Investire in startup rappresenta oggi una delle frontiere più dinamiche per la diversificazione dei portafogli degli High Net Worth Individuals (Hnwi) seguiti da private banker e dai professionisti del wealth management. Se da un lato il fascino dell’innovazione e la possibilità di partecipare alla crescita di nuove realtà imprenditoriali esercitano un’attrazione crescente, dall’altro questa asset class si distingue per la sua complessità, richiedendo competenze specifiche, un approccio strutturato e una solida capacità di analisi. In un contesto economico globale in rapida trasformazione, segnato dall’accelerazione tecnologica e dalla ricerca di rendimenti decorrelati dai mercati tradizionali, le startup si affermano come un’opportunità unica, ma non priva di rischi. Questa guida, aggiornata ai dati e ai trend del 2025, offre una mappa dettagliata per orientarsi nell’ecosistema startup Italia: dalla definizione delle opportunità ai canali di accesso come l’equity crowdfunding, dall’analisi dei rischi alle agevolazioni fiscali startup, fino alle risorse pratiche e ai programmi di eccellenza come Google for Startups.
Investire in startup: cosa sapere
Definizione di startup e equity crowdfunding
Una startup è un’impresa giovane, caratterizzata da un modello di business innovativo, scalabile e ripetibile, orientata alla crescita rapida e spesso focalizzata su tecnologie di frontiera o su processi innovativi. A differenza delle PMI tradizionali, le startup puntano a conquistare rapidamente quote di mercato, sfruttando l’innovazione come leva competitiva. Secondo l’osservatorio startup intelligence del Politecnico di Milano, il ruolo delle startup nelle economie mature è sempre più centrale, non solo per la creazione di valore ma anche come motore di trasformazione digitale e culturale nelle imprese consolidate.
Uno dei principali canali di accesso per chi intende investire in startup è l’equity crowdfunding: attraverso piattaforme online autorizzate dalla Consob, è possibile acquistare quote di capitale di startup e PMI innovative, partecipando così direttamente al loro sviluppo. Il funzionamento è semplice: l’investitore seleziona una campagna, analizza la documentazione (business plan, valutazione pre-money, team) e, se convinto, sottoscrive una quota di capitale, diventando socio a tutti gli effetti. Secondo lo European Equity Crowdfunding Landscape, nel 2024 il mercato italiano dell’equity crowdfunding ha raccolto oltre 53 milioni di euro attraverso 91 campagne di successo, coinvolgendo più di 9.100 investitori; nel primo trimestre 2025 sono già stati raccolti circa 18,5 milioni di euro, segno di una crescita costante e di un interesse crescente verso questa modalità di investimento.
Perché l’interesse per le startup?
L’attenzione verso l’investimento in startup è alimentata da diversi fattori:
- Rendimenti decorrelati dai mercati tradizionali: le startup, per loro natura, non seguono l’andamento dei mercati finanziari tradizionali, offrendo una diversificazione reale del portafoglio.
- Partecipazione attiva all’innovazione: investire in startup significa essere parte della crescita di nuove economie, spesso legate a settori di frontiera come AI, biotech, fintech, medtech e sostenibilità.
- Accesso diretto all’innovazione: secondo l’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano, la collaborazione tra imprese consolidate e startup accelera la trasformazione digitale e favorisce la nascita di nuovi modelli di business.
- Trend di crescita dell’ecosistema: come riportato nel paper StartupItalia That’s Round, presentato al SIOS25 Summer di Torino, nel primo semestre 2025, le startup italiane hanno raccolto 353,4 milioni di euro in investimenti, con un aumento del 38,88% rispetto allo stesso periodo del 2024, confermando la centralità dell’Italia nel panorama europeo dell’innovazione.
Opportunità e rischi dell’investimento in startup
Potenziale di rendimento elevato
Il principale motivo per investire in startup è il potenziale di rendimento elevato. Il concetto chiave è quello di exit: la liquidazione dell’investimento avviene un’acquisizione strategica (M&A) o una quotazione in Borsa (Ipo). In questi casi, il valore delle quote può moltiplicarsi anche di decine di volte rispetto al capitale inizialmente investito. Tuttavia, secondo la cosiddetta “power law” del venture capital, solo una piccola percentuale di startup genera ritorni eccezionali, compensando le numerose perdite. Nel rapporto di Gianni & Origoni sullo stato del Venture Capital, i dati relativi al periodo 2024-2025 confermano che i settori medtech, fintech e digital si distinguono come tra i più attrattivi, grazie a operazioni di rilievo come quelle di Bending Spoons (143 milioni di euro), Medical Microinstruments (101 milioni di euro) e Satispay (60 milioni di euro).
Rischi principali da considerare
L’investimento in startup è ad alto rischio e presenta alcune criticità specifiche:
- Rischio di fallimento: la mortalità delle startup è elevata; la maggior parte non supera i primi due anni di vita e la perdita totale del capitale investito è una possibilità concreta.
- Illiquidità: le quote di startup non sono facilmente rivendibili e l’investimento può rimanere bloccato per molti anni, in assenza di un mercato secondario efficiente.
- Diluizione: nei round successivi di finanziamento, la quota di partecipazione dell’investitore può ridursi, a meno che non si partecipi ai nuovi aumenti di capitale.
- Necessità di competenze: valutare correttamente il team, la tecnologia, il mercato e la strategia richiede esperienza e una due diligence approfondita.
