Di Pietro Tracanzan e Maurizio Casalini.
Quando si valuta su cosa investire, la solidità finanziaria di un’azienda rappresenta una vera e propria bussola per orientarsi in un mercato complesso e in continua evoluzione. Non si tratta solo di numeri, ma di capire se un’impresa è in grado di surfare sulle turbolenze economiche e, al tempo stesso, cogliere le opportunità per crescere. ABsolute Family Office SCF concentra buona parte dell’attività di analisi nella misurazione dei fondamentali di una società, al fine di estrapolare la qualità sottostante alla performance del titolo nel lungo termine. La robustezza finanziaria di una azienda è un elemento integrante del processo di selezione dei titoli perché rappresenta, insieme alla profittabilità, la colonna portante della crescita di una società alla base della performance azionaria.
Una società finanziariamente instabile a causa di alto indebitamento o in crisi di liquidità rischia di non sopravvivere durante le fasi avverse del ciclo economico e allo stesso tempo non ha sempre la capacità di investire durante le fasi di ripresa, minando così la crescita di lungo termine.
Selezionare titoli azionari con sottostanti solidi non significa solo esporsi a società di qualità in grado di crescere costantemente, determinando ottime performance in borsa, ma significa anche ridurre la volatilità del portafoglio nelle fasi di bear market. Per valutare l’effettiva robustezza di una azienda è necessario monitorare una serie di indicatori senza mai perdere di vista informazioni qualitative espresse in fase di trimestrali.
Partiamo da uno degli indicatori più citati, il rapporto Debt to Equity (D/E). Questo parametro misura quanto un’azienda si affida al debito per finanziare le sue operazioni rispetto al capitale fornito dagli azionisti. Un valore troppo elevato può indicare una dipendenza rischiosa dal debito, soprattutto in contesti di tassi di interesse crescenti. Tuttavia, un valore eccessivamente basso potrebbe segnalare un’impresa che non sfrutta appieno il potenziale della leva finanziaria per accelerare la crescita. La chiave, come sempre, sta nell’equilibrio: il debito deve essere un alleato, non un nemico. Una leva finanziaria sufficiente, infatti, associata a un buon livello di profittabilità può essere un forte motore di crescita poiché permette all’azienda di investire nella qualità del prodotto/servizio o aumentare la capacità produttiva, determinando così un’espansione della market share del gruppo.
Un altro aspetto cruciale è la liquidità, valutata attraverso il current ratio e il quick ratio. Il primo, calcolato dividendo le attività correnti per le passività correnti, offre un quadro generale della capacità di un’azienda di far fronte agli impegni di breve termine. Un valore superiore a 1 è generalmente rassicurante, ma un current ratio troppo alto potrebbe indicare un accumulo di risorse inutilizzate. Qui entra in gioco il quick ratio, che esclude il magazzino dall’equazione, fornendo una misura più precisa della liquidità effettiva. Un’azienda con un buon quick ratio è come un atleta pronto a scattare: può affrontare imprevisti senza esitazioni.
Tra gli strumenti più raffinati per valutare la stabilità finanziaria c’è l’Altman Z-score, una formula che combina diversi indicatori per stimare il rischio di fallimento. Sopra il valore di 3, l’azienda si trova in una zona sicura; sotto 1,8, il rischio di default diventa preoccupante. È un indicatore particolarmente utile per individuare segnali di crisi in settori ciclici o altamente competitivi, dove il margine di errore è minimo.
Infine, il Free Cash Flow (FCF) rappresenta la linfa vitale di qualsiasi impresa. Un flusso di cassa positivo significa che, dopo aver coperto tutte le spese operative e gli investimenti, rimangono risorse disponibili per finanziare nuove opportunità, distribuire dividendi o riacquistare azioni. Al contrario, un FCF negativo non è necessariamente un segnale negativo, soprattutto se legato a investimenti strategici. Tuttavia, quando questa situazione persiste nel tempo senza risultati tangibili, è un campanello d’allarme da non ignorare.
Investire guardando ai numeri, ma pensando al futuro. L’analisi della solidità finanziaria è più di un esercizio tecnico: è un’arte che richiede attenzione al contesto. In un mercato che può essere tanto affascinante quanto imprevedibile, scegliere aziende solide significa non solo puntare al rendimento, ma proteggere il capitale e garantirsi un porto sicuro nelle tempeste economiche.
La qualità paga, sempre. Perché alla fine, investire non è una scommessa, ma un percorso costruito su basi solide alla ricerca di equilibrio e qualità.
Buon investimento!