Dal 1° gennaio 2023 le imprese non finanziarie sono tenute a comunicare il loro allineamento alla Tassonomia, obbligo che scatterà dal 1° gennaio 2024 per gli operatori finanziari ma in relazione unicamente a due obiettivi
Fino a quando la Tassonomia non sarà pienamente operativa, gli emittenti di un’obbligazione verde dovranno garantire che almeno l’85% dei fondi raccolti sia destinato ad attività economiche in linea con i criteri della stessa
Il calendario delle norme sulla finanza sostenibile continua ad arricchirsi. Innanzitutto, a partire dal 1° gennaio 2024 gli operatori finanziari dovranno far fronte a nuovi obblighi di rendicontazione, comunicando l’allineamento alla Tassonomia dell’Unione europea in riferimento a due dei sei obiettivi definiti (mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici). Ma non si tratta dell’unica data di cui consulenti finanziari e investitori dovrebbero tenere conto. A fare il punto sulle ultime novità di policy è il Forum per la finanza sostenibile che – in occasione della dodicesima edizione delle Settimane Sri – rende accessibile a tutti Mezz’ora di finanza sostenibile, il consueto aggiornamento mensile sugli sviluppi normativi più recenti a livello europeo e italiano.
“Partiamo dal Regolamento (Ue) 2020/852, ovvero il Regolamento Tassonomia, relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili identificando le attività ecocompatibili”, interviene in apertura Alessandro Asmundo, research and policy officer del Forum per la finanza sostenibile. “Si tratta di un regolamento che è stato affiancato nel tempo da una serie di atti delegati, che hanno individuato innanzitutto i criteri di screening per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, poi hanno incluso gas e nucleare nelle attività economiche considerate sostenibili per arrivare infine a definire i criteri di screening per i quattro restanti obiettivi ambientali. Fondamentale è anche l’Atto Delegato n. 2021/2178, che definisce quali kpi devono essere riportati per descrivere l’allineamento delle attività economiche o degli investimenti agli obiettivi della Tassonomia”, ricorda Asmundo.
Tassonomia Ue: le date da segnare in calendario
“L’entrata in vigore degli obblighi di questo regolamento è stata stratificata nel tempo”, aggiunge l’esperto. Scorrendo la timeline, dal 1° gennaio 2023 le imprese non finanziarie sono tenute infatti a comunicare il loro allineamento alla Tassonomia, obbligo che scatterà dal 1° gennaio 2024 per gli operatori finanziari ma in relazione unicamente agli obiettivi della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Per quanto riguarda gli altri quattro obiettivi (uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso l’economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento e infine tutela e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi) gli operatori finanziari inizieranno ad allinearsi dal 1° gennaio 2025.
Fonte: Forum per la finanza sostenibile
Green bond, cosa prevede il nuovo standard Ue
Un altro regolamento di cui tenere conto è l’Eu green bond standard (Eu Gbs). “Le nuove misure vanno a incrementare la comparabilità e affidabilità dei titoli verdi, apportando benefici sia a emittenti che a investitori”, spiega Miriam Santoro, policy assistant del Forum per la finanza sostenibile. “Infatti, grazie a questa classificazione, gli emittenti possono dimostrare di investire in progetti realmente sostenibili e aumentare la fiducia degli investitori che, in ultima analisi, indirizzeranno flussi di capitale privato verso la transizione”. L’Eu Gbs, aggiunge Santoro, stabilisce di fatto che i proventi raccolti dai green bond dovranno essere allineati alla Tassonomia. È previsto però un certo grado di flessibilità. Gli emittenti di un’obbligazione verde potranno destinare fino al 15% al massimo dei fondi raccolti dall’obbligazione ad attività economiche non in linea con i criteri della Tassonomia; questa flessibilità viene riservata alle attività economiche che non sono attualmente coperte dalla Tassonomia (ma potrebbero essere incluse in futuro) e ai progetti extra-Ue che potrebbero essere allineati alla stessa. “All’interno del regolamento le istituzioni hanno previsto anche di presentare dei template che possono essere utilizzati dagli emittenti di obbligazioni con obiettivi ambientali che però non rispettano tutti i requisiti per utilizzare l’Eu Gbs”, aggiunge Santoro. “In più, il regolamento prevede un quadro di vigilanza dei revisori esterni, che dovranno apparire in un registro ed essere controllati dall’Esma”. Il regolamento attende di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale, entrerà in vigore 20 giorni dopo e inizierà ad applicarsi 12 mesi dopo l’entrata in vigore.
Cos’è il punto di accesso unico europeo (Esap)
Sempre in tema di trasparenza, è stato raggiunto infine l’accordo sull’Esap, il punto di accesso unico europeo: un database che conterrà tutte le informazioni finanziarie e in materia di sostenibilità disponibili al pubblico riguardanti imprese e prodotti di investimento dell’Unione europea. “L’obiettivo è aumentare trasparenza e visibilità delle aziende, ridurre le asimmetrie informative e aumentare comparabilità e affidabilità dei dati Esg”, osserva Santoro. L’accordo, aggiunge, prevede un’applicazione graduale nel tempo. “L’Esap sarà operativo da metà 2027. Da gennaio 2028 sarà possibile trovare sul database informazioni relative alla Sustainable finance disclosure regulation e al Regolamento sui benchmark, mentre da gennaio 2030 saranno disponibili tutta una serie di informazioni rilevanti per circa altri 20 atti legislativi (tra cui l’Eu Gbs). Sottolineiamo che l’Esap non introduce nuovi obblighi di comunicazione, ma andrà solo a raccogliere tutte le informazioni che operatori e imprese dovranno pubblicare”, conclude l’esperta.