Cento anni di storia da celebrare e un futuro pronto per essere scritto. Vontobel compie un secolo di vita guardando al domani con ambizione, pronta ad affrontare le nuove sfide del wealth management. in occasione di questo importante traguardo, We Wealth ha intervistato Lorenzo Palleroni, amministratore delegato e direttore generale di Vontobel Wealth Management Sim.
Quali sono gli aspetti più caratterizzanti della vostra realtà e quali hanno maggiormente contribuito al raggiungimento di questo traguardo?
Tipicamente, le aziende familiari tendono a essere longeve, ma 100 anni di attività sono un traguardo che in pochi possono vantare. Vontobel ci è riuscita per una combinazione di fattori. In primo luogo, la forte connotazione familiare e imprenditoriale: nel nostro caso, l’azienda è tuttora in mano alla famiglia Vontobel, che detiene quasi il 51% della holding quotata sul mercato svizzero. In secondo luogo, un mix di valori sui quali il fondatore e i suoi eredi hanno improntato l’attività dell’azienda: tenacia, ownership e lungimiranza.
La tenacia è un aspetto culturale profondamente radicato nella famiglia Vontobel, che le ha permesso di affrontare un secolo di storia mantenendo sempre una solida visione a lungo termine. La nostra stessa branch Italiana ne è un esempio: quando è scoppiata la Pandemia, il progetto Wealth Management Italia era appena partito, e dinnanzi a ciò che stava accadendo, altre realtà avrebbero rinunciato. Da Zurigo arrivò subito un messaggio ben chiaro: “c’è un progetto Italia, siamo qui per restare”. Quattro anni e mezzo dopo, altri non ci sono più, noi siamo invece ancora qui, in piena crescita.
Il secondo principio cardine è l’ownership. L’esperienza della nostra realtà italiana ne è testimonianza. Georg Schubiger, Head of Private Clients ed ora anche Co-ceo del gruppo, ha riposto fin da subito molta fiducia nel team italiano, lasciandoci piena autonomia nella scelta delle persone e nella definizione della strategia, supportandoci e affiancandoci costantemente. Questo approccio imprenditoriale ci ha permesso di sviluppare rapidamente il mercato, in base alla nostra esperienza e competenza, nel con – testo italiano. L’equilibrio tra indipendenza operativa e forte supporto strategico ci ha permesso di crescere velocemente.
In ultimo, la lungimiranza. Essere un’azienda familiare significa per natura avere un orizzonte di lungo periodo che non vincola l’operatività a risultati trimestrali o mensili, ma la proietta su un arco temporale di 20 o 30 anni con l’obiettivo di lasciare un’eredità solida alle generazioni future. Questo approccio, coerente con l’orizzonte temporale dei nostri clienti, è evidente anche nelle nostre strutture locali. Quando abbiamo iniziato in Italia non si è parlato di termini entro cui raggiungere il break even, bensì di come costruire una posizione solida sul mercato italiano capace di farci stare qui per decenni. E l’approccio non è cambiato.
Come sta cambiando oggi il Wealth Management e quali sono le sfide che attendono questo settore?
Il Wealth Management è in continua evoluzione e Vontobel è riuscita a restare al passo grazie alla capacità della famiglia di interpretare le tendenze del mercato e adattarsi alle nuove realtà. Negli anni ’20 eravamo una società di brokeraggio, oggi siamo una multinazionale nell’asset e wealth management. Nel 1986 Hans Vontobel decise di quotare l’azienda in borsa per garantire una governance indipendente, capace di attrarre i migliori talenti, ma sempre allineata ai valori familiari. Nel 1993 ha anticipato la tendenza della sostenibilità creando una fondazione di famiglia per perseguire scopi filantropici, ponendo attenzione sui temi di responsabilità sociale. Queste scelte hanno permesso alla nostra azienda di prosperare, rimanendo fedele ai suoi principi e allo stesso tempo aperta all’innovazione.
E oggi la sfida più importante è conciliare innovazione tecnologica e peculiarità umana. Il wealth management, infatti, è fatto di persone, capitali e tecnologia. Quest’ultima fa parte del nostro del nostro dna: all’interno della nostra boutique Quantitative Investments, ad esempio, abbiamo sviluppato competenze specifiche nel settore dell’intelligenza artificiale per arricchire l’analisi dei nostri gestori, rendendo le nostre previsioni di mercato più accurate ed efficaci. Un aspetto interessante dell’AI è la sua natura “democratica”, che permette di sviluppare algoritmi proprietari distintivi senza dover investire somme ingenti. In questo senso, è fondamentale avere persone competenti che sappiano sfruttare al meglio questa tecnologia.
La tecnologia, infatti, non sostituirà mai completamente in questa professione il fattore umano, che rimane fondamentale. Quando gestiamo i risparmi dei nostri clienti, non ci limitiamo a numeri e algoritmi. La capacità di un banker di comprendere le dinamiche personali, famigliari e patrimoniali del cliente e di costruirvi sopra una pianificazione coerente, richiede competenze, tempo ed empatia. Il rapporto di fiducia, l’ascolto e la comprensione sono aspetti che la “macchina”, per quanto innovativa, non potrà mai sostituire. È per questo che investiamo per trovare persone che sappiano capire queste sfumature e costruire una relazione di lungo termine con i clienti.
Siete presenti sul mercato italiano da quattro anni. Quali peculiarità presenta?
Il mercato italiano ha alcune caratteristiche peculiari. Da un lato, ci sono grandi player locali che hanno consolidato la loro presenza, dall’altro ci sono banche internazionali per le quali l’Italia è un mercato marginale. Poi ci siamo noi, una banca svizzera “a conduzione familiare” che offre un approccio che si distingue per essere stato costruito localmente.
Non abbiamo importato un modello creato a Zurigo, lo abbiamo ridisegnato insieme sulla base delle esigenze dei clienti locali, adattando dove necessario la nostra offerta. Abbiamo fortemente creduto nel valore del team: internamente i nostri banker lavorano con un forte spirito di collaborazione condividendo competenze ed esperienze, un unicum nel nostro settore speso caratterizzato da forti individualità; i nostri clienti lo stanno percependo, si sentono ascoltati, capiti e non si sentono mai abbandonati. Dove non arrivano le nostre competenze, sviluppiamo partnership strategiche con i migliori player del mercato portando al tavolo della discussione valore e soluzioni.
Il prossimo 14 Novembre terrete a Milano il vostro flagship event. Quali saranno le tematiche che porterete?
Abbiamo deciso di dedicarlo alla longevity. Con 100 anni alle spalle, abbiamo imparato sul campo cosa significa gestire un’azienda e un patrimonio nel lungo periodo. Oggi, con un contesto demografico globale in mutamento a causa dell’allungamento delle aspettative di vita, il wealth management deve adattarsi. La longevità influisce profondamente sulle scelte patrimoniali: un cliente che pensava di pianificare la propria gestione patrimoniale su un orizzonte di 80 anni deve considerare che potrebbe viverne almeno 10 in più. Durante l’evento, analizzeremo da un punto di vista scientifico e imprenditoriale come affrontare queste nuove sfide e presenteremo la nostra visione di come la pianificazione patrimoniale di lungo periodo sia la vera chiave di lettura dei prossimi anni.
Articolo tratto dal Magazine di Novembre 2024