Dal 1950 ad oggi settembre è stato il mese con la peggiore performance dell’anno per il Dow Jones Industrial Average, l’S&P 500 e il Russell 1000
Due sono le tesi che supportano questa stagionalità: gli investitori prendono profitto a fine estate e i fondi scaricano le azioni in vista della chiusura dell’anno fiscale
Dopo aver toccato i minimi a giugno, i mercati sono stati protagonisti di un rally estivo che li ha portati a recuperare parte del terreno perso durante l’anno. Cosa aspettarsi nel prossimo mese? A ben vedere settembre non è un periodo favorevole agli investitori, anzi. Storicamente si tratta del mese in cui i principali indici azionari statunitensi sono andati peggio.
Le performance negative di settembre
Come riporta Marketwatch, dal 1950, settembre è stato il mese con la peggiore performance dell’anno per il Dow Jones Industrial Average, l’S&P 500 e il Russell 1000 e il peggiore per il Nasdaq dal 1971 e per il Russell 2000 dal 1979. Le magre performance dei mercati a settembre inoltre sembrano essere più frequenti quando agosto si è chiuso in territorio negativo, come quest’anno. Mercoledì, ultimo giorno di contrattazioni del mese, le azioni hanno subito la quarta perdita consecutiva, lasciando l’S&P 500 in calo del 4,2% il Dow del 4,1% e il Nasdaq del 4,6% per il mese. “Quando l’S&P è stato in ribasso ad agosto, l’indice ha registrato un calo medio del 3,4% a settembre, mentre è stato piatto quando l’indice era in rialzo” hanno scritto gli analisti di Bespoke Investment Group che hanno aggiunto “Da settembre a dicembre inoltre l’S&P ha registrato in media una perdita dell’1,2% quando è arrivato a settembre con perdite da inizio anno e un guadagno del 3,3% quando è arrivato a settembre in rialzo”.
Le tesi della stagionalità
Due sono le tesi che supportano la stagionalità negativa di settembre: gli investitori a fine estate tendono a prendere profitto e i fondi d’investimento scaricano le azioni in vista della chiusura dell’anno fiscale. Tuttavia a ben vedere, queste tesi non hanno basi solide. Se il primo behavorial bias fosse vero, si dovrebbe osservare lo stesso fenomeno differito di sei mesi nell’emisfero meridionale: cosa che non accade. In Sudafrica, per esempio, l’estate va da dicembre a marzo. Guardando le performance del FTSE Sudafrica dal 1988, aprile risulta essere il migliore mese di tutti. Anche la chiusura dell’anno fiscale non sembra essere sufficiente a spiegare i mesti risultati di settembre. Infatti non si nota una significativa differenza di rendimenti generati prima del 1986 e dopo il 1986, anno in cui tutti i fondi d’investimento sono stati obbligati ad adottare lo stesso anno fiscale.
L’inflazione non si ferma
Dunque, è probabile che se settembre sarà un mese ancora in rosso non sarà tanto da imputarsi al passato quanto invece al presente. Il quadro macroeconomico non è infatti dei migliori. Da Jacksone Hole, non sono arrivate le rassicurazioni che si aspettavano i mercati. L’inflazione è una battaglia che non può essere persa. In altre parole, i tassi resteranno elevati ancora a lungo, il che potrebbe frenare ulteriormente l’economia.