È tempo di Classic Week a Londra, con le ultime importanti aste dell’anno dedicate alla categoria old master. La gemma del 7 dicembre 2023, data in cui si terrà l’asta Old Masters Part I di Christie’s, è una copia di olii di Giovanni Antonio Canal (1697-1768), detto il Canaletto. Si tratta di Venezia: La Bocca del Canal Grande da Est; e Il Molo, con la Piazzetta e il Palazzo Ducale, dal Bacino, tele in ottime condizioni, tanto da poter realizzare tra 8.000.000 e 12.000.000 sterline. Risalgono al 1734, quando l’artista era al suo apice, e furono con ogni probabilità dipinte per un committente inglese per il quale Joseph Smith, mercante, collezionista e poi console a Venezia, fungeva da agente.
Gli specialisti di Christie’s le reputano «paragonabili alla grande sequenza di vedute sul Canal Grande ora nella Royal Collection, e alla celebre serie dell’Abbazia di Woburn». Provenienti da una collezione privata britannica, la coppia di quadri è stata esposta al pubblico a New York dal 5 all’11 e dal 14 al 18 ottobre, e a Parigi dall’11 al 15 novembre, prima di far ritorno a Londra, dove è stata in mostra dal 1° e al 6 dicembre.
Con le parole di Francis Russell, vicepresidente di Christie’s UK: «Entrambi i quadri rappresentano vedute classiche che erano inevitabilmente molto richieste dai committenti di Canaletto. L’artista aveva il genio di ricalibrare le sue composizioni, di variare sottilmente i suoi angoli di visuale e di rivedere invariabilmente e completamente sia le sue barche che le sue figure. Sconosciuti per lungo tempo agli studiosi, questi capolavori esemplificano il lavoro di Canaletto all’apice della sua carriera».
I due quadri raffigurano due punti di vista nel Bacino di San Marco, a est della foce del Canal Grande, fra gli scorci veneziani più suggestivi. Canaletto non ripete mai le sue composizioni, ma sapientemente le varia, spostando di volta in volta l’angolo visivo e variando la linea di galleggiamento delle imbarcazioni, cambiando la loro tipologia e le loro posizioni, che contribuiscono in modo significativo al senso di prospettiva. L’artista inoltre non esitava ad alterare la scala relativa degli edifici ai fini compositivi (in questo caso, la basilica). La delizia artistica di questi dipinti sta nell’utilizzo della luce tipica dei cieli veneziani. Nella Bocca del Canal Grande, i raggi del sole penetrano nella nuvola: il loro è effetto è quello di regalare riflessi ben visibili (si guardino i palazzi!).
Nel Molo, la luce, a causa della nuvola più densa, risulta più scura: il Palazzo Ducale non si riflette nell’acqua. Questa particolare condizione però permette di enfatizzare il disegno sottile dei mattoni del palazzo, facendone risaltare il calore della facciata.
La vista della Bocca del Canal Grande era un soggetto popolare nelle commissioni artistiche, ma quella del Molo lo era ancora di più.
La provenienza delle due vedute del Canaletto in asta da Christie’s nella classic week di dicembre 2023
Secondo gli annali, Canaletto sviluppò per la prima volta la composizione in un disegno del 1729 circa a Windsor. Seguirono, intorno al 1730, tre quadri di grandi dimensioni, il celebre capolavoro della Collezione Crespi di Milano, quello del Museo Bowes e la tela del Museo Pushkin di Mosca, acquistata da Caterina la Grande. Il quarto, sostanzialmente più piccolo, dipinto per Smith e ora nella Royal Collection, risale al 1733-4 circa ed è stato inciso da Visentini nel 1735. In ogni opera sono presenti sottili aggiustamenti architettonici e, come sempre, le navi e le figure differiscono in tutte le varianti.
Charles Beddington ha ipotizzato che questi quadri facessero parte della serie di quattro tele commissionate nel 1733 dalla sorella del duca di Bedford, Elizabeth contessa di Essex, e spedite da Smith entro il 18 settembre dell’anno successivo. Suo marito, William Capel III conte di Essex, era stato nominato ambasciatore a Torino nel 1732. Molteplici furono le commissioni a Canaletto di quella famiglia.
Nel 1939 i quadri erano di proprietà di Douglas Glass (1881-1944), unico figlio di James George Henry Glass (1843-1911), ingegnere e direttore della Bengal Nagpur Railway Company, amante del Belpaese (morì a Napoli).
Dipinti capaci di creare un immaginario
Canaletto era ben consapevole che le sue rappresentazioni di Venezia influivano sull’immaginario di chi non l’aveva visitata, così come sui ricordi di chi l’aveva visitata nell’ambito del Grand Tour. Molti committenti richiedevano quadri che potessero essere appesi in coppia o come componenti di serie più lunghe che, essendo appese con le giuste accortezze, potessero offrire una visione tridimensionale del rapporto tra alcuni degli edifici chiave di Venezia. Nel caso della coppia di opere in asta da Christie’s: lo spettatore è rivolto verso ovest per sperimentare l’intera drammaticità architettonica degli edifici che fiancheggiano il Canal Grande, potendosi poi girare verso destra per guardare il Molo e i grandi monumenti del cuore della città. Entrambe le immagini mostrano Venezia immersa nella luce filtrata del mattino.