I mercati hanno spinto con forza nel 2024, ma non vale la pena tirare il freno proprio adesso, anche se il vecchio manuale avrebbe suggerito di adottare una strategia di investimento più prudente. L’economia ha i suoi cicli, e se fosse vero che una fase favorevole è appena trascorsa, dietro l’angolo potrebbe esserci una frenata. I timori di atterraggio duro, che a un certo punto sembravano i più realistici visto quanto erano saliti i tassi d’interesse, si sono praticamente dissipati e, per BlackRock, si può entrare nel 2025 con la serenità di un approccio “pro-rischio”, che, tradotto per i non addetti ai lavori, significa mantenere o incrementare le proprie posizioni azionarie.
Sì, ma in quali mercati? Non è una sorpresa: gli Stati Uniti sono, grazie al dinamismo del proprio mercato, la scelta d’elezione per il 2025, in linea con la visione di molti altri gestori. L’effetto atteso delle politiche di Trump, però, non è la parte più importante della storia. “L’eccezionalismo americano non è una novità”, dice Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia: dal 2012 c’è stata una “enorme sovraperformance degli utili americani rispetto agli utili del resto del mondo” che “riflette la crescita economica americana”, ma anche una composizione settoriale del mercato azionario USA più vicina ai settori che hanno corso di più, a partire da quello tecnologico. “Quindi la nostra idea di sovrappesare l’azionario sugli Stati Uniti” rappresenta “una sorta di continuità rispetto a quello che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni”. L’effetto delle politiche di Trump, secondo Rovelli, potrà essere significativo, ma molto dipenderà dal grado di intensità che i dazi o tagli fiscali avranno nella loro effettiva realizzazione pratica.
Europa: un'occasione mancata?
Dall'altra parte dell'Oceano le azioni europee sono molto meno apprezzate. Nel posizionamento di BlackRock il sottopeso leggero in portafoglio è giustificato dalla mancanza di “catalizzatori in grado di trasformare” le valutazioni a sconto delle azioni europee “in un vantaggio di performance significativo”, dichiara Rovelli. Peccato, perché “l'Europa presenta uno sconto incredibile rispetto agli Stati Uniti... siamo ai massimi storici di questo divario”. Per poter convincere i mercati a comprare azioni europee, però, servirebbe una spinta di spesa pubblica: “Negli ultimi vent’anni, gli avanzi di bilancio americani sono stati sistematicamente superiori a quelli europei, e la politica fiscale negli Stati Uniti è stata molto più favorevole alla crescita rispetto a quella adottata in Europa”, dice Rovelli, “è possibile che in futuro anche l’Europa adotti una politica fiscale più espansiva, ma questo resta da verificare”. In assenza di chiari segnali di questo tipo, meglio guardare ad altri mercati azionari.
Giappone: buyback, crescita e yen sottovalutato
Oltre agli USA, anche le azioni di India e Cina risultano fra le scommesse rialziste di BlackRock per il 2025. E in modo ancor più netto, c'è fiducia sull'azionario giapponese. Da un lato, "le aziende giapponesi stanno accelerando i buyback, mostrando una crescente attenzione al ritorno sul capitale investito", afferma Rovelli. Dall'altro, “dopo decenni di stagnazione, ci aspettiamo che il PIL nominale giapponese torni a crescere significativamente, creando un ambiente macroeconomico favorevole". Considerando che "le aziende giapponesi hanno dimostrato capacità di generare utili anche in un contesto di crescita contenuta, e una ripresa del PIL nominale potrebbe amplificare questa tendenza”. A questa visione si aggiunge una considerazione valutaria, visto che per BlackRock lo yen giapponese è la moneta “più sottovalutata al mondo, il che è un ulteriore elemento positivo allo scenario giapponese".
Obbligazioni: Europa e Regno Unito
Mentre le azioni statunitensi sono una costante degli outlook di questo finale di 2024, il discorso si fa più variegato quando si analizzano le opportunità obbligazionarie. In questo ambito, l'Europa, che dovrebbe mostrare una discesa più chiara dell'inflazione, si posiziona meglio: se fosse vero che i tassi di riferimento hanno molto più spazio per scendere, le performance dei bond europei potrebbero premiare molto di più. BlackRock, però, non è su questo terreno che vede l'opportunità migliore, bensì nel Regno Unito. "Sulla parte governativa l'area che preferiamo è il Regno Unito, i cui spread rispetto ai Treasury e ai titoli degli Stati europei sono piuttosto alti”, sostiene Rovelli, “il mercato sembra considerare il Regno Unito come la proxy degli Stati Uniti dal punto di vista macro, con crescita e inflazione simili. Noi pensiamo invece che la combinazione di crescita e inflazione del Regno Unito sia una via di mezzo tra Stati Uniti e Eurozona". La visione di BlackRock sui Gilt britannici è da intendersi “a cambio chiuso”, quindi depurando le dinamiche della sterlina.
BTP e Bonos: spread in restringimento
E quali performance dovremmo aspettarci dai BTP italiani? In generale, sul terreno dei titoli di Stato dell'Eurozona, la preferenza di BlackRock va sui Bonos spagnoli, il cui spread sui Bund tedeschi dovrebbe restringersi in modo più deciso. Un fenomeno che, però, potrebbe osservarsi anche in misura più contenuta per i titoli di Stato italiani.