Al giorno d’oggi dobbiamo confrontarci con un numero esorbitante di notizie e dati quotidianamente, al punto che spesso è difficile tenere il ritmo. E se questo è vero per gli esperti del settore, riuscire ad essere completamente aggiornati su tutto diventa quasi impossibile per gli investitori. Se fino a qualche anno fa, per capire l’andamento del mercato bastava rimanere aggiornati sui movimenti dei grandi titoli, oggi la politica è entrata a gamba tesa nell’economia. La geopolitica ha un peso enorme che, fino a tre anni fa, era completamente ignorato.
Insomma, tensioni geopolitiche e mutevoli scenari politici stanno riportando incertezza sul mercato. Nel frattempo le tendenze contrarie ai governi in carica negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Giappone evidenziano le pressioni sui mercati sviluppati, aggiungendosi a un contesto globale incerto che giustifica approccio orientato al carry. Di questo ha parlato Gregory Peters, Co-Chief Investment Officer di PGIM Fixed Income durante la presentazione dell’outlook obbligazionario per il 2025.
L’impatto del nuovo governo Trump sull’economia
Sin dalla vittoria di Donald Trump, si è discusso dell’impatto delle sue promesse elettorali sui mercati. E, a un mese dal suo insediamento alla Casa Bianca, è ancora difficile quantificare l’impatto. Il flusso continuo e travolgente di iniziative, annunci e politiche del governo sta rendendo difficile per i media tenere il passo e riuscire a concentrarsi – e approfondire – singoli temi, aumentando così il livello di incertezza. Solo nelle dodici ore successive al suo ritorno a Washington il tycoon aveva firmato 42 ordini esecutivi e lo tsunami non si è fermato lì. La minaccia di tariffe per Canada, Messico, Cina e resto del mondo, prima promosse, poi messe in pausa, ha creato un’ulteriore situazione di incertezza per quello con cui il mercato dovrà confrontarsi nei prossimi quattro anni. Se in passato il mercato ha già scontato tutti i potenziali aspetti positivi della deregolamentazione e della riforma fiscale, ora gli aspetti negativi legati alle tariffe e all’immigrazione non sono più ignorabili. “Queste mosse politiche sono destinate a pesare sul mercato obbligazionario, ma la crescita a lungo termine potrebbe essere sostenuta da iniziative come la riforma fiscale e la deregolamentazione, anche se potrebbero essere necessari anni prima che si concretizzino”, spiega l’esperto. Proprio per questa incertezza, per i prossimi due trimestri potrebbe essere meglio puntare sulla cautela e valutare il rischio.
Ma non solo, l’impatto dell’incertezza geopolitica sul quadro macroeconomico potrebbe portare a un modesto rialzo dei tassi. Non importa dove si guardi, sembra che il motto higher for longer continuerà ad essere valido anche per quest’anno.
Mercato in subbuglio: dove trovare opportunità
Nell’ultimo anno l’economia statunitense ha sovraperformato il resto del mondo, ma non si tratta di una novità. Il gap tra i rendimenti azionari Usa e quelli delle altre economie si è ampliato drammaticamente durante gli anni pandemici ed è destinato a mantenersi costante anche per i prossimi mesi.
In generale, le decisioni di Trump avranno un impatto sul mercato, accompagnate da una forte ondata di incertezza, ma come muoversi in una simile situazione?
Nonostante il mercato ribassista che ha affondato il comparto obbligazionario nel 2022 e le incertezze che potrebbero avere un impatto nel breve termine, “il mercato rialzista in corso dimostra che i rendimenti elevati continueranno probabilmente a generare ritorni interessanti nel 2025 e nel lungo periodo”, sottolinea Peters.
Nello specifico, è arrivato il momento di scrollarsi di dosso le regole auree che erano valide fino al 2020. Il mercato di oggi è completamente diverso e anche l’atteggiamento degli investitori deve cambiare. Storicamente, di fronte a spread creditizi bassi ci si è sempre mossi con cautela, ma questo potrebbe non essere più l’approccio giusto. Per il prossimo futuro gli esperti si aspettano una crescita economica moderata e continua, in una simile situazione i fondamentali del credito sono favorevoli e potrebbero continuare a generare rendimenti positivi in termini di extra-rendimento.
Insomma, la volatilità di cui tanto si sente parlare oggi potrebbe solo essere di breve termine; tuttavia le profonde differenze tra Paesi, settori ed emittenti continueranno ad offrire opportunità, generando valore per una gestione attiva. Guardando al futuro il bicchiere rimane mezzo pieno: nel mercato ci sono sempre ondate di incertezze, non è una novità, ma le capacità di navigare con sicurezza nei mercati obbligazionari esistono ancora.