Come investire in startup in Italia
Piattaforme di equity crowdfunding
Le piattaforme di equity crowdfunding autorizzate dalla Consob rappresentano il canale più accessibile per investire in startup. Offrono la possibilità di partecipare a campagne di raccolta fondi con ticket minimi spesso inferiori a 1.000 euro, rendendo l’asset class accessibile anche agli investitori retail. È fondamentale analizzare con attenzione la documentazione progettuale, il business plan, la valutazione pre-money e i rischi specifici prima di investire. Nel primo trimestre 2025, le campagne pubbliche concluse con successo sono state 30, per una raccolta complessiva di circa 18,5 milioni di euro e oltre 2.000 investitori attivati.
Altre modalità di investimento
Per investitori più strutturati, esistono alternative complementari:
- Fondi di Venture Capital: consentono di diversificare il rischio affidandosi a gestori professionali che selezionano e monitorano un portafoglio di startup.
- Club Deal: gruppi di investitori privati che si uniscono per investire in singole operazioni, spesso con il supporto di advisor esperti.
- Business Angel Networks: l’accesso a network di investitori esperti (come IAG – Italian Angels for Growth) permette di condividere competenze, accedere a deal selezionati e partecipare attivamente alla due diligence.
Valutare e scegliere le startup giuste
Analisi del team e del modello di business
La regola d’oro del venture capital è che si investe prima sulle persone che sull’idea. Un team fondatore con competenze complementari, esperienza nel settore e dedizione totale è il primo elemento da valutare. Il modello di business deve essere chiaro, scalabile e supportato da una solida strategia di monetizzazione.
Criteri di valutazione importanti
Una checklist per valutare una startup comprende:
- Mercato di riferimento: analisi delle dimensioni e del potenziale di crescita.
- Product-Market Fit: verifica dell’esistenza di una reale necessità per il prodotto/servizio offerto.
- Traction: dati iniziali che validano l’interesse del mercato (utenti attivi, clienti paganti, lettere d’intenti).
- Vantaggio competitivo: elementi che rendono la startup difendibile dalla concorrenza (tecnologia proprietaria, brevetti, network).
- Valutazione pre-money: deve essere realistica rispetto alla fase di sviluppo e alle metriche di mercato, evitando overvaluation che possono penalizzare i rendimenti futuri.
Aspetti legali e fiscali chiave
Agevolazioni fiscali per gli investitori
Il quadro delle agevolazioni fiscali startup in Italia è particolarmente favorevole. La normativa aggiornata al 2025 prevede una detrazione IRPEF del 65% per chi investe nel capitale di rischio di startup innovative, fino a un massimo di 100.000 euro per periodo d’imposta. A ciò si aggiunge:
- Deduzione IRES del 30% per società che investono in startup innovative
- Esenzione completa delle plusvalenze da cessione di partecipazioni
- Credito d’imposta dell’8% per incubatori e acceleratori certificati
Per accedere a queste agevolazioni è necessario rispettare alcuni vincoli, tra cui un periodo di detenzione delle quote di almeno tre anni e una quota di partecipazione o diritti di voto non superiore al 25%.
È fondamentale, tuttavia, verificare l’aggiornamento della normativa e consultare un commercialista specializzato, poiché le condizioni possono variare di anno in anno.
Normative rilevanti
La Consob svolge un ruolo centrale nella regolamentazione dell’equity crowdfunding, garantendo trasparenza e tutela degli investitori. Le startup innovative devono essere iscritte nel Registro delle Imprese Innovative, requisito indispensabile per accedere alle agevolazioni fiscali e ai finanziamenti pubblici.
Risorse utili per investire in startup
Programmi e iniziative di Google per Startup
Programmi come Google for Startups e i suoi acceleratori sono un segnale di qualità per gli investitori: essere selezionati da questi programmi implica una validazione esterna del progetto e del team, oltre a fornire risorse tecnologiche, mentorship e networking preziosi per la crescita della startup. La presenza di una startup in questi circuiti è spesso un indicatore positivo nella fase di selezione.
Piattaforme di crowdfunding e network di investitori
L’ecosistema italiano offre numerose risorse per chi vuole investire in startup:
- Piattaforme di equity crowdfunding: Crowdfundme, Mamacrowd, Opstart, BacktoWork, solo per citarne alcune.
- Network di business angel: Italian Angels for Growth (IAG), Club degli Investitori, Angels4Women, Novaterra Catalisi, AKKA Italy.
- Associazioni di settore: VC Hub Italia, Italian Tech Alliance, che rappresentano punti di riferimento per informarsi, formarsi e accedere a deal selezionati.
L’investimento in startup, pur essendo un’operazione ad alto rischio, rappresenta un’opportunità di diversificazione e rendimento per i portafogli più sofisticati (non è un investimento consigliabile per chi ha patrimoni contenuti, a causa del suo elevato rischio). I dati dell’ecosistema startup Italia confermano una crescita robusta degli investimenti, trainata dall’innovazione tecnologica e dalla capacità di attrarre capitali e talenti. Tuttavia, il successo in questa asset class richiede un approccio strutturato: diversificazione, due diligence approfondita e, idealmente, l’affiancamento di professionisti o network specializzati. Le agevolazioni fiscali startup e la presenza di programmi di eccellenza come Google for Startups rafforzano ulteriormente l’attrattività del settore. Guardando al futuro, l’innovazione guidata dalle startup si conferma il vero motore della trasformazione economica e una frontiera irrinunciabile per l’investitore lungimirante.