro a giugno, ma i robusti dati macroeconomici sull’economia USA (il più recente la stima ADP sui nuovi posti di lavoro è risultata sui massimi dallo scorso luglio) potrebbero cambiare le aspettative degli addetti ai lavori sulle prossime mosse del FOMC”.
Fra gli ultimi segnali di forza lanciati dall’economia americana, ha ricordato il market analyst di eToro, Gabriel Debach, compare “l’indice dei responsabili degli acquisti”, che lunedì “ha evidenziato una sorprendente espansione del settore manifatturiero americano, la prima dal settembre 2022”. Così come i “dati Jolts relativi alle offerte di lavoro negli USA a febbraio hanno superato le aspettative, registrando un aumento inaspettato che mostra un mercato del lavoro più resiliente di quanto previsto”. E ancora, “gli ordini industriali di febbraio hanno mostrato una crescita superiore alle attese”, tutti “segnali di una prospettiva economica più rosea che potrebbero ridurre la pressione sulla Fed per procedere con ulteriori tagli dei tassi, che finora hanno giocato un ruolo chiave nel sostenere il rally dei mercati”.
La forza dei Treasury, un asset tipicamente considerato sicuro, potrebbe insidiare in parte il rally azionario di Wall Street, reduce da due sedute in calo (attualmente il 3 aprile l’S&P 500 si muove in territorio positivo). “Crediamo che un ulteriore rialzo dei rendimenti dei bond statunitensi possa essere una delle ragioni per introdurre una correzione significativa dell’azionario Usa”, ha dichiarato Diodovich.
L’Europa potrebbe mettere la freccia
Nelle scorse settimane il posizionamento dei gestori, ma anche quello degli hedge fund, si è riaffacciato alle azioni europee, nettamente meno costose in rapporto agli utili delle aziende quotate a Wall Street. Secondo Diodovich, il trend potrebbe proseguire: “Tenendo conto che in Europa il taglio ormai è stato accettato anche dai membri più falchi all’interno del Consiglio Direttivo della Bce (Nagel e Holzmann), riteniamo che nel medio/breve periodo sia preferibile aumentare l’esposizione sull’azionario europeo rispetto a quello statunitense.” “I mercati europei, più economici e sensibili ai tassi d’interesse e al ciclo economico, potrebbero rappresentare un’opportunità per gli investitori”, ha concordato Debach, “tuttavia, come per il mercato americano, anch’essi hanno registrato crescite significative negli ultimi periodi, rendendoli soggetti a possibili correzioni, soprattutto alla luce dei rischi geopolitici mediorientali e russi.”
Secondo Debach, anche i tagli ai tassi della Bce potrebbero in qualche modo essere rallentati dalle proiezioni macroeconomiche in miglioramento, come segnalato dal modello nowcast EuroCOIN, tornato in territorio positivo per la prima volta da febbraio 2023. La possibilità che anche l’azionario europeo possa subire un contraccolpo a breve termine dovrebbe incoraggiare un atteggiamento più prudente in questa fase. “La liquidità abbondante e la rotazione degli investimenti verso mercati con asset più ciclici e accessibili suggeriscono un’opportunità nell’eventualità di correzioni di mercato”, ha concluso Debach.