Emanuele Grippo e Massimiliano Campeis hanno spiegato come potrebbe essere ideata una patrimoniale e i rischi ad essa legati
Se non sarà nel 2020 si potrebbe ritornare sul tema tra due o tre anni. E la tassa di successione? Anche quella potrebbe essere ritoccata al rialzo
A questo punto si innesca però un problema di fiducia, perché si chiederà agli italiani di dare parte dei loro risparmi al governo per mettere in pratica determinati punti programmatici. Ma questo esecutivo ha la fiducia degli italiani? Gli italiani affiderebbero i loro soldi a Conte o Di Maio? Ma soprattutto, siamo così sicuri che un’imposizione sul patrimonio possa far ripartire il Paese? Perché è di questo che si sta parlando. I soldi che gli italiani darebbero al governo sarebbero sufficienti a mettere in moto un’economia in ginocchio? Probabilmente no. Sarebbe solo una goccia in mezzo al mare che andrebbe a deprimere ulteriormente l’economia nazionale e non aiuterebbe. “Lo stato in questo momento si deve indebitare. Non è il momento di chiedere soldi agli italiani”, tuona Grippo. Dello stesso avviso è Massimiliano Campeis, managing partner dello studio Avvocati Campeis, che sottolinea: “Non so quanto sarebbe utile applicare nell’immediato una patrimoniale”. Potrebbe però essere che “in un secondo momento, finita l’emergenza, il governo possa pensare di introdurne una”. Opinione simile per Grippo che ne ipotizza una fra due o tre anni, dopo che l’economia si sarà ripresa e la gente avrà recuperato un po’ di stabilità.
Campeis avanza inoltre un’altra possibilità “alternativa” alla patrimoniale. Un aumento delle imposte di successione e donazione, per allineare l’Italia al resto dell’Europa. Anche in questo caso la mossa non è di facile decisione dato che subentrano altri temi, uno su tutti: la competitività dell’Italia a livello di fiscalità internazionale. Non è infatti un mistero che una tassa di successione così bassa, come quella italiana, ha attirato negli anni diversi stranieri sul suolo italiano per poter godere di questa legislazione. E se si pensa che in paesi (come il Regno Unito, dove la tassa sfiora quasi il 50% del patrimonio) si può ben capire il motivo.
E dunque non resta che capire come e se ci sarà l’introduzione di una nuova tassa o l’aumento di quelle già esistenti in un immediato futuro